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Aliotta (Villa Silvia) al ministro Lorenzin: “Non fateci morire”

Cinque milioni di danni e circa 100 posti di lavoro a rischio. "Abbiamo bisogno di un aiuto economico"

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Beatrice Lorenzin a Senigallia, a Vila Silvia con il Dr. Aliotta

“Non permetta che la catastrofica esondazione di sabato scorso spazzi via quello che abbiamo costruito. Siamo ai vertici europei nel settore della dipendenza da sostanze grazie allo straordinario lavoro del nostro team di dipendenti.” Ė l’accorato appello rivolto da Vincenzo Aliotta, responsabile della casa di cura Villa Silvia di Senigallia e fondatore del Centro San Nicola, al ministro della Salute Beatrice Lorenzinin visita sabato 10 maggio alla struttura sanitaria da lui diretta gravemente colpita dall’alluvione del 3 maggio.

Un bilancio drammatico che riguarda danni ingenti stimati in circa 5 milioni di euro. “Oltre a tutti gli arredi e suppellettili del piano terreno ha spiegato Aliotta – parliamo anche di danni di tipo impiantistico e strutturale degli interni. Ma è il cuore tecnologico della struttura che è stato affondato con tutte le apparecchiature diagnostiche.

Una potenza distruttiva quella che ha sommerso Villa Silvia, mostrata ora anche al ministro Lorenzin, tale da far sospendere per almeno sei mesi l’attività con rischio elevato di ricadute occupazionali per i dipendenti e le cinque unità lavorative del centro diagnostico. Il Centro stesso, con i suoi introiti pari a circa novanta mila euro al mese, costituiva il volano economico del San Nicola, a Piticchio di Arcevia, struttura post cura all’avanguardia in Europa per il recupero dalle dipendenze patologiche.

Il pensiero corre poi ai tanti ostacoli superati negli anni “ho lavorato in questa azienda 45 anni e negli ultimi 25 l’ho diretta e l’ho portata all’eccellenza – ha ricordato Aliotta – Oggi non vorrei vederla morire soprattutto per quello che rappresenta per i nostri lavoratori”.

Su tutto un augurio “auspico che lo spirito che anima l’azione del Governo nazionale nel delicato settore della sanità voglia cogliere questa mia richiesta di un aiuto in termini economici in un momento così drammatico di un’attività che non vuole cessare. Arriveranno, come ci auguriamo, i contributi legati a questa emergenza con i tempi, però, che non sono compatibili alla nostra sopravvivenza”. E poi alla Lorenzin “mi rivolgo alla sua sensibilità ed alla sua saggezza nella certezza che non lascerà cadere nel vuoto questo appello”.

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