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‘Freschezza e Ritmo’ La Metamorfosi della Critica Cinematografica

Screenshot vi racconta l'evoluzione della figura del critico

Caffespresso
Critico cinema

Decidere di andare a piedi quella mattina fu uno sbaglio enorme. Erano le undici meno dieci e mi trovavo ancora a dodici fermate dall’auditorium. Avrei decisamente fatto meglio a prendere l’autobus, ma era troppo affollato e quando si aprirono le porte mi sovrastò un indelicato fetore, quindi rinunciai.

Nonostante la fretta, all’odore di pistacchio mi fermai. “Una coppetta grande grazie, solo pistacchio. No grazie nessun altro gusto, solo pistacchio per piacere. No, niente panna. Solo pistacchio

E’ sconcertante come alcune persone non riescano a limitarsi ad ascoltare. Perché dovrei volere due gusti? Sicuramente uno sarà più buono dell’altro, quindi perché non prendere direttamente e solamente quello più affine al mio palato, senza condannarmi a delusione certa nel momento in cui il cucchiaino finirà di raschiarlo dalla coppetta non trovando altro che il gusto numero due. Che amarezza.

Terminai la coppetta proprio a due spanne dal cancello. Puntuale? Certamente no, ma non lo era neppure il giornalista. Evidentemente anche lui non resistette all’odore di fetido e scelse un’alternativa.

Mi sedetti in seconda fila, perché si sa che la prima è da secchioni, la terza è da indecisi e dalla quarta in su è da chi preferisce sgrillettare lo schermo dell’ iPhone alla ricerca di qualcosa meritevole di Like, piuttosto che ascoltare la lezione.

Mi sedetti in seconda fila, al centro. Mi piace guardare negli occhi chi mi racconta qualcosa, e Gafe (lo chiameremo sempre così il giornalista, per motivo di privacy) aveva da raccontare quel giorno qualcosa di molto interessante. Il tema della lezione era “L’evoluzione della Critica Cinematografica”.

La sua introduzione fu più o meno questa: “Molti di voi sicuramente vorranno diventare critici cinematografici. Possono alzare le mani quelli interessati?” Si alzarono un decina di mani, alcune più decise altre più timide. Gafe mostrò un sorriso, tolse gli occhiali da vista e aggiunse “Mi dispiace ragazzi. La critica è morta. Voi non sarete mai critici cinematografici, al massimo chi ci riuscirà sarà cronista, o blogger o uno youtuber cinefilo

Per chi non conoscesse queste figure, opterei per fare un focus in modo da mettervi tutti in condizione di comprendere la materia di cui si tratterà.
Quindi, il critico cinematografico è quella figura, dalla formazione umanistica, che sostanzialmente nasce per recensire e perciò “riflettere su” un’opera cinematografica.

Dunque giudicarne la qualità, veicolarne i contenuti al pubblico, semplificandoli, indagarne le affinità con altre opere contemporanee e non, dello stesso regista e non e sottolineandone i legami con il momento storico d’appartenenza, se ce ne fossero. Il critico cinematografico deve soprattutto giudicare un film e con il suo giudizio, stimolare o meno il pubblico ad andarlo a vedere. Questo è tutto ciò che dovrebbe fare, ma che oramai da svariati anni non fa più. L’arte della stroncatura – come la definì quel giorno Gafe – è morta! Ed aggiunse “Nessuno dice che è dai tempi di Profondo rosso che Dario Argento non fa un film decente”.

Fondamentale è capire che non criticare negativamente un film, giustificandone gli errori, non significa essere buoni, delicati e rispettosi, significa impedire alle persone di mantenere viva un po’ di attività celebrale, che al contrario verrebbe sicuramente stimolata da una critica forte con la quale potrebbero trovarsi totalmente in disaccordo, o quantomeno potrebbero, se si fidassero del critico, evitare di spendere il costo del biglietto per un film che non lascerà alcun sapore di buono nel loro palato culturale ed emotivo.

Il cronista cinematografico, invece, è ciò che oggi spesso e volentieri definiamo erroneamente critico, ma che in realtà è quel giornalista, nel migliore dei casi, che si occupa di frequentare i Festival e cronachizzare ciò che accade, dalle dichiarazioni alle interviste, alle sfilate sul redcarpet, e altri argomenti simili a quest’ultimo, comunemente definiti “di costume” e come tali culturalmente poco elevati.

Ed un po’ come i cronisti/giornalisti musicali, definiti da Beppe Grillo in un famoso discorso: “Importanti durante il Festival di Sanremo e nullità durante il resto dell’anno”, anche quelli di cinema sono afflitti dallo stesso maleficio. Una fattura ahimè, difficile da sciogliere.

Prima di procedere con il focus voglio citarvi un altro intervento del giornalista Gafe, sicuramente utile per le nostre analisi successive.
Stavamo giusto parlando delle nostre piccole esperienze come autori, che Gafe, portandosi le mani alla fronte e coprendosi gli occhi quasi per evitare il nostro sguardo, intimorito forse da quelle che sarebbero potute essere le nostre reazioni se ne uscì con le seguenti parole:
L’avvenire è sul web. Oggi i grandi giornali cartacei sono ridotti a quattro cagnacci morti, dove un poveretto è costretto a fare il lavoro di altri dieci. Ma la cosa triste, è che il più delle volte si trovano a cercare e copiare le notizie da Internet. Il problema è che non vogliono capire che si può dare alla gente molta più possibilità di approfondimento su internet, con i link e gli ipertesti che si creano piuttosto che con il cartaceo che è limitato. I grandi giornali non riescono a modernizzarsi perché sono trainati da vecchi giornalisti abituati alla carta che non riescono ad aprirsi alle nuove tecnologie. Il giornale cartaceo morirà quando moriranno gli odierni settantenni

Ho citato questo passaggio per introdurre la prossima figura in questione, il blogger. Il blog che nasce alla fine degli anni ‘90 in America, è un sito internet che viene identificato come una sorta di “diario in rete”, ma oggi un blog di alto livello può essere più correttamente tradotto, a mio avviso, come l’evoluzione virtuale delle fanzine cartacee del XX secolo, ovvero riviste amatoriali specializzate in argomenti particolari.
Per essere blogger non è necessario avere un particolare curriculum, basta godere di due conoscenze profonde e fondamentali : la scrittura e la materia del blog, nel nostro caso il Cinema.

Ci sono blogger e youtuber (sorta di blogger che comunicano con l’audiovisivo e non con la scrittura) che nel 2015 guadagnano cifre abbondantemente superiori allo stipendio di un critico cinematografico e ancor di più, vantano un pubblico di lettori (e spettatori) numericamente più elevato rispetto a quello del collega giornalista. Perché secondo voi?

Questa la risposta del giornalista Gafe: “La vecchia critica cinematografica, alta, nobile e trombona non è richiesta dai lettori di oggi. Quello che è sempre apprezzato è l’ironia e l’andare controcorrente. Non crediate a chi vi dice che non c’è più chi legge. Il lettore esiste ancora, ed ha sempre la stessa esigenza, quella di potersi riconoscere nell’autore, quella di potersi fidare di lui ed apprezzare la sua preparazione, quella di poter fare di lui il proprio interlocutore. Di certo non apprezza lo sfoggio di cultura, soprattutto adesso che è accessibile in poco tempo a tutti. Il pubblico apprezza l’autore che possiede lo guardo laterale. Il pubblico vuole freschezza e ritmo”.

Giulia Betti
Pubblicato Lunedì 22 giugno, 2015 
alle ore 8:39
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