“Servire Senigallia, non governare”: Francesco Piccolelli per Perini sindaco
La lista civica Progetto InComune presenta un nuovo candidato
Sono Francesco Piccolelli, 34 anni, laureato in scienze infermieristiche, infermiere, sposato con Cinzia da cui ho avuto Elena e vivo ormai da 8 anni a Senigallia.
Ho deciso di candidarmi con Progetto InComune perché credo profondamente ad un percorso politico semplice e chiaro: ristabilire il confronto democratico nella nostra città, ridare importanza e legittimità al dissenso e all’opposizione in un momento in cui il coraggio di esprimersi è quasi scomparso dallo scenario politico; in un momento dove ci sono tanti specchietti per allodole, noi siamo qui per dire parole di verità.
In questi anni pur stando lontano dalla politica, ho cercato di fare formazione, di far conoscere problematiche della città, assieme al mio carissimo amico Maurizio.
Senigallia ha bisogno di una ventata, ha bisogno di far sapere, di far conoscere, di poter divulgare la sua storia e le sue ricchezze.
Ognuno può darsi una risposta, ognuno ha le proprie convinzioni, tuttavia ritengo che la conoscenza – il desiderio di conoscenza – sia la molla che può sviluppare la città sotto l’aspetto umano e culturale.
Senigallia in questi anni è stata bendata, le è stato impedito di vedere il proprio futuro, di poter camminare e questo è irragionevole.
Una città dai mille risvolti, una città che racchiude uno scrigno d’oro di opportunità che non può brillare perché alcuni vogliono tenerlo serrato illudendo i cittadini soltanto con “due monete d’oro” o forse tre.
Nel Progetto inComune, c’è una frase che ci accomuna, ovvero “Volere è potere”, ma noi crediamo che altrettanto forte sia “il sapere”, ecco perché il primo incontro pubblico del gruppo è stato sulla scuola e non su altri temi che avrebbero pagato di più in termini elettorali.
Passa l’idea che dopo il 3 maggio sia tutto a posto e così non è, che la complanare abbia portato vantaggi ed invece il traffico sulle vie (Statale e Cellini) che avrebbero dovuto vederlo ridotto, è sempre lo stesso.
Leggi su alcuni giornali che in piazza del Duca a capodanno c’erano 10.000 persone e forse non ce n’erano nemmeno la metà della metà. Ti chiedi perché si debba nascondere la realtà di una città che annaspa, che è in difficoltà non solo per quello che viene deciso a Roma, ma anche per scelte sbagliate fatte qui da chi ha amministrato da oltre 30 anni ininterrottamente. Qui in quella che oramai considero la mia città, ci vivo e ci lavoro da quasi 8 anni e sentire enfatizzati solo 3 mesi estivi non mi soddisfa.
Così come non mi fa piacere sentire di persone di Senigallia che trascorrono le loro serate a Rimini o Riccione, perché siamo certi che le potenzialità di Senigallia sono tali da poter letteralmente surclassare entrambe le realtà romagnole.
In questa direzione voglio fare un appello ai giovani, agli over 35, alle famiglie , a tutti coloro che sono stanchi e non vorrebbero andarsene da Senigallia: riprendetevi, riprendiamoci la città. Ecco perché quando abbiamo pensato ad un motto per il gruppo ci è venuto spontaneo dire, le chiavi della città ai Senigalliesi.
Non è importante quello che io penso di questa amministrazione, ma quello che ne pensate voi. Se pensate che questa Amministrazione abbia operato bene, se ritenete che negli ultimi anni i servizi pubblici, il turismo siano stati apprezzabili, se le imposte comunali sono state adeguate ai servizi resi, non c’è nessun motivo per votarci.
Se invece questo non lo pensate e anzi credete possibile un modo diverso di amministrare, ora è giunto il momento di crederci, di impegnarvi non soltanto col voto, ma direttamente, in prima persona, perché una città non la governa un sindaco o un assessore, ma la governa la gente e noi siamo una parte di quella gente che si mette al servizio della città. Forza Senigallia!
MAURIZIO PERINI
Non c’è persona che abbia condiviso più di altri con me la passione per l’impegno sociale e che mi abbia in questi anni sostenuto come attivista politico prima e consigliere poi. Francesco c’è sempre stato sia nella vita privata, nel lavoro e nelle iniziative in cui ci si doveva lanciare con coraggio. Entrambi abbiamo lavori che ci occupano gran parte della giornata, lui come infermiere, io come consulente nelle aziende, ma la passione per le associazioni, per il volontariato e da ultimo per la politica ci porta sempre a fare le cose insieme e a farle nella maniera migliore. Anche in questo caso ci ritroviamo qui come due “alfieri” a combattere per una buona battaglia: Il rilancio della città dove viviamo.
da Progetto InComune
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