“L’alluvione di Senigallia? Noi il 3 maggio ne abbiamo vissuta un’altra, dimenticata”
Le FOTO e il racconto di una delle imprese artigiane allagate e danneggiate lungo la valle del Misa
“In tanti pensano che l’alluvione del 3 maggio abbia colpito solo Senigallia città, Borgo Bicchia, Borgo Molino, al più strada della Chiusa, a Vallone. Molti neppure sanno che le zone colpite sono anche altre, che hanno vissuto un’altra alluvione, con altri orari e ben altri soccorsi”.
A parlare sono i titolari della ditta Lucio Paolini Tappezzerie Auto, azienda che sorge tra la Strada Arceviese e il fiume Misa, in prossimità di Vallone di Senigallia: una delle tante imprese artigiane che stanno patendo pesantemente i danni subìti nella prima metà della mattina di sabato 3 maggio.
Sì: la prima metà della mattina. Perchè se l’inondazione a Senigallia è arrivata verso le 12, la ditta Paolini era già allagata da circa 3 ore. Alle 9.10 del mattino l’acqua aveva già circondato i capannoni della zona, prima delle 10 l’acqua arrivava già alle ginocchia e prima delle 15 si era già ritirata lasciando lo strato di fango, con cui tanti senigalliesi, loro malgrado, hanno familiarizzato in questo inizio maggio.
Orari ben diversi, dunque, rispetto all’alluvione di Senigallia, dove l’ondata più impetuosa ha raggiunto il suo livello più alto tra le 14 e le 15, per poi ritirarsi quando era già calata la notte. Come diverse sono state le modalità: non quelle di una fiume che scorre, ma quelle di un lago che si forma e stagna per qualche ora in un’area circoscritta di qualche ettaro, tra l’Arceviese e il corso naturale del Misa.
“Le acque del Misa, per quello che abbiamo potuto vedere, qui non hanno superato gli argini – continuano a raccontarci i titolari Lucio e Simone Paolini – ma sono passate nei buchi che ci sono lungo le sponde, scavati dalle radici e dagli animali”.
Anche un’altra modalità è stata molto diversa rispetto a quella riscontrata nelle zone più centrali di Senigallia: quella dei soccorsi e degli aiuti. “Qui non si sono visti Vigili del Fuoco nè Protezione Civile. Alcuni di noi sono usciti dai capannoni salendo sopra i cassonetti, spinti dagli altri. Abbiamo dovuto farci vivi noi nei giorni successivi al 3 maggio per avere aiuto, poi per fortuna sono arrivati alcuni volontari a darci una mano nelle pulizie”.
Per una ditta come la tappezzeria Lucio Paolini, com’è facile immaginare, i danni causati da un’alluvione non sono affatto trascurabili: “Avevamo auto pronte per la consegna, con la tappezzeria appena rifatta, altre vetture d’epoca in lavorazione, scaffali di pelli e materiali accatastati: molto da buttare, molti lavori da rifare daccapo, alcune auto che dobbiamo ripulire dal fango anche nelle parti meccaniche”.
La mattina di lunedì 12 maggio una parte del personale della ditta era al lavoro sulla normale produzione, ripresa in parte e non senza fatica, una parte era ancora impegnata nelle pulizie e nel recupero del recuperabile. “I danni per noi – concludono Lucio e Simone Paolini – superano i 100.000 Euro. Non è facile rimettersi in carreggiata dopo un disastro di queste proporzioni”.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!