Abbattimento lecci a Senigallia, “le date che sconfessano le bugie del sindaco”
Unione Civica: "solo il 25 maggio la Giunta ha deliberato sulla questione"
Come al solito Mangialardi, per giustificare la furia cementificatrice, ha architettato un castelletto di bugie (è il suo stile da anni) con il supporto dei suoi seguaci senza nemmeno accorgersi delle clamorose gaffe in cui inciampa.
Il sindaco ha dichiarato (mentendo) che dell’abbattimento degli alberi si era parlato in ben sei commissioni svolte dall’ottobre 2011 al 9 dicembre 2014.
E aggiunge: l’assessore Ceresoni, a metà dicembre, in una intervista ad un giornale locale, aveva preannunciato la sostituzione dei lecci (che non significa peraltro abbatterli per farci legna da camino).
Si tratta della confessione di un progetto scellerato. Infatti, documenti inoppugnabili alla mano (quelli che avevano tentato di nascondere), solo in data 31.12.2014 con determina di Roccato n° 1495 veniva conferito l’incarico all’agronomo Bongarzoni di verificare lo stato dei lecci.
La relazione che parla genericamente di “generale stato fisiologico debilitato” è stata consegnata solo in data 18 maggio 2015. Peraltro non esiste certificazione pianta per pianta e non vengono individuati né i 7 lecci sanissimi (comunque abbattuti) né i tanti lecci con lunghissima aspettativa di vita.
Solo in data 25 maggio 2015 la Giunta deliberava l’abbattimento di tutti i lecci, sani e malati. In data 12 giugno 2015 veniva affidato l’incarico alla ditta per l’abbattimento incondizionato.
Queste le date della verità. Siamo pronti a smentire qualsiasi ulteriore menzogna sul punto. A chi dice che se ne era parlato in Commissione, occorre rispondere che è un bugiardo patentato. Non si poteva parlare dello stato di malattia dei lecci atteso che solo un mese esatto fa è stata consegnata la relazione. E solo venti giorni fa il dirigente Roccato attestava la discutibile impossibilità di trovare soluzione alternativa all’abbattimento. Non facciamoci prendere in giro da Mangialardi, Monachesi e il Pd.
E l’intervista di Ceresoni è una confessione: come poteva sapere l’assessore al cemento, in assenza persino ancora di incarico all’agronomo, che i lecci non potevano restare in piazza?
La domanda: la perizia è stato il motivo dell’abbattimento dei lecci o la volontà di abbatterli è stato il motivo della perizia? Ultima annotazione: la Guardia Forestale è stata chiamata solo per verificare la presenza o meno della certificazione pianta per pianta (inesistente). Non è la Forestale che ha autorizzato l’abbattimento (curioso che la segretaria del Pd non conosca la legge che incardina la competenza in capo al Comune). L’abbattimento era autorizzato con delibera di Giunta già esecutiva.
Mangialardi si è dato ragione da solo.
Roberto Paradisi
Luigi Rebecchini
Vi svegliate adesso? Poi protetti o no ritengo che non abbia alcun senso difendere difendere del verde 'artificiale' se viene poi sostituito. Bisognerebbe semmai obiettare come il nuovo verde sia decisamente scarso, sui tempi biblici che il comune impiega a ripristinare il verde dopo l'abbattimento preventivo (in varie zone di Senigallia), su come un'amministrazione che si 'vanta' su un fantomatico progetto di parco urbano possa prestare una così scarsa cura al verde già esistente...
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