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Diocesi di Senigallia: “trivellazioni, le ragioni del No superiori a quelle del Sì”

"Compito dei politici è ascoltare i cittadini che si sono costituiti in Comitati"

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No alle trivellazioni

La “Commissione per la pastorale sociale e il lavoro, la giustizia, la pace e la custodia del creato” della Diocesi di Senigallia esprime viva preoccupazione per le progettate trivellazioni nel mare Adriatico, di fronte alla costa marchigiana, in ordine alla produzione di idrocarburi.


Considerando i rischi per l’ambiente, che tali trivellazioni comportano, la Commissione invita ad accogliere l’appello lanciato da Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si” a “proteggere la nostra casa comune nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale” (n.13).

Con le stesse parole di Papa Francesco la Commissione invita i responsabili del bene comune a riflettere che “è sempre necessario acquisire consenso tra i vari settori sociali, che possono apportare diverse prospettive, soluzioni e alternative. Ma nel dibattito devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli e possono tenere in considerazione le finalità che trascendono l’interesse economico immediato” (n.183).

Ascoltare le ragioni dei cittadini costituiti in comitati è compito dei politici che hanno come scopo la costruzione del bene comune.

In realtà si corre il rischio che, mentre da una parte tutti solidarizzano con le ragioni della difesa dell’ambiente, dall’altro alcuni progetti continuano ad andare avanti. Occorre uscire dalla logica che sostiene buona una cosa purché sia vantaggiosa dal punto di vista economico anche se può comportare dei rischi per il benessere della persone. E’ una contraddizione in termini perché il bene comune non è il bene di qualcuno, ma il bene di tutti e il modo in cui si raggiunge non può prevedere danni.

Il patrimonio paesaggistico, storico e artistico dell’Italia è un bene comune e anche una fonte di reddito indiscutibilmente superiore a qualunque possibile incasso dalla vendita di idrocarburi. Inoltre le trivellazioni ora e il possibile sfruttamento dei giacimenti poi rischiano di creare un danno ben maggiore dei benefici che potrebbero portare con il conseguente impoverimento di una economia che per tanta parte vive di turismo, pesca e di attività collegate al suo mare. Tra l’altro anche il vantaggio economico per la nazione derivante delle trivellazioni è tutto da dimostrare.

Le ragioni del “no” alle trivellazioni appaiono, dunque, di gran lunga più forti delle ragioni del “sì”.

La Commissione auspica pertanto che da parte di tutte le forze sociali e politiche locali ci si faccia carico del problema in parola contribuendo, ciascuno per la propria responsabilità, alla difesa della vita umana e dell’ambiente naturale per il bene non solo delle presenti generazioni, ma anche di quelle future.

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