Accontentare tutti è un’arte, che si tramanda da padre in figlio…
"...ma essere ruffiano è una professione difficile, meglio starsene all'Opposizione!"
Vietato parlarne male, vietato parlarne bene. Ma è vietato pure non parlarne? Del resto accontentare tutti è un’arte difficile, che si tramanda da padre in figlio.
Solitamente a chi non ha nulla da dire, si consiglia lapalissianamente di non aprire bocca, se non per il respirare.
Se poi, invece, si ha qualche cosa da svelare, riferire, divulgare, insomma rendere pubblico, ma non si conosce quale sia il momento giusto, la persona giusta con cui condividere ed anche il come annunciarlo, il consiglio è sempre quello di cui sopra.
Ed il consiglio non varia neppure se i termini usati saranno mielosi per una pietosa o meritata incensazione. Come non muterà se essi saranno critici ed ironici. Identico suggerimento se l’eventuale scelta cadrà su un apprezzamento critico, perchè allora si verrebbe classificcati come cerchiobottisti o personaggi dai piedi in due staffe.
Se poi malaguratamente il pensiero ti dovesse cadere sulla scelta di “non parlarne” lasciando la cosa cadere lì, questo ti porterebbe a sentirti come un’ “ameba” di persona.
Figuriamoci poi se il tema da trattare sono i problemi di una città, la sua Amministrazione e con l’aggravante di respirare in questi mesi aria di clima pre-elettorale.
Se poi questa è una cittadina anonima, di un’anonima provincia di un’anonima regione, dove nulla è però anonimo, perchè tutti si conoscono, si apprezzano, si criticano, diventa un esercizio anche più difficile. Ed allora che fare. L’eroe o il codardo?.
Nessuno dei due, perchè l’obiettività non è di parte. Il difficile è convincere chi ti legge, ascolta, che non sei di parte e che la tua onestà intellettuale ne è la garanzia. Hai detto niente!!
Quindi a questo punto mi verrebbe da dire, “costi quel che costi, nessuno potrà tacitarmi”.
Ed invece, non sarei onesto. Perchè, come qualcuno ha avuto modo di dire prima di me con parole più appropriate, ma il concetto grosso modo è questo, quando uno non ha più nulla da perdere, ritorna ad essere di nuovo un cittadino, una persona, un essere del tutto libero.
Libero quindi, non certo però un eroe! Ed io avendo raggiunto quell’età della pace dei sensi di qualsiasi tipo essi siano, con il raggiungimento della pensione, dei figli adulti, della non più necessità di prendere il cappello in mano per “chiedere”, ho riabbracciato quella libertà.
Un po’ di tempo fa, infatti, avevo messo su una rubrica che pensavo avrebbe raccolto accoliti e forse anche collaboratori. Invece evidentemente mi sbagliavo. Non so, se perchè qui, in questa cittadina, le cose vadano tutte bene come quelle di Madama la Marchesa, o se perchè la gente preferisce solo l’arte del “borbottare”, oppure se predilige quella classica, che non passa mai di moda, all’italiana “de fasse ‘na sforcinata de …affari suoi”.
Nella rubrica avevo cominciato a parlare, logicamente, di piccole cose cittadine che secondo la mia ottica o di chi me le segnalava, notavamo delle anomalie: ora le buche sulle strade, ora il verde cittadino poco curato o assente, la pulizia della città, le difficoltà nella raccolta differenziata, la viabilità poco scorrevole, le barriere archittetoniche da abbattere.
A parte il fatto che le risposte non le ho mai avute (il politico del resto è come un amico, lo vedi al momento del bisogno…il suo logicamente, quando è in campagna elettorale. Non fai neppure a tempo a vederlo che è lui ti saluta, allungandoti il suo “santino” accompagnato da un sorriso a 64 denti!). Se qualche cosa ho percepito, questo mi è giunto attraverso interrogazioni di qualche consigliere “musoduro” della maggioranza (a dire il vero pochi) o il solito “masochista” dell’Opposizione, che sollevati i problemi, si sono sentiti dare queste due possibili risposte: “non ci sono soldi”, o quella più “politica” del “il Patto di Stabilità ce lo impedisce”.
