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Alluvione a Senigallia, la storia si ripete. Il 2014 come il 1955

Un vecchio articolo de "La Stampa" fa la cronaca di una grave esondazione di tanti anni fa

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Alluvione a Senigallia: la valle del Misa allagata

Che la storia di Senigallia sia stata segnata da periodiche esondazioni del Misa è noto, nonostante l’impegno dell’ingegner Mederico Perilli, che nel 1909 realizzò alcuni lavori – costati 687.000 lire – per arginare le piene del fiume.


Per questo, a Perilli è stato intitolata la strada che dal Foro Annonario conduce fino all’incrocio con viale Bonopera, ma il Misa anche successivamente ha continuato a portare “lutti e rovine.

Come accaduto il 3 maggio 2014, ma, prima ancora, tante altre volte.

Come ci segnala un attento lettore, impressionanti appaiono in particolare le analogie con l’alluvione del settembre 1955, in seguito alla quale, suo malgrado, Senigallia finì sulle pagine dei quotidiani nazionali non per le sue bellezze.

E’ il 12 settembre quando – come riporta l’edizione nazionale de “La Stampa” – “a seguito di un’alluvione “dalle Casine di Ostra per 11 chilometri si stende un mare di acqua e fango. Casine di Ostra, Bettolelle, Vallone, Borgo Bicchia, Bassa di Ripe, Brugnetto, Cannella, Senigallia presentano uno spettacolo di uguale desolazione“.

Il quotidiano torinese, che ricorda anche la morte di una persona, Amalia Contini, di 45 anni, e di tantissimi animali, aggiunge che “decine di case sono state sgomberate in tutta fretta, mentre molte persone in ansia si sono rifugiate in cima agli edifici per sfuggire all’acqua. A Senigallia, mentre il livello del Misa cominciava a scendere, una nuova ondata è arrivata nella zona del Piano Regolatore. Al Fosso Sant’Angelo, la furia delle acque ha divelto le opere in muratura di sfogo al Ponte Rosso“.

L'alluvione del 1955 a SenigalliaNel pesarese, pure allora nelle stesse ore danneggiamenti ingenti causati dal fiume Foglia.

La testimonianza de “La Stampa” è sostanzialmente confermata dagli “Annali di Senigallia” di Angelo Mencucci, pubblicati nel 2003: l’autore scrive di “danni rilevanti“, ma è più preciso soprattutto sul dopo.

Il 10 ottobre dello stesso anno infatti vi è una nuova violenta” esondazione, che determina i seguenti danni economici: 150 milioni di lire nel settore agricolo (3600 ettari inondati), 40 ai privati, 28 all’amministrazione comunale e 3 e mezzo ai commercianti.

Cifre rilevanti, per i tempi. Uno scenario che, purtroppo, ora si ripropone.

Commenti
Ci sono 4 commenti
leobad
leobad 2014-05-18 16:29:53
Correggo un piccolo refuso occorso nell'articolo di Andrea Pongetti: Mederico Perilli fece i suoi lavori nel 1939, non nel 1909. La data è discretamente comica in quanto l'anno dopo, malgrado la lapide che fu dedicata al suo strenuo, geniale lavoro, "che mai più avrebbe per messo al Misa di esondare", abbiamo avuto la più grande alluvione del XX secolo.
Andrea Pongetti
Andrea Pongetti 2014-05-18 16:58:08
Solo per completezza. Dai dati biografici in mio possesso di Perilli, nato nel 1854, i lavori sarebbero stati realizzati nel 1909, mentre nel 1939 fu posta la lapide. Piccolezze comunque. Non cambia come giustamente Leobad osserva la natura tristemente beffarda dell'incisione posta a ricordo del suo "strenuo" lavoro.
Grazie dell'attenzione.
un povero tra i poveri (di politica) 2014-05-18 22:40:44
"LA STORIA INSEGNA" Se nel 1955 si era verificato un evento simile (nella sua ampiezza del dramma) a quello appena vissuto allora questo non è un evento eccezzionale non prevedibile con tutto quello che ne consegue. Perchè non si è tenuto conto (in tutto: cementificazione, piani antialluvione ecc. ecc.) di quei fatti storici.
paolo 2014-05-19 11:42:00
Siamo alle solite. In Italia non è mai colpa di nessuno. Già leggo i commenti dell'opposizione che addossa colpe ancora da verificare all'attuale amministrazione; e questa mettere le mani avanti addossando il tutto a giove pluvio senza neanche loro sapere quali sono state le reali cause dell'alluvione. Ora ho paura solo di vedere in quanti rivoli si perderanno gli eventuali denari che saranno stanziati dal governo. Perchè, da che mondo è mondo, catastrofi naturali e guerre fanno da sempre arricchire politici ed amici stretti.
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