Senigallia, l’alluvione del 3 maggio esaminata da tecnici e comitati
Molto partecipato l'incontro promosso dall'ass. Confluenze: numeri e foto
Serata molto partecipata quella promossa dall’associazione Confluenze per fare un po’ di chiarezza sugli eventi alluvionali che hanno colpito la città di Senigallia lo scorso 3 maggio 2014. Almeno 150 le persone che hanno assistito alle relazioni tecniche prima del geologo della Protezione civile regionale Maurizio Ferretti, poi di Luciano Montesi dell’ass. Conflluenze, di Arnaldo Giuseppe Fornaroli, ingegnere che per anni ha studiato il bacino idrografico del fiume Misa, e infine del geologo Marco Brunelli.
Diversi gli aspetti tecnici toccati dai relatori: da quello delle cause che potevano spiegare l’alluvione che ha allagato mezza Senigallia ai rilievi pluviometrici, dagli effetti sul sistema fluviale della piena del 3 maggio alle caratteristiche del bacino del Misa per finire con l’urbanizzazione e le conseguenze sul territorio agricolo (Guarda nella sezione allegati e media sotto questo articolo per scaricare gli interventi in pdf).
Moderato dalla giornalista del Tg3 Marche Giulia Serenelli, l’incontro ha visto anche diversi interventi da parte del pubblico, sia di membri dei vari comitati formatisi a seguito della nota alluvione, sia di singoli cittadini che sul fiume ci vivono o lo conoscono bene.
Una serata che ha visto snocciolare anche molti numeri (ascolta l’AUDIO INTEGRALE su Radio Monk): dai 380 kmq del bacino del fiume Misa ai circa 150 mm di pioggia caduta nell’arco di 24 ore (90 mm in sole 3/6 ore ovvero 90 litri in un metro quadrato), fino ai circa 13 milioni di mc di acqua riversatisi sul fiume che non ha retto l’impatto notevole, esondando in più punti lungo tutto il tragitto da Casine di Ostra fino a Borgo Bicchia, a Senigallia.
Numeri, ma anche tante fotografie, per capire la portata dell’evento ma anche per far luce su alcuni aspetti tecnici (come gli ostacoli e le anse del fiume, la vegetazione e lo stato di manutenzione, le portelle e i fossi) che non permettono un deflusso scorrevole dell’acqua e che rischiano di far divenire ogni pioggia – anche se non eccezionale – un grosso fattore di rischio.
Lo stesso Ferretti ha affermato che, attualmente, la regione Marche è interamente a rischio: per quanto riguarda il territorio di Senigallia, c’è poi da aggiungere che la struttura e la conformazione del Misa ha bisogno di corposi interventi dato che fenomeni piovosi come quello del 3 maggio possono ripetersi in futuro e bisogna affrontarli nel migliore dei modi. E quindi in sicurezza.
Leonardo Maria Conti
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