Il caso Orlandi apre la decima edizione degli “Incontri con la Storia”
L'appuntamento è per il 19 Febbraio alla Biblioteca “Antonelliana”
Chi ha valicato, ma non solo, il mezzo secolo di vita sa che il caso di Emanuela Orlandiè uno di quelli che più hanno appassionato l’Italia negli ultimi decenni. Soprattutto, il caso della quindicenne – figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983 in circostanze misteriose – dura da 32 anni, senza che ancora sia stato aperto un processo.
Quella che inizialmente fu rubricata come la scomparsa di un’adolescente è presto diventata una delle vicende più oscure e inquietanti della storia italiana, capace di coinvolgere il Vaticano, lo Stato italiano, lo Ior, il Banco Ambrosiano, i servizi segreti di diversi Paesi, la Banda della Magliana e altri soggetti malavitosi.
Alla sparizione di Emanuela Orlandi fu collegata quella, di poco precedente, di un’altra adolescente romana, Mirella Gregori, scomparsa il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata. Secondo alcuni, Emanuela Orlandi, che oggi avrebbe 47 anni, si trova in Inghilterra, secondo altri è stata segretamente accolta in un convento laziale, a detta di altri ancora è morta, etc. etc.
Certo è che i punti oscuri, le reticenze, le omertà non mancano. Al caso-Orlandi ha dedicato due libri Fabrizio Peronaci che, giornalista del “Corriere della Sera”, ha costruito il secondo di questi libri, Il Ganglio (Ed. Fandango Libri, 2014), sulla base della confessione di Marco Fassoni Accetti, un fotografo che si è autoaccusato di aver avuto un ruolo preminente nel duplice sequestro e che è stato iscritto nel registro degli indagati.
In estrema sintesi, questa la tesi del libro che collega il duplice sequestro all’attentato di Alì Agca, il criminale turco che, dopo aver ucciso un giornalista attivista dei diritti umani in Turchia, sparò il 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro a Papa Wojtyła. Il movente dell’atto criminoso sarebbe consistito nell’indurre Agca a ritrattare le accuse contro i servizi segreti bulgari come mandanti dell’attentato a Giovanni Paolo II, in modo da salvaguardare il dialogo con l’Est che stava a cuore alla fazione ecclesiastica denominata “Il Ganglio”, un oscuro gruppo di potere interno alle mura leonine; ad Agca si volle far credere che sarebbe stato liberato grazie alle pressioni esercitate sull’Italia e sul Vaticano, di cui le due ragazze erano cittadine.
Di tutto questo parlerà Peronaci con il suo Ganglio il pomeriggio del 19 Febbraio alla Biblioteca “Antonelliana” (ore 17.30), in apertura della decima edizione degli “Incontri con la Storia”. Modera la Vicepresidente dell’Associazione di Storia Contemporanea, prof.ssa Lidia Pupilli, mentre parla del libro, dialogando con l’autore, il prof. Fabrizio Chiappetti.
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