Ed è allora, dopo un po’ di queste repliche, ascoltate, sentite e risentite (in entrambi i sensi: sia quello di scocciato che di riascoltate), ho preferito, desistere. Perchè buoni si, pazienti si, ma è vero anche che il risultare troppo buono, poi ti fa aggiudicare il diploma di fesso, ed allora saggia fu la decisione di tirare i remi in barca e passare per rinunciatario.
Come dicevo però buoni si, fintanto che non ti salgono diciamo, sopra i piedi, magari sul fastidioso calletto sul mignolo, perchè allora l’urlo di dolore esce dal petto e ti fa aprire quella bocca che ti eri riproposto di tenere chiusa.
La molla che fa scattare il congegno è la classica stupida goccia d’acqua che fa traboccare il vaso e che nel caso in questione sono i termini usati, sono gesti, sono frasi che comunque le pronunci sono prese sempre come fa più comodo prenderle a chi ascolta.
Si, perchè, almeno io credo, che i due “mestieri”, chiamiamoli così, più difficili sono il primo quello di essere una persona coerente (non il simularlo!) ed il secondo quello d’individuo privo di puzze sotto il naso (ed anche qui non il solo far finta!!).
E l’ho scoperto tutto ad un tratto quando sono stato abbracciato come da una strana sensazione di abitare in una cittadina di “Eccellenze”. Una cittadina quale “Stella Polare” di qualsiasi cosa in essa avvenga, una città autoproclamatasi punto di riferimento per ogni cosa si faccia. Un esempio tra tanti: la cittadina dalle innumerevoli bandiere acquisite in anni di battaglie ecologiche e non solo. Quasi come fosse divenuta una “reale fornitrice di drappi” agli sbandieratori del Palio di Siena, visto il notevole deposito che ha di questi svolazzanti “Cenci”.
Mi si passi la forzata ironia, ma tra un po’ si pulirà la pista ciclabile dei celeberrimi suoi Portici dagli escrementi canini pubblicizzando l’avvenimento non certo come una dovuta ordinaria manutenzione, ma come un qualche cosa di eccezionale che l’EU tutto ci invidia.
Ecco che allora, mi chiedo, ma di che cosa dovrebbe, oggi, parlare l’informazione?. Giunti a questo punto, immagino, solo dei comunicati stampa emessi e distribuiti dall’apparato governativo, magari variandone qualche termine, ampliandoli nei loro contenuti, incensati quel tanto che basta, arrichiti di qualche link, e perchè no, mettendoci su in neretto i nomi dei patrocinatori delle iniziative o delle cose di cui si parla, quali che siano dalle bellezze della natura, all’arte, allo spettacolo, a varianti edili-archittetoniche neppure dirlo sempre di notevole pregio, a quelle idem viabilistiche. Ma buttato però lì, mi raccomando, con una certa nonchalance e con preghiera di non firmarlo per rendere il più credibile possibile la “genuina” falsa modestia del contenuto e dei promotori.
Degli eventi estivi poi, meglio evitare proprio di parlare. Del resto portano tanta gente e nella moltitudine si sa, ci sono i civili, ma anche gli incivili; vero è poi, che sono sempre pochi questi casi d’inciviltà e che vengono sempre immediatamente circoscritti. Viviamo o no di turismo? Ed allora bisogna anche saper ingoiare qualche rospo che le Notti Bianche inevitabilmente ti portano con il tanto pubblico, che a sua volta porta tanto lavoro e malaguratamente anche a chi ne farebbe meno. Certo, si poteva organizzare meglio, ma intanto abbiamo fatto qualche cosa. Il prossimo impegno, sulle basi di queste esperienze, ci vedrà più preparati.
