Senigallia, azienda cinese multata per 300mila euro: 20 lavoratori in nero – FOTO
Sequestrato dalla Guardia di Finanza il capannone adibito abusivamente anche a dormitorio
Vivevano e lavoravano in uno stabile privi di contratto, senza misure di sicurezza ed in precarie condizioni igieniche. A finire nel mirino della Guardia di Finanza un’azienda cinese situata nel territorio senigalliese, peraltro già oggetto di attività ispettiva da parte delle Fiamme Gialle.
L’attività, che si occupava di confezionamento di capi di abbigliamento, era da tempo nel mirino dei militari che, attraverso controlli incrociati eseguiti presso vari clienti, avevano rilevato che il titolare dell’azienda, a fronte di fatture emesse per oltre 1 milione di euro e mai dichiarate, non aveva assunto alcun dipendente.
Gli uomini della Guardia di Finanza hanno così optato per un blitz notturno in cui hanno scoperto 20 soggetti cinesi intenti a cucire pantaloni per conto di importanti aziende italiane privi di qualsiasi contratto. Alla vista dei militari, l’imprenditore, per giustificare la presenza dei lavoratori nel laboratorio, non solo si è presentato con un nominativo diverso da quello reale, ma ha esibito anche un registro infortuni risultato appartenere ad un’altra ditta cinese, attiva da circa due anni nel medesimo laboratorio. A seguito delle molteplici violazioni constatate alla disciplina del lavoro, sono state elevate sanzioni per oltre 300.000 euro.
Da sottolineare che l’imprenditore cinese era già soggetto ad un provvedimento emesso dalla competente A.G., inerente l’adozione di misure di carattere reale (sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca di beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro).
Nel corso degli accertamenti è anche emerso che i 20 lavoratori in nero alloggiavano in un capannone attiguo, concesso in locazione da italiani, privo dei requisiti di abitabilità: diverse stanze da letto erano state ricavate abusivamente nei bagni. In conseguenza di tale situazione, il capannone utilizzato come dormitorio, al fine di scongiurare tragedie come quella avvenuta a Prato il primo dicembre 2013, dove diversi lavoratori stranieri che alloggiavano in uno stabile simile persero la vita a seguito di un incendio, l’azienda è stata sottoposta a sequestro preventivo su disposizione del GIP.
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