La storia delle tamerici sul lungomare Mameli di Senigallia, irrisolta dopo 10 anni
Evidenti le "ferite" sui tronchi: se è specie protetta, la si è protetta male; altrimenti...perché la si protegge?
Ancora una volta, in qualità di gestore di questa rubrica, mi ritrovo a fare da trait d’union tra un comune ed anonimo (non per me) cittadino e l’Amministrazione Comunale.
Quando gli ho chiesto il perché ricorresse al sottoscritto mi son sentito dire: “Perché si fa prima. Normalmente bisogna conoscere a chi si deve inoltrare la supplica, poi bisogna conoscere i giorni e le ore in cui la persona competente in materia riceve, fissare l’appuntamento con la segreteria e ritornare il giorno prefissato. Capisco bene che deve esserci un’organizzazione – ha continuato il mio concittadino – ma anche io posso avere i miei impegni che non combaciano con l’appuntamento ed allora si andrebbe alle calende greche e magari poi per ricevere, alla fine, un nulla di fatto. Ed ecco perché preferisco delegarti, ben s’intende, sempre che tu sia disponibile!”
Ed io disponibile lo sono sempre. Seppure devo dire che immagino che l’ “anonimo” avrà risparmiato il suo tempo, come pure lo avrà fatto risparmiare anche all’assessore preposto (che sinceramente non so neppure chi sia), ma presumo che l’attesa della risposta, se dovesse tardare ad arrivare e sempre che poi arrivi, lo lascerà con il dubbio ancora a perseguitarlo.
Si guardi bene che non è un servizio, è solo un chiarimento quello che lui chiede ed infatti specifica: “Gradirei sapere il destino di questi 18 tamerici sul lungomare Mameli (vedi foto) che versano in condizioni di salute precaria, che ad ogni colpo di Bora perdono rami mettendo in pericolo gli automezzi come i motocicli e le biciclette solitamente parcheggiati sotto, ma anche e principalmente per l’incolumità pubblica nonché un costante e possibile pericolo per il transito veicolare (in quanto spostati rispetto al marciapiedi verso il bordo della carreggiata). Se non erro, se ne cominciò a parlare nel lontano 2005 (c’erano ancora le circoscrizioni), poi con il restyling e il rifacimento dei marciapiedi, alcuni di quelli all’interno furono sostituiti con altri che oggi campano e non muoiono, ma di queste 18 sentinelle decrepite più nulla. Quasi che fossero un’opera d’arte posta lì come eredità da lasciare ai posteri a futura memoria.
Perché questa scelta? Perché sono rimaste al loro posto? Perché non sono state rimosse viste le evidenti “ferite” nei tronchi? Mi si dirà che sono una specie protetta? Ma se sono protette i riguardi che si usa nei loro confronti sono, a quanto sembra, limitati ed insufficienti, visti i risultati. Ed allora se sono tanto protette ed osservate speciali, perché l’indomani di temporali, raffiche di vento, intemperie varie, non si vengono a raccogliere anche i rami caduti che perdono ad ogni occasione? E se invece secondo i tecnici, godessero ottima salute, forse la risposta al mio suggerimento sarà quella del “Non abbiamo risorse per spostarli”. Perché immagino che se sono protetti e godano ottima salute si potrebbero spostare al di là del muretto sempre a suo ridosso, creando ad hoc un’area nella spiaggia – foto di repertorio ma non della nostra spiaggia. Infatti si verrebbe a togliere questo “impiccio” ai lati di una strada già stretta di per sé, principalmente d’estate e più pericolosa d’inverno, quando spesso l’illuminazione salta per strani, ma ripetuti, motivi tecnici”.
Io mi son sentito in dovere di far presente al mio gentile amico che l’argomento, considerando gli stati di allerta che ci perseguitano e le problematiche che creano, nonché lo stato economico in cui versa l’Amministrazione porteranno chi dovrà vagliare e dare una risposta a giudicare che l’argomento è così leggero da pensare: “costui non aveva niente di meglio a che pensare?”.
Vero è però che si parla di un problema sollevato dieci anni fa e che merita quanto meno, se non una sistemazione, almeno una risposta. Ed ho detto risposta, non serie di scusanti! Risposta che del resto, e l’ho già anticipato al mio interlocutore, se cadrà sotto la gestione dell’assessorato ai lavori pubblici e quindi del vice sindaco Maurizio Memé, forse abbiamo una discreta possibilità di riceverla, qualunque essa sia. Ma se dovesse cadere sotto qualche altro assessorato, bisognerà appellarsi ad una intercessione divina. Perché spesso come si dice, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma solitamente le esperienze insegnano.
Vedremo se mi sbaglio, anzi vorrei essere smentito, ma comunque sia, un grazie anticipato per l’eventuale risposta è doveroso, come pure le mie scuse nel caso di un mio errore di valutazione.
C'erano pure quelli che si facevano il culo dalla mattina presto alla sera tardi sapete.
Incavolatevi con quelli davvero colpevoli.
Un consiglio alla persona che ha visto le piante malate e che cascano: fatto bene a dirlo con qualsiasi mezzo.
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