Qualcuno dirà che questo è il classico scritto “ruffiano”. Perchè questo vi sembra? Io direi invece, sincero. Anzi ne sono quasi talmente convinto, che lo stesso discorso potrei proporlo per i prossimi fuochi artificiali l’ultimo dell’anno. Del resto piccoli, grandi, farli o meno sono sempre decisioni su cui qualcuno avrà sempre qualche cosa da criticare e ridire.
Ruffiano però no. Del resto oggi essere un abile ruffiano è una seria professione, che va esercitata con passione, con perizia, con infinita modestia, con un pizzico di masochismo che non guasta, insomma bisogna avere una certa vocazione unitamente ad una forma mentale e fisica che unisca l’atto sportivo a quello più politico di stare sempre proni.
Come potrei esserlo io, quindi, vista la concorrenza che ho sulla piazza.
E’ più facile trovare costoro tra la gente molto più preparata, indottrinata e vicina a quelle forze di maggioranza che si dichiarano di sinistra ed a cui una volta mi sentivo e credevo anch’io vicino. Ma nella vita si sbaglia o meglio ti fanno ricredere pensando di sbagliare. Basta accorgersi in tempo e porre rimedio, perchè la cosa peggiore non è errare, ma il perseverare nell’errore. A volte il rimedio, come nel mio caso è una toppa momentanea con la speranza che qualche cosa avvenga!.
Oggi quel PdR (Partito di Renzi) non è più di sinistra. Si è spogliato della giubba rossa comunista e con essa ha gettato nel cesto della biancheria sporca, anche quegli ideali e quelle conquiste che i nostri nonni ed avi, avevano strenuamente e lungamente lottato per portare a casa. Ed oggi gli accoliti di questa novella setta hanno posto bella, lavata e stirata sulla nuova gruccia di Renzi, la nuova giubba bianca della vecchia DC.
Qualche anziano, prudentemente e furbescamente, è stato lasciato fuori a torso nudo, a cuocer salsicce nelle feste di quelle che una volta (prima che gli facessero la festa!) si chiamavano de L’Unità, per far credere che ancora la sinistra esiste. Invece è oramai un partito ambidestro, con ascendente molto centro-destra, composto di gente felice ed orgogliosa di essere pesce in barile. Del resto: de gustibus!!.
La città dell’Eccellenze, non è stata da meno. Non poteva essere da meno. E’ la segreteria che ordina, ed i sottopanza cittadini “obbediscono”. Neppure in un anno, la maggioranza ed i suoi chierichetti servimessa, sono passati dal carro vittorioso di Bersani, a quello applaudente di Letta Jr., ed ora a quello, manco a dirlo, entusiastico di Renzi.
Anche i toni, le pause, i termini, sono ora gli stessi, così come pure le promesse, la formulazione delle date di scadenza, e se poi qualche ciambella esce senza il foro – beh!! – le causali sono sempre quelle: “è il Governo che ce lo chiede, ce lo impone”, oppure “Tutto è migliorabile, ma intanto siamo partiti” e se qualche data non è rispettata, c’è sempre un perchè motivato da causa di forza maggiore.
Mi vien da pensare che allora, le notizie dovrebbero essere redatte in questo modo: “Oggi, addì … è stato inaugurato il sottopasso di…., la ciclabile di,…. alla presenza del Sig. Pincopallo con gli Assessori Tizio, Caio e Sempronio. Dopo lunghi lavori la città ha acquisito una perla di servizio che permetterà di collegare il… al… attraversando l’arteria stradale che sarà superata agevolmente attraverso….”.
Qualcuno magari potrebbe o vorrebbe aggiungere che ancora non è in sicurezza, ma sarebbe una fesseria, perchè si sa che l’asfalto ha le stesse peculiarità dell’uva e del frumento. Ha bisogno del sole perchè i lavori possano essere eseguiti a regole d’arte ed un normale prodotto, possa cingersi, così e solo da noi, di una corona DOC d’ Eccellenza.
