Nanni Moretti secondo me!
Personalissima morfologia del Morettismo
Gli adulti e ancor più di loro gli anziani, godono dell’amaro privilegio di poter riflettere a ritroso nei riguardi della loro vita e dire cose tipo “Se non fossi diventato avvocato, avrei sicuramente fatto l’insegnante”, “Se quel giorno non avessi conosciuto mio marito, non mi sarei certamente legata a qualcuno, avrei girato il mondo in sacco a pelo”, “Se non mi avessero bocciato, avrei voluto fare l’università e non avrei mai avuto l’occasione di diventare imprenditore, avrei certamente fatto il poeta”.
Questo ci dimostra come ognuno di noi, nella sua vita, imbocchi viottoli, percorra sentieri, raggiunga scorciatoie e scavalchi monti e muraglie, per raggiungere la Conclusione del tutto, conclusione alla quale portano tutte le strade, lunghe o brevi, intricate o scorrevoli che siano.
Dopo aver letto abbastanza e visto molto su e di Nanni Moretti, mi piace pensare di essere arrivata ad una conclusione molto personale sul suo cinema. Un’idea questa, che ho deciso di condividere con voi, per stimolare quelli non lo conoscono a conoscerlo e quelli che se lo sono dimenticato a ricordarselo ancora.
Possiamo dividere la cinematografia Morettiana, secondo il mio punto vista, in tre grandi filoni, grandi non per abbondanza di titoli, ma per lo spessore e la qualità del materiale propostoci.
Il primo è quello che a me piace chiamare dell’Alternativa, al quale si affianca un secondo, quello dell’Autopresentazione, ed un terzo quello dell’Analisi.
Sono altresì convinta di poter paragonare ognuno di questi filoni/fasi ad un momento della vita dell’uomo, quindi avremo l’Alternativa-giovinezza, l’Autopresentazione-maturità, e l’Analisi-vecchiaia. Ricordo, per precauzione, che seppur la prima e la seconda possano apparire identiche, questi momenti di vita, non stanno ad indentificare l’età in cui Moretti ha sviluppato il filone abbinato, la fase di Analisi non è certo iniziata con la vecchiaia del regista, ma con l’ “invecchiamento” della sua gioventù. Il che è molto diverso, concorderete.
Volendo seguire un percorso cronologico, cominciamo ad affrontare il filone dell’Alternativa, che comprende film come Io sono un autarchico, Ecce Bombo, Sogni d’Oro, Bianca, La messa è finita e Palombella Rossa. In tutti questi film, Nanni Moretti veste i panni di Michele Apicella, pseudonimo della sua stessa persona, figura che in ognuna di queste pellicole, pur vivendo vite diverse, mantiene lo stesso carattere, gli stessi principi, i valori e le ossessioni. Tutto ciò che è interiore e psicologico, è proprietà di Michele Apicella in questi film, che, spiegando a chi non li conoscesse, non hanno alcun legame dal punto di vista della vicenda l’uno con l’altro, non sono sequel, o “capitoli” di uno stesso libro, come li hanno spesso definiti.
Sono totalmente slegati tra loro, mondi paralleli, che hanno come unica affinità quella di essere tutte “realtà alternative” per il personaggio/persona Michele Apicella, alter ego di Moretti. Come se il regista romano volesse indagare su quelle che sarebbero potute essere le sue “vite” in alternativa alla propria, se avesse compiuto scelte diverse in passato. Apicella gode di caratteristiche accessorie che sono tipiche anche dello stesso regista e sono le stesse in tutte le storie di questo filone. Ricordiamo per esempio il suo essere intollerante verso comportamenti altrui non considerati da lui stesso adeguati, il suo complesso di Edipo, la sua ossessione per la stabilità di coppia, per la cultura e per il rispetto nei confronti del linguaggio, il suo essere comunista, l’amore per il ballo (di coppia), per le canzonette (in particolare quelle italiane), per i dolci (tra tutti, la Sacher Torte) ed infine la necessità di comunicare.
Il motivo che mi ha spinto a collegare questo filone alla fase della Giovinezza è piuttosto immediato, quando, infatti, se non nel momento in cui si è ragazzi è vivida l’esigenza di verificare tutte le alternative e dover scegliere quella più corretta per noi?
Ecco che raggiungiamo la fase della Maturità. Si lascia alle spalle il dubbio e si conquista padronanza di se e del proprio status, ci si Autopresenta allo specchio e al mondo come “persone” vere e concrete, plasmate in equilibrio con e nella società.
Il regista infatti abbandona l’alter ego Michele Apicella e da fiato alla propria voce senza maschere, producendo Caro Diario e Aprile, due film che vedono la persona di Nanni Moretti non più come attore, ma come personaggio vero e proprio.
Diventiamo attraverso il suo filtro lentoidale, voyeur della sua stessa esistenza, scoprendone di lui il privato e il pubblico, il bene e il male, le gioie e i dissapori.
Ma solo dopo aver dichiarato al mondo la propria essenza, si può iniziare ad Analizzare ciò che è vicino ma esterno da noi, ciò che non è autobiografico ma empatizzabile ed ecco quindi che Moretti si trova ad indagare l’altro da lui, il diverso, l’osservabile esteriormente, mettendo così al mondo film meno personali, più fruibili ed apprezzabili dalla massa ma ancora all’altezza delle aspettative del suo pubblico più affezionato.
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