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Il dirigente scolastico Giommetti replica al consigliere Sartini sulle classi pollaio

"L’intento strumentale si palesa in modo eclatante"

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Prof.ssa Elena Giommetti

Mi sento in dovere di replicare all’articolo a firma del consigliere comunale Giorgio Sartini apparso su i quotidiani locali dei giorni scorsi in merito alla situazione delle classi assegnate alla scuola media“Marchetti”, poiché dispiace ravvisare nelle righe i caratteri di una strumentalizzazione, il cui scopo politico non mi è sinceramente chiaro, giocata tanto nel merito dei contenuti che sul piano della forma.

Innanzi tutto l’incontro era mirato a rendere partecipi i genitori convocati delle possibili soluzioni percorribili e dei risultati ottenuti per rendere l’offerta formativa dell’istituto qualitativamente migliore e più equilibrata per tutti gli utenti; rispetto a tale contesto orientare la questione sulla tematica dell’edilizia scolastica appare un inopinato difetto di “centratura” rispetto ai temi in discussione.
Per quanto riguarda la forma, mi sembra profondamente scorretto operare una completa disarticolazione della dinamica di interlocuzione con gli intervenuti all’incontro per riassemblare frasi di risposta a precise e diversificate domande dei genitori in un virgolettato unico, tale da far credere che sia parte di uno strampalato sillogismo da me elaborato. Peraltro la forma in cui è presentato fa ritenere che sia frutto del montaggio audio di registrazioni effettuate durante la riunione, senza averne richiesto preventivamente autorizzazione.

Se poi si vuole forzatamente far ricadere sul Dirigente Scolastico una presunta colpevole responsabilità della dotazione organica assegnata alla scuola, nonostante la decisione provenga da un ente sovraordinato in base a precisi parametri normati da appositi provvedimenti ministeriali, l’intento strumentale si palesa in modo eclatante, ancora più quando si prendano a sostegno elementi relativi all’edilizia scolastica, fra l’altro non relativi all’istituto scolastico interessato e per il quale la competenza ricade sull’amministrazione provinciale e non su quella comunale.

In tutto ciò è ravvisabile un intento denigratorio per cui sarebbe opportuno che i soggetti (“genitori presenti all’incontro del 26 luglio”) nascosti dietro la firma dell’estensore assumessero diretta responsabilità e in tale ottica non esiterò a sottoporre il documento al mio legale.

dalla Prof. Elena Giommetti

Commenti
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galileo 2016-08-04 14:06:39
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