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Simonetta Bucari: “alluvione di Senigallia, ecco ciò che va detto”

"Troppe verità sottaciute nella relazione del presidente Mancini"

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L'alluvione del 3 maggio 2014 a Senigallia

Importante e degno di attenzione il lavoro fatto dalla Commissione speciale, nel cercare di accertare criticità e di  ricostruire, certo, non senza difficoltà l’evento calamitoso di eccezionale portata verificatosi con modalità imprevedibili e anomale il 3 maggio.


Doveroso comunicare  che i commissari non hanno percepito gettone di presenza e che le indennità sono state devolute al Fondo Alluvione.

Numerosi i tecnici e responsabili di servizi pubblici auditi, per poter dare risposte ai tanti  interrogativi che legittimamente albergano nella mente di quanti hanno subito la violenza dell’alluvione. Alluvione cha ha colpito la città tutta, maggioranza e minoranza,  per questo avremmo auspicato di giungere ad una relazione unica, per dare e fare chiarezza!
Ma ogni tentativo  di dialogare, mediare con il presidente Mancini, è stato inutile. Troppe le “mezze verità”!

In primis andavano ricordate le competenze in materia di acque, sottolineando che “sono conferite alle Province tutte le funzioni  relative alla progettazione, gestione delle opere idrauliche, sistemazione di sponde e degli alvei e che il Comune di Senigallia è competente ad intervenire sul fiume Misa solo nel tratto che va dal ponte della Ferrovia alla foce”.

Andava ribadito che solo alle h. 7,00 del 3 maggio arrivò, dalla Sala Operativa Regionale, al Comune di Senigallia la segnalazione del livello preoccupante del fiume Nevola ed immediatamente si inviarono le comunicazioni di allarme via sms nelle zone più a rischio, zona Marazzana-Cannella, Bettolelle.

Andava ripetuto che la terribile alluvione fu provocata non dall’esondazione del fiume per sormonto, ma dalla rottura, per ben 50 metri,  di un argine in sponda destra, rottura che  determinò la fuoriuscita di ben 6milioni di m3 di acqua, si disegnò così repentinamente un nuovo fiume anomalo, all’interno delle vie cittadine, fuori da ogni prevedibile aspettativa.

Andava rammentato che le zone più colpite, Borgo Mulino e il Campus scolastico  non erano affatto perimetrate e comprese nel famoso PAI regionale, il primo, quello  del 2001, mentre la zona di Borgo Bicchia rientrava in una zona di rischio non elevato. Quindi la riperimetrazione regionale del PAI del 2004,  cavallo di battaglia della relazione di minoranza, non avrebbe di fatto toccato o alterato le aree più colpite, quelle dove purtroppo abbiamo avuto le nostre vittime!!! Aree entrambi escluse anche dal primo PAI della regione Marche.

Andava  sottolineato che immediatamente dopo la fuoriuscita del Fiume Misa  si  interruppero tutte le possibilità di comunicazione, saltò l’energia elettrica, le linee di telefonia fissa e la maggior parte di quelle di telefonia mobile. Un blocco di circa 34 ore. Un black out che rese inevitabilmente più gravoso il coordinamento delle informazioni necessarie per la gestione dell’emergenza. La caserma dei Vigili del fuoco e della Polizia furono sommerse dalle acque. Le prime operazioni di soccorso furono rivolte a salvare le vite umane in pericolo e a mettere in salvo gli studenti rimasti negli Istituti scolastici.

Queste e tante altre “verità” sono state taciute o sottintese nella relazione del presidente Mancini, verità che tutti dobbiamo conoscere per fugare ogni sospetto su eventuali  responsabilità su quel terribile evento.

Dovremmo,come scrive il presidente nella sua relazione, “evitare di cadere nel facile meccanismo di esprimere valutazioni a posteriori, viziate dal peso, certamente considerevole, degli avvenimenti seguenti e delle loro conseguenze, di fatto devastanti” e quindi tutti insieme dovremmo, aldilà delle appartenenze politiche, vigilare e monitorare l’azione politica e di controllo sul nostro fiume, affinchè gli organi competenti intraprendano e realizzino tutte quelle opere necessarie alla messa in sicurezza del nostro fiume: rafforzamento e consolidamento degli argini, realizzazione delle vasche di espansione, pulizia degli alvei fluviali,  creazione di una piattaforma unica che fornisca dati e grafici in tempo reale sui livelli idrometrici dell’acqua a tutto il territorio interessato, utilizzo di nuove tecnologie per comunicare l’allerta in modo più tempestivo, ridefinizione del PAI,…

Sarà un percorso lungo, già iniziato con l’emanazione dell’ordinanza del sindaco per l’abbattimento di 3000 alberi dentro il letto del fiume, su richiesta della Provincia. Un percorso che, siamo certi, ci vorrà vedere tutti uniti nel dare priorità alla tutela dell’ambiente, mitigando il rischio del  fiume Misa, da sempre parte integrante ed imprescindibile del nostro territorio.

