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Nuovo Cinema Arcobaleno: due gemme illuminano la recente cinematografia

Due proposte di Screenshot per chi preferisce un buon film alla monotonia televisiva

Happy go lucky, locandina

Siamo nel cuore dell’estate, nel cuore del brio, dell’allegria, della smania di nuove esperienze e sensazioni inedite.

Abbiamo tutti bisogno di sogni, di limonate fresche, di gioiose compagnie per allietare le nostre lunghissime giornate sgombere d’impegni.
Passeggiate al mare, numerose ore immersi nell’acqua a fare il morto, la stella, le capriole e i tuffi o sdraiati sul bagnasciuga desiderosi di uno sguardo e di una pioggia di sole.

Ma si sa che l’estate, specialmente quest’anno, è un po’ pazza e anticonformista, ed  alterna per l’appunto splendide giornate impregnate di afa dipinte di un cocente ribollire delle spiagge con cupissimi pomeriggi simil-autunnali in cui la pioggia e il vento burrascoso ci impediscono di goderci al massimo le meritate ferie. E allora che fare? Deprimersi in casa a guardare le solite repliche o i consigli per gli acquisti?

NO! È necessario ribellarsi al monotono palinsesto estivo e godersi in tutta tranquillità qualche piccolo gioiello del cinema contemporaneo.

Ultimamente se ne vedono parecchi di film scadenti, dalle trame insipide e infinitamente lunghi, di quelli che a dire il vero sono buoni solo a farci addormentare la sera sul divano tappezzato da sudore e macchie di gelato, ma fortunatamente qualche piccolo tesoro dimenticato in fondo al cofanetto salta sempre fuori, ed ecco che incombono su di noi con tutto il loro woman-power due ottimi prodotti audiovisivi che non si limiteranno a tenerci compagnia ma provvederanno anche ad espandere luminosità e colore in queste giornatacce strabuzzanti di deprimente pigrizia.
Le due piccole nuove gemme da incastonare nel vostro diadema cinematografico sono Me and You and Everyone we know, della talentuosa comica americana Miranda July, e al suo fianco il terzultimo genito del brillante pluripremiato Mike Leight, regista e sceneggiatore britannico, stiamo parlando di Happy go Lucky.

Le due pellicole, l’una del 2005 e l’altra del 2008, si rassomigliano moltissimo nei toni, nei temi e nelle forti tinte scelte dai loro creatori. Orfane entrambe di sentimentalismi gratuiti e battute copia-incollate, riescono con i loro sottili ed audaci caratteri esplosivi ad invadere i nostri spazi riempiendoli di un’abbondante composto di ironia, riflessione e indagine sull’attuale.

Il primo, quello di nazionalità Americana scommette tutto sull’importanza della comunicazione, e sul gigantesco cambiamento che questa ha subito dopo la nascita di Internet. Oramai non esiste più diretto contatto umano ma solo attraverso il virtuale si può pretendere di affacciarsi ed approcciarsi con il mondo. Le persone hanno bisogno quindi di uno schermo che li divida dai propri interlocutori per sentirsi protetti e tutelati. Fantastica infatti la metafora del pedofilo indotto al reato dalle stesse minorenni curiose di indagare nella propria sessualità che comunica con loro attaccando messaggi su carta alla propria finestra in modo di raggiungere l’attenzione delle due ragazzine un po’ troppo curiose ed invadenti. Il tema della malata-interazione tra la gente non è l’unico interessante affrontato dalla July, strepitoso è anche l’enorme spazio dedicato all’arte, ai nuovi artisti sconosciuti che non vengono considerati, ascoltati e presi sul serio. E con questa parentesi la regista americana ci invita a riflettere sulla trasformazione subita dall’arte, ora non più protagonista indiscussa del gusto e della moda ma subordinata fin troppo al mercato che vi è dietro.

Il secondo film, ugualmente progressista ed innovativo, e sostanzialmente molto acuto per i temi affrontati è quello inglese. Straordinaria l’interpretazione di Sally Howkins nel ruolo di una maestra elementare un po’ sopra le righe, amante della vita e della gente che la circonda, super ottimista, costantemente eccitata dalle nuove esperienze e dalle continue scoperte, anche lei imperterrita nella sua ricerca di un contatto, di un avvicinamento con gli altri esseri umani. Molto incisiva la scena della libreria, una delle prime del film, in cui Poppy, la protagonista, cerca ripetutamente ti conversare con il libraio senza ottenere feedback.

Ad accomunare queste due stelle nella notte buia della cinematografia odierna, sempre più commerciale e insulsa, fatta più di effetti speciali che di contenuti è la drammatica ed ironica concezione di un mondo cupo in cui il colore fatica a vincere sull’oscurità, entrambe le protagoniste, la stramba artista Christine e l’euforica maestra Poppy sono portatrici sane di luminosità e buoni valori, crocerossine in un campo di battaglia che vede combattersi genti sempre più egoiste ed egocentriche, uomini a cui non importa di spendere un attimo del proprio tempo per indagare sugli altri, per conoscere il vicino di casa, per scambiare due parole con il barbone sulla strada o il commesso del negozio.

Due opere geniali, due gioielli d’arte, due Arcobaleni nel nuvoloso cielo della cinematografia contemporanea.

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