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Senigallia, amianto in via Perugino: la disperazione di Filomena Cerbone

“Pur di tutelare la salute dei miei due figli sono disposta anche ad acquistare il capannone pieno di amianto e poi distruggerlo”

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Centro Il Maestrale
Amianto in via Perugino

Con queste parole, Filomena Cerbone, residente nell’abitazione di via Perugino 27c a Cesanella di Senigallia, lancia l’ennesimo appello per risolvere una questione sempre più drammatica.

Un caso – prosegue la donna – che tutti conoscono, ma per il quale nessuno continua a prendere provvedimenti seri e concreti”.

La casa è praticamente invasa da lastre di amianto vetuste e pericolose, addirittura con fibre di amianto evidenti libere, di lastre in cemento amianto rotte attaccate alla finestra dove dormono due bambini, di sei anni e di appena dieci mesi.

Una circostanza da terzo mondo, dove da alcune ore, a seguito di un sopralluogo dei vigili dei fuoco e richiesto dall’associazione Lotta all’amianto, sono stati addirittura posti i sigilli alla finestra della camera dei bambini.

In realtà – racconta la signora Cerbone – coloro che si sono presentati martedì 28 giugno presso la mia abitazione (vigili del fuoco, polizia municipale e responsabili dell’Asur) erano intenzionati a coprire il tetto pieno di amianto. Poi, constatata la difficoltà e la gravità della situazione, hanno dovuto modificare la decisione e sigillare la finestra”.

Secondo gli stessi – prosegue la preoccupatissima vittima – sarebbe stato il caso di sigillare anche la finestra dell’unico bagno. Fatto che, per ovvi motivi, non è potuto avvenire. Insomma, l’ennesimo provvedimento tampone che, però, non risolve assolutamente una situazione sempre più drammatica. Tappando la finestra della camera dei bambini, ho dovuto per forza di cose provvedere all’installazione di un condizionatore, perché con il caldo si scoppia”.

In effetti, anche dal bagno, sono attaccate alla finestra, lastre in cemento-amianto vetuste e che sarebbero state da bonificare chissà da quanto tempo. Tutto ciò, a causa di un capannone che circonda in parte l’abitazione e che è stato pignorato da una ditta di Pesaro.

Oltre alla recente richiesta di sopralluogo per la redazione di un VERBALE DI VERIFICA, l’associazione ALA, ha preso a cuore la vicenda dal 21 aprile scorso, l’associazione ALA.

In tanti anni di battaglie e segnalazioni per la lotta all’amianto in abitazioni private – afferma il presidente Carlo Montanari una situazione del genere non mi era mai capitata. In questa abitazione privata, il contesto che si è subito presentato ai miei occhi è stata a dir poco impressionante. Per questo, ho immediatamente inviato una segnalazione a chi di dovere”.

Sono passate diverse settimane da questa segnalazione, inviata al Direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica ZT4, Giovanni Fiorenzuolo, al Comune di Senigallia (sindaco Maurizio Mangialardi ed assessore all’ambiente Ilaria Ramazzotti) ed al Comando Carabinieri N.O.E. – Nucleo Operativo Ecologico di Ancona, ma purtroppo fatti concreti non si sono verificati.

In pratica, però, nessuno ha bonificato il tetto di Via Perugino, prospiciente l’abitazione dove vive una famiglia con dei minori.

Ecco perché – prosegue Montanari – lo scorso 6 giugno, l’Associazione Lotta all’Amianto di Senigallia ha anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Ancona”.

Questo un brano dell’esposto depositato in Tribunale:

L’inerzia del Comune, che come riportato nell’ordinanza sindacale del 9.12.2015 (la nr. 682), conosceva la situazione già dal 2 maggio 2014, le pessime condizioni in cui versa la copertura in amianto, ed il protrarsi della situazione (visto che né la proprietà né le autorità locali hanno proceduto a bonificare) rischia seriamente di rappresentare un pericolo per la salute degli abitanti della zona limitrofa al capannone”.

Servizi giornalistici su questo caso, sono stati pubblicati in numerose circostanze sui maggiori organi di stampa locale. In data 29 giugno è stata anche presentata un’interrogazione in Consiglio comunale da parte del consigliere 5Stelle Marco Bozzi, ma il sindaco Maurizio Mangialardi ha preso tempo per fornire delucidazioni concrete, affermando che “non legge le notizie della stampa e che risponderà successivamente a quanto richiesto”.

In attesa di ulteriori sviluppi, c’è però una notizia che Filomena Cerbone tiene a porre in considerazione.

In un documento del 23 giugno scorso, il Comune di Senigallia si impegna a farsi carico della messa in sicurezza del tetto, per poi fare azione di rivalsa al proprietario del capannone. Io ancora non ho visto niente a riguardo. Ma, nel frattempo, tutti i giorni, la mia famiglia è costretta a vivere in questa drammatica situazione”.

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