Commenti
Ci sono 7 commenti
un povero tra i poveri (di politica) 2015-01-31 15:37:02
"CIO' CHE VA DETTO" Non credo assolutamente che Mancini abbia rifiutato ogni forma di dialogo, anche perchè non si trattava di dialogo o mediazione, ma di semplice ricostruzione dei fatti e di competenze provate dai fatti accaduti, credo al contrario che il PD abbia voluto imporre la propria relazione a tutti i costi senza rispetto del presidente e degli altri componenti la commissione che, sempre secondo me, sono stati troppo morbidi. Le responsabilità delle ultime legislazioni comunali non possono e non devono essere "taciute o sottintese". "CIO' CHE VA DETTO" è la VERITA' che è una e non quella che più fa comodo a ciascuno di noi.
ilbianconiglio 2015-01-31 16:40:29
Sbrigatevi a togliere di mezzo tutta quella fanga dal fiume. Fra un pò è alta come gli argini,dopo avoglia a dire che il fiume non scorre bene! Altroche le piante
maria garbini 2015-01-31 19:20:22
Anche le cammelliere,lentamente, arrivano a sostenere il sindaco m. eroe-santo subito. s-610.
Alberto Diambra
Alberto Diambra 2015-02-01 09:08:05
Il Comitato PEEP MISA di Senigallia ribadisce che entrambi le COMMISSIONI non hanno tenuto in debita considerazione gli esposti e denunce presentate da DIECI anni ad OGGI sulle problematiche idrogeologiche del fiume Misa e sul massacro del territorio adiacente,a Sindaco di Senigallia,Presidente la Provincia di Ancona,Presidente la Regione Marche ,Protezione Civile,Prefetto di Ancona ,Procura di Ancona ,Organi Centrali,senza alcun risultato e provvedimento.
Matteo Bartoli 2015-02-01 14:38:32
Bisognerebbe anche dire che tanti bambini, io compreso, giocavamo d’estate nell'attuale zona del Campus Scolastico e del Centro Commerciale. Ci giocavano soltanto d’estate perché d’inverno non era praticabile ed infatti la chiamavano “la palude”. Tale zona era una piccola vasca d’espansione naturale che serviva a contenere le alluvioni di piccola portate del fiume Misa. La trasformazione di quelle aree in edificabili ha portato l’innalzamento delle quote dei terreni fino ad 1,5 metri circa (a mia memoria). Ora con le quote alterate, e non solo lì, sono stati cambiati i percorsi di scorrimento naturali delle acque. Inoltre l’edificazione di tali zone ha comportato l’aumento della popolazione esposta a questo rischio. Se poi, per una visione miope della realtà, quelle zone non sono state inserite nel Piano d’assetto idrogeologico si arriva al paradosso che vi permettete pure di dire che non erano rischiose e quindi in esse non è stato dato preavviso. Ma vergognatevi!
carloc1964 2015-02-01 15:01:36
Non entro nel merito delle relazioni della commissione perché vanno lette nel contesto della dialettica politica, ma da osservatore che abita a Borgo Bicchia (fortunatamente qualche metro sopra il livello del fiume), con 2 figli nelle scuole della città dico che: i telefoni funzionavano anche a B.Bicchia fino alle 10,30 (sia internet sia il telefono), cioè 3,5 ore dopo l'allarme; alle 11,30 si poteva ancora transitare all'incrocio della Penna, poi divenuto un fiume, senza nessuno che ti dicesse cosa stava succedendo (e il fiume era già uscito mi sembra...). E poi basta con la storia delle responsabilità che sono della provincia, regione o cosa, se ci sono dei rischi concreti per la salute delle persone nel territorio del comune il Sindaco se ne fa carico eventualmente incatenandosi in Piazza Roma ad Ancona finché il soldi per provvedere non si trovano. E comunque dopo un fatto del genere chiede le dimissioni e la presa di responsabilità delle persone (tecnici e politici) competenti. Anche se dovesse significare la fine della sua carriera politica.
Sebastian
Sebastian 2015-02-01 16:06:13
Classica arrampicata sugli specchi della Bucari che dopo cinque anni di silenzio totale e cinque anni di inutilità totale nel Consiglio comunale, tenta di farsi ancora votare per non perdere lo scranno, sempre tanto caro a chi non è in grado di conoscere e risolvere i problemi dei Cittadini. Povera Senigallia in mano al nulla totale...
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