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Il 7 aprile, alla Piccola Fenice, “Processo a Giovanna d’Arco” di Robert Bresson

Prende il via la rassegna di aprile, dedicata a un maestro del cinema francese e internazionale

Processo a Giovanna d'Arco, di Robert Bresson

Martedì 7 alle ore 21.15 alla Piccola Fenice il Circolo Linea d’Ombra inaugura la rassegna di aprile dedicata ad uno dei Maestri del cinema francese e internazionale: Robert Bresson.

Il più ascetico regista francese, antispettacolare, totalmente avverso alle logiche produttive dell’industria cinematografica.
Ha sviluppato nel tempo un linguaggio cinematografico puro, rigoroso, radicale, coerente con le sue convinzioni, capace di sovvertire le regole del lessico cinematografico fino a quel momento adottate.

Nel cinema di Bresson l’immagine prende il sopravvento sulla parola e il superfluo viene sottratto per far posto all’essenziale.

Martedì si assisterà alla proiezione del film “Processo a Giovanna d’Arco” (1962, 65′) vincitore del Premio Speciale della giuria di Cannes.

Nel film Bresson ricostruisce in modo rigoroso, servendosi dei documenti reali della vicenda, il processo e la condanna a morte ad opera di un tribunale ecclesiastico presieduto da Pierre Cauchon, contro la pulzella d’Orleans.

Bresson fa una ricostruzione asciutta ed essenziale dei fatti, avvalendosi di una recitazione minimalista, totalmente passiva ed impersonale, resa in modo impeccabile dalla protagonista Florence Delay.

Pur attenendosi agli atti del processo il regista non ebbe la pretesa di fare la ricostruzione storica e l’interpretazione critica di un’epoca e di un personaggio, ma si preoccupò di ricreare Giovanna attraverso le sue parole e renderla attuale: “Ho voluto che Giovanna d’Arco fosse un personaggio dell’oggi: il letto, i suoi scarponi appartengono alla nostra epoca (1962), li ho introdotti deliberatamente, con il rischio di urtare. Ho sentito il desiderio di rendere ammirevole agli uomini del nostro tempo questa giovane, e sarei felice se il film contribuisse a farla rinascere. Giovanna aveva quel senso della vita al quale non pensiamo abbastanza sovente. Essa ha sacrificato la vita al senso della vita”.

Quello che ne esce è un ritratto diverso dalle precedenti versioni: non è più l’eroina plebea ma una donna raziocinante nel suo mistero, disinvolta ed elegante, emancipata intellettualmente, che si confronta con i giudici alla pari.

Per godere appieno delle opere di Bresson, i film della rassegna di aprile saranno introdotti dal regista e Presidente del Circolo Linea d’Ombra Sergio Canneto.

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