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Le prime elettrici di Senigallia… un libro e… il Paese che copia (o dalle scarse idee)

L'Associazione di Storia Contemporanea con sede a Senigallia prende posizione su due episodi: "le fonti non si citano più?"

La presentazione del volume "Dieci donne" in Trentino: a sx Serini, a dx Severini

Il Paese che copia e delle scarse idee.

C’era una volta l’inventiva tutta italiana e la nostra capacità di valorizzare al meglio le nostre tradizioni.

Oggi pare proprio non sia più cosi. Una conferma è arrivata, nella settimana dedicata alla Giornata internazionale delle donne, da due notizie.

La prima: una giornalista messinese ha scritto un romanzo dedicato alla vicenda delle dieci maestre (precarie) marchigiane (nove di Senigallia e una di Montemarciano) che nel 1906 divennero le prime elettrici della storia nazionale; fin qui nulla di male, se non fosse che l’editore Sperling&Kupfer abbia proposto l’opera sul suo sito con queste espressioni: l’autrice “ha recuperato questo episodio storico ingiustamente dimenticato e lo ha reso vivo e attuale”. Scherziamo! La vicenda è stata ricostruita e recuperata quattro anni fa dallo storico Marco Severini (Università di Macerata) che ha dedicato al tema il suo Dieci donne. Storia delle prime elettrici italiane (Ed. Liberilibri, Macerata 2012).

Forte il disappunto presso lo stesso editore maceratese che precisa: “il libro di Severini è stato recensito su tutte le principali testate nazionali, e sono state organizzate oltre 70 presentazioni su tutto il territorio italiano (da Roma presso il Senato della Repubblica, a Milano, dal Salone del Libro di Torino fino a Lampedusa) e anche all’estero, in Portogallo, Francia e Stati Uniti!”.

Aggiungiamo che si tratta di un’opera che ancora viene richiesta, visto che a fine marzo sarà presentata ad Ascoli e Fano.

Ma le cose non finiscono qui. Come se non bastasse una danzatrice ha rilasciato, venerdì 11 marzo, un’intervista al TG3 Marche in cui ha annunciato (annunciato, si badi bene) di voler fare uno spettacolo sulle dieci maestre, parlando della vicenda come se l’avesse scritta e studiata lei; e in ogni caso senza citare la fonte. Lo spettacolo sarà tra l’altro prodotto dal Comune di Montemarciano, patria di una delle maestre, Luigia Mandolini Matteucci. “Mi sono già sentito con Liana Serrani, sindaca di Montemarciano e presidente della Provincia di Ancona, che conviene con me sul fatto che Dieci donne doveva almeno essere citato – afferma lo storico Severini – anche perché c’è pur sempre un diritto d’autore che tutela il sottoscritto e l’editore”.

Insomma, l’auspicio dell’autore, espresso nel corso dell’ultima presentazione americana di Dieci donne, secondo cui era lecito attendere che la ricerca storica continuasse ad analizzare questo grande evento di oltre un secolo fa, non solo è stato disatteso, ma frainteso e strumentalizzato. La vicenda pare proprio non finire qui.

-Nella foto una presentazione del volume del 2013

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