Se un parcheggio porterà qualche giorno di ritardo sulla data di inaugurazione, la colpa è di un muro dalle “ginocchia” instabili. E chi se l’aspettava?.
Se un caseggiato vetusto doveva essere abbattuto l’indomani di un Consiglio Comunale e dopo oltre un mese è ancora lì, ecchecavolo, un motivo ci sarà pur stato.
Ci vogliamo creare su allora delle inutili polemiche?. C’è da chiedere a che cosa servirebbero e soprattutto a chi?.
C’è solo una domanda che però sorge spontanea: ma perchè promettere fatti e date per poi non mantenerle, anche a causa di forza maggiore?. Magari imprevedibili, ma sempre possibili e quindi preventivabili e da mettere nel conteggio quando si promettono fatti e si danno delle date che nessuno ha preteso.
Perchè quando tutto va bene, è vero che portano giustamente dei meriti e con essi anche consensi elettorali, ma quando le frittate escono brucciachiate le critiche fanno parte del gioco, seppur antipatiche, non tanto per la critica, quanto per quello che potrebbe far perdere in fase di campagna elettorale. Che poi, alla fine, tutti parlano sempre che viene fatto per il “bene della città”, ma la cosa alla fine a cui tutti mirano è quel dato matematico di un voto in più che farà dire un’altra falsità: ”Sarò il condottiero di tutti”.
Ora, chi mi legge, penserà, anche questo predica bene e alla fine razzola male, dal Cremilino ha preso casa in Vaticano o a Palazzo Giustiniani. Mai! I miei punti di riferimento si rivolterebbero nella fossa!!.
Solamente che quella molletta con cui mi avevano consigliato di turarmi il naso che già storcevo ai tempi di “baffetto” votando il meno peggio, questa volta sono io a consigliarlo a questi suggeritori di mettersela da qualche altra parte più indicata. Se devo continuare a sbagliare, allora questa volta preferisco farlo da solo, lasciare il voto nel surgelatore e con la scheda pulirmici il naso.
Anche perchè credo che sia scontato che questa Amministrazione, bistrattata da una parte, adulata dall’altra, che piaccia o meno festeggerà un bis. E non credo neppure per suoi meriti, ma per demerito dell’avversario.
L’Opposizione si dice tutta contraria logicamente, a questa Maggioranza. Ma la prima guerra che si è autodichiarata è quella tra i vari schieramenti che la compongono, mentre la Maggioranza, seppur di malavoglia, la domenica mattina preso in mano il messale, a capo chino, visi imbronciati, ma come piace loro dire “coesi”, varcano il portone della chiesa e vanno a messa. Tutta qui la differenza!!.Ricordo che la seconda guerra mondiale, quella vinta contro i nazifascisti, vide vincitrici paesi con bandiere rosse con la falce e martello uniti ad altri di mentalità completamente opposta. Poi una volta battuto il nemico comune, hanno preso di nuovo ognuno per il suo itinerario politico. E’ l’unione che fa la forza!.
Qui invece si sta rigirando un nuovo film di cui però si conosce sia la trama che il finale. E’ un vecchio fimato in cui la storia si ripete. E come dicevo sopra errare è umano, ma perseverare è diabolico.
Non lo so se vero, ma da quello che qualcuno dell’Opposizione si è lasciato sfuggire, sembra che nell’Opposizione albeggi il timore, il dubbio di non avere una “testa” migliore ed in concorrenza con quelle dell’intero arco istituzionale cittadino. E non c’è da stare allegri!!.
Da qui allora la mia decisione, anche se non lo so a quanti possa fregare, ma questa volta ancor di più, di restare dove sono ora: nella Mia di Opposizione, di personaggio amico e nemico di tutti, perennemente all’Opposizione, ma mai pecorone!.
Ps. Ci consenta ora il Sig. Franco Giannini una boutade: Invece che "di padre in figlio" il titolo dell'articolo dovrebbe essere "di tessera in tessera". ;-)
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