Udc Senigallia, Perini: “Senigallia è una donna da amare in modo maturo”
"Amministrare un territorio è un atto di amore e servizio e non un lavoro da fare più o meno bene"
Il fenomeno paradossale di ieri (Ndr:24 luglio), con un fiume che per poche ore di pioggia forte, regala alla città e agli esterrefatti turisti uno scenario da Canada, dove tronchi e arbusti scorrono placidamente verso il mare e altri accadimenti più gravi come l’alluvione dei primi di Maggio, mi inducono ad una riflessione che faccio pubblicamente anche alla luce di recenti interviste, repliche e tentativi di alleanze che sono apparsi in maniera più o meno seria sulla stampa scritta e on line.
Mi sono chiesto, da cittadino e non da consigliere, se Senigallia sia davvero amata da coloro che fanno politica e da coloro che attraverso diversi ruoli sono tenuti ed hanno dunque la responsabilità di vigilare sul suo benessere. Il gioco di attribuire colpe ad alcuni senza che mai sia individuato un responsabile, oppure di scaricare le proprie responsabilità su altri che altrove hanno compiuto scelte è davvero miserrimo.
Per usare una metafora che si rifa all’amore che dovrebbe essere maturo e sincero tra un uomo e una donna, dico invece fuor di metafora, che nella nostra città c’è chi denigra la donna (Senigallia) per colpire l’uomo(…) e c’è chi crede di amare la donna, ma lo fa da troppo tempo in un modo superficiale, senza curarsi più davvero dei bisogni ed anzi pensando che quella stessa donna non possa mai abbandonarlo perché insieme da tanti anni.
Ora in questa situazione l’unica a soffrire – ed è sotto gli occhi di tutti – è la donna, Senigallia, che ha bisogno di ritrovare l’amore sincero e maturo, quello che si occupa dei bisogni e che si ingegna per soddisfarli anche quando altri lo impediscono.
Non possiamo accontentarci di sapere che la Regione Marche non ha soldi, oppure che la Provincia non esiste più , ammesso e non concesso che questo corrisponda al vero, dal momento che il personale continua ad esserci ed essere regolarmente retribuito.
Come durante i giorni della tragica alluvione, quando alcuni spalavano, e tutti gli altri chiacchieravano, dobbiamo subito, se il nostro è amore per la città nel senso di essere al servizio di essa, dire che episodi come quello del 2 e 3 maggio o del 24 luglio non sono casuali, bensì il frutto di anni e anni di negligenze oppure di errori estemporanei che hanno dei responsabili con dei nomi e dei cognomi.
Ed imparare a chiedere scusa a quella donna che ogni giorno ci riaccoglie in casa, nonostante la nostra tracotanza ed i nostri errori.
Se altri non hanno il coraggio di farlo, io personalmente chiedo scusa alla città, perché come consigliere avrei potuto fare di più, denunciare più cose che non funzionano, dedicare ancora più tempo allo studio di quelle migliaia di pratiche – vedi bilancio 2014 – che invece passano rapidamente in una settimana senza davvero la possibilità di un approfondimento reale.
Chiudo questa riflessione semplice, dicendo che amministrare un territorio – sia esso locale o regionale – è un atto di amore e servizio e non un lavoro da fare più o meno bene, essendo pagati più o meno bene.
Ancora grazie per le scuse!
Soldi da spendere: parole ancora piu' belle.
Cittadini lasciati con portafogli vuoti, amministrazioni che si scambiano le accuse perche' non possono fare nulla perche' non c'hanno i soldi oppure non si impegnano abbastanza per i problemi della citta' perche' nessuno pensava potesse succedere il casino del 3 maggio.
Mi interessa solo una cosa: trovate i soldi e spendeteli bene perche' il tempo delle scuse e' passato.
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