Mel Brooks: la comicità? “Solo una difesa contro l’universo”
La rubrica di cinema "Screenshot" dedica una puntata all'attore, produttore e regista
Regista, sceneggiatore, attore, cabarettista, autore sia teatrale che televisivo, produttore e ebreo fino all’ultima goccia di sangue. No, non sto parlando del superbo Woody americano, ma di un’altra roccia del cinema hollywoodiano ugualmente celebre: mi riferisco alla pietra miliare della parodia cinematografica statunitense, Mel Brooks.
Chi di noi non ha riso almeno una volta con una sua performance registica come nel caso del divertentissimo Frankenstein Junior che uscì nelle sale nel 1974, oppure attoriale, con il successo sempre del ’74: Mezzogiorno e mezzo di fuoco. Il primo, in ordine di citazione, si rivela una fortunatissima parodia-rivisitazione, esteticamente superba, delle pellicole horror di James Whale, applaudito specialmente per la fotografia in puro stile anni ’20 e per il cast superlativo del quale è obbligatorio citare l’accoppiata vincente Gene Wilder, storico collaboratore del regista, e Marty Feldman. Mezzogiorno e mezzo di fuoco invece, oggi considerato uno dei suoi migliori film, ottenne inizialmente reazioni e critiche pesantemente negative legate all’eccessiva volgarità con la quale furono parodiati i film western tanto in voga in quel periodo.
Il signor Brooks ha sempre raccontato di aver utilizzato la sua comicità come reazione difensiva contro l’aggressività dei coetanei che lo rendevano vittima di bullismo per la sua fede ebraica, per la sua bruttezza e per la sua piccola statura in particolare. Questa vena comica si sviluppò però specialmente durante il servizio militare, durante il quale amava mettersi al centro dell’attenzione con gag e spettacolini improvvisati, di lì a poco incominciò la sua difficile gavetta da cabarettista, decorata oggi da mille leggende ed aneddoti tra i quali il suo consueto gettarsi vestito in piscina per suscitare le risa del pubblico nei momenti di difficoltà.
La sua dote di comico venne, come successe anche ad Allen, sfruttata anche a servizio della televisione per la quale iniziò a lavorare come autore, preoccupandosi di scrivere battute e barzellette (specialmente anti-semite) per gli ospiti di un celebre show. Per completare la sua carriera nel mondo dello spettacolo e renderla a tutto tondo, Brooks si cimentò anche nella scrittura di numerose commedie, format televisivi e spettacoli teatrali.
A spingere il talentuoso e giovane Mel verso il mondo del cinema fu la sua neo-sposa, la meravigliosa e famosissima Anna Bancroft, premio Oscar per Anna dei Miracoli e protagonista de Il Laureato insieme a Dustin Hoffman.
Anche la storia d’amore con Anna, scomparsa non molti anni fa per un terribile male, è adornata di aneddoti divertenti come quello che suole raccontare che il sentimentalissimo Mel Brooks pagò un’abbondante mancia ad una collaboratrice dell’attrice per farsi dire dove questa si recasse a mangiare quella sera, e lui fece in modo di trovarsi e scontrarsi “accidentalmente” con la diva proprio in quel ristorante.
Tra i suoi lavori migliori ricordiamo Alta Tensione, che prendeva amabilmente in giro il cinema del padre della suspense Alfred Hitchcock, Balle Spaziali che invece aveva come oggetto di scherno i capolavori di fantascienza in particolare Star Wars, Star Trek e Alien, poi ancora Robin Hood: un uomo in calzamaglia e Dracula morto e contento.
Tutti i suoi film sono caratterizzati da una forte cura dei particolari che sta proprio a rappresentare l’amore ed il rispetto che Brooks nutre nei confronti dei film che rivisita.
Brooks, oltre ad essere molto amico di Ezio Greggio, è anche molto amante dell’Italia e della sua storia del cinema, in special modo dei capolavori del grande Vittorio De Sica : “Quando ho visto per la prima volta i film di Vittorio De Sica ho urlato: << ecco! Voglio fare questo… >> nessuno come lui ha saputo fondere commedia e sentimenti. Io ho fatto un cinema più apertamente comico, ma certo in me c’è qualcosa della lezione italiana, da Totò a Sordi, incluso forse la capacità di osservare una realtà anche non piacevole e deformarla sotto la lente della risata” (Mel Brooks)
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