Paradisi: “Commissione sull’alluvione: grave censura per ostacolare la verità”
Bavaglio al funzionario regionale che si oppose al nuovo Pai
Cosa deve nascondere la Regione Marche nella ricostruzione degli eventi legati all’alluvione? Per quale motivo la Regione Marche impedisce di ricostruire i fatti che portarono all’adozione del Pai con relativa (sbagliata) perimetrazione delle aree a rischio? Ce lo dicano il presidente Spacca e il dirigente Mario Pompei che, con una nota di netta chiusura, hanno voluto boicottare la Commissione di inchiesta sull’alluvione di Senigallia.
Sembra incredibile ma il dott. Mario Pompei ha impedito d’ufficio, dimostrando un’arroganza istituzionale ed una scorrettezza senza precedenti nei confronti di un organo comunale, l’audizione in commissione dell’ing. Vito Macchia, il funzionario che nel 2002 prese parte al tavolo tecnico che portò all’approvazione del Pai. Si chiama censura preventiva. Il dirigente Pompei, sbattendo la porta in faccia a tutta la commissione di inchiesta, ha imbavagliato il funzionario che, nel tavolo tecnico del 2002, si oppose alla modifica della perimetrazione relativa al rischio esondazione.
Una modifica voluta fortemente dall’allora assessore Maurizio Mangialardi e dai dirigenti regionali (modifica dimostratasi poi del tutto irresponsabile, come ha dimostrato l’alluvione del 3 maggio scorso). Imbarazzante la lettera del dirigente Pompei al presidente della Commissione Mancini.
“Già il dirigente Marcello Principi – scrive Pompei per impedire all’ing. Macchia di essere convocato – è stato ascoltato su tali tematiche … ha dato risposte chiare ed esaurienti … la convocazione dell’ing. Vito Macchia nulla può aggiungere rispetto a quanto già dedotto né rispetto all’evento del 3 maggio né riguardo la procedura di formazione del Pai”.
Incredibile: un burocrate decide se un testimone oculare di fatti fondamentali può o non può aggiungere altri elementi rispetto a quelli forniti dall’attuale capo ufficio (Marcello Principi) che, sia detto per inciso, nel 2002 era addirittura consulente per il Pai del Comune di Senigallia. Ovvio l’attuale conflitto di interessi del dott. Principi. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita.
Nei piani alti, si vuole impedire che la verità emerga e non potendo chiudere la Commissione di Inchiesta (come aveva auspicato Mangialardi), vengono imbavagliati i testimoni oculari con atti autoritari degli uffici, pena magari provvedimenti disciplinari nei confronti di quei testimoni oculari che decideranno comunque di rispondere alla convocazione della Commissione. Siamo nella centralissima regione Marche. Il clima è quello della più becera provincia sovietica.
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