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Omicidio Moroni, il padre si sarebbe difeso dal figlio in cerca dei soldi

Al processo ad Ancona, è stato ascoltato il medico legale: tesi compatibile con le ferite rinvenute

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Autorà - Autoricambi Senigallia
L'abitazione di via Buozzi in cui vive la famiglia Moroni

Ci fu colluttazione e il padre tentò di difendersi. E’ quanto emerso dalla testimonianza del medico legale al processo per omicidio ad Ancona a carico di Roberto Moroni, che il 3 febbraio 2014 uccise con un coltello il figlio Luca nell’abitazione di via Buozzi, a Senigallia.

Lunedì 16 febbraio l’udienza al tribunale dorico, dove è stato interrogato il medico legale Marco Valsecchi che effettuò l’autopsia sul corpo di Luca Moroni, il 49enne tossicodipendente che quella mattina di un anno fa si scagliò contro il padre nel disperato tentativo di ottenere dei soldi per gli stupefacenti.
Secondo il consulente, la tesi del 70enne per cui il figlio l’avrebbe aggredito e lui si sarebbe difeso sarebbe compatibile con le ferite riportate dal 49enne. Tre i tagli rinvenuti sul corpo del figlio Luca: due al collo (di cui una è stata quella mortale) e una sul costato. Ferite invece del tipo contusioni in varie parti del corpo e soprattutto del capo erano state invece refertate al padre Roberto, ora imputato.

La prossima udienza è stata fissata per il 16 marzo.

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