Al CaterRaduno di Senigallia per la società civile lo spettacolo “Dieci storie proprio così”
Racconti, delitti, battaglie note e sconosciute contro la mafia: il saluto di Don Ciotti prima dell'asta per Libera
Il CaterRaduno giunge all’ultima giornata. Dopo il successo per il concerto di Daniele Silvestri, la mattinata del 9 luglio si apre con due piacevoli novità: il conferimento della cittadinanza onoraria a Renzo Ceresa, Massimo Cirri e Filippo Solibello; e soprattutto lo spettacolo “Dieci storie proprio così”.Al Teatro la Fenice va in scena uno spettacolo che ha intenzione di “raccontare” la mafia sotto i suoi molteplici aspetti: l’estorsione, l’eversione terroristica, l’omertà; ma anche, e soprattutto, le iniziative, le battaglie, i sacrifici in fatto di costi e vite intrapresi per fronteggiarla.
Sette attori, due musicisti, scenografia essenziale, staticità e parole icastiche e nude nella loro evidenza: questa la ricetta che ha messo al centro e all’attenzione degli spettatori le dichiarazioni, le narrazioni, lo sdegno e lo stupore/ammirazione da parte di persone note (si pensi a Giancarlo Siani, Giovanni falcone, Paolo Borsellino, Libero Grassi e Peppino Impastato) e sconosciute ai più (dal piccolo commerciante, al comune passante, al condomino…).
Due musicisti che, con batteria e chitarra hanno scandito traumaticamente e conferito ulteriore drammaticità a quanto esposto, un semplice schermo dove proiettare immagini di uomini-simbolo e frasi che sono divenute col tempo slogan antimafia.
Storie ambientate a Palermo, Napoli e Roma per mettere in chiaro la potenza devastante delle cupole mafiose e il tentativo della società civile di porre un argine ai loro tentacoli , di onesti servitori dello Stato e per opera dui iniziative partite dal basso (come “Addio pizzo”); le minacce e gli attacchi a cooperative di Libera che non hanno scoraggiato i volontari a continuare il loro impegno civile: tutto questo è stato indirizzato ad un pubblico eterogeneo, piccolo o adulto che sia, per far prendere coscienza e dimostrare con gli esempi che tutto ciò è possibile per le nuove generazioni, presentere le occasioni di emancipazione sociale e le responsabilità individuali e collettive di ogni cittadino.
Lo spettacolo, messo in scena per la prima volta il 21 aprile al Teatro Argentina di Roma, è frutto di un’idea di Giulia Minoli, la quale ne è anche sceneggiatrice assieme a Emanuela Giordano. Quest’ultima, infine è la regista della “pièce”. Sul palcoscenico Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Salvatore Presutto, Diego Valentino Venditti e Alessio Vassallo. L’accompagnamento musicale è di Tommaso Di Giulio (chitarra elettrica) e Paolo Volpini (batteria).
Lo spettacolo è promosso da The CO2 Crisis Opportunity con Fondazione Pol.i.s., Fondazione Silvia Ruotolo, Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Centro Studi Borsellino, con il patrocinio del Ministero della Giustizia e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Ultima annotazione, rivolta specialmente ai giovani: tale spettacolo è parte di un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari, scuole e società civile.
Non è mancato il saluto e l’apprezzamento di don Luigi Ciotti, giunto in mattinata, per salutare la compagnia e tutto il pubblico giunto al teatro la Fenice, e per dare all’appuntamento alla consueta asta di Libera per le 17 in Piazza Roma.
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