Condannato un papà dell’hinterland senigalliese accusato di violenza sessuale nei confronti della figlia. E’ quanto hanno stabilito i giudici del tribunale anconetano che hanno ritenuto il padre 43enne responsabile di abusi avvenuti nel 2005 nella campagna di Senigallia e, allo stesso tempo, assolto la madre 39enne per incapacità di intendere e volere.

I fatti risalgono a quando la ragazzina – oggi 17enne – aveva appena 7 anni: in un casolare abbandonato di campagna si sarebbe consumata la violenza da parte del papà e – sembra – di alcuni uomini mascherati, amici del 43enne. Abusi sessuali per cui l’uomo è stato ora condannato a nove anni di reclusione. Forse, però, non l’unico episodio poiché la minore avrebbe riferito di fatti analoghi avvenuti anche con la sorellina più piccola.
Situazione di cui la madre sembra fosse a conoscenza: non avrebbe fatto nulla per evitarla solo perché considerata completamente incapace di intendere e volere dopo una grave depressione per la quale si era anche ricoverata in una clinica.

Difeso dagli avvocati Margherita Albani e Giovanni Galeota, l’uomo si è sempre proclamato innocente: si attendono le motivazioni della sentenza per poter fare ricorso in appello dato che, sostengono i legali, le violenze non sarebbero mai avvenute. La famiglia, che viveva allora una condizione di grave disagio, anche economico, era seguita dai servizi sociali ma sembra che nessuno si sia mai accorto di nulla o abbia denunciato alcun episodio.
La notizia sarebbe emersa solo con la confessione della giovane alla madre adottiva: avrebbe riconosciuto il casolare dove era stata costretta a subire le violenze. Da lì la denuncia e la costituzione in giudizio tramite l’avvocato Linda Cavalieri.