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Il M5S Senigallia accusa: ridotte le ore di assistenza ai disabili

Tra i criteri comunali c'è anche la "partecipazione" delle famiglie al servizio, ma i costi sono insostenibili

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Protesta famiglie con disabili a Senigallia

Il 16 aprile il Sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi ha rilasciato un’intervista dicendosi “soddisfatto per il lavoro svolto sino a ora e in modo particolare per ciò che riguarda la sanità, di cui abbiamo già parlato, e dei servizi sociali offerti alle famiglie più bisognose”.

Nel comunicato si parla del “mantenimento, anzi il potenziamento dei servizi sociali offerti alle famiglie con l’immissione di ulteriori risorse economiche”. Colpisce molto l’ottimismo del Sindaco quando afferma un aumento di risorse. Noi che ci interessiamo dei servizi erogati ai più bisognosi, i disabili, rimaniamo molto perplessi di fronte a queste affermazioni che, per quanto di nostra conoscenza, non rispecchiano assolutamente l’ottimismo esternato.

Dati alla mano, i criteri di assegnazione che il Comune di Senigallia ha presentato per i portatori di handicap, per l’anno scolastico 2013/2014, sono i seguenti:
1) per l’assistenza domiciliare anche per l’inverno verranno proposti i progetti estivi di gruppo ad eccezione dei gravi e gravissimi. Il modello di gruppo diverrà il modello organizzativo stabile e chi non aderisce avrà il 50% delle ore assegnate;
2) a chi è iscritto alla scuola materna, alla scuola a tempo pieno o al Bignamini verranno ridotte le ore di assistenza domiciliare;
3) per i nuovi accessi non è previsto il servizio di assistenza domiciliare se iscritto ad una scuola a tempo pieno o se non c’è la particolare gravità;
4) il servizio è sospeso una settimana a pasqua, una a natale e due ad agosto – le ore massime per l’assistenza domiciliare passeranno da 12 a 10 per i gravi e gravissimi;
5) viene fissato in anni 30 il passaggio al Sad (servizio assistenza domiciliare), che prevede una partecipazione della famigliaalla spesa in base all’Isee che, per una famiglia normale, può arrivare a 17 euro l’ora.

Pertanto si evince che i criteri adottati dall’Amministrazione per i gravissimi sono tutti in “riduzione dei servizi” e non salvaguardano assolutamente, ma anzi penalizzano, le famiglie.
L’ultimo addirittura è improponibile in quanto addebitano ai nuclei familiari un costo per il servizio fino a 17 euro per un’ora di assistenza. Tenendo presente che si possa avere bisogno di un’assistenza di 2/3 ore al giorno per il proprio figlio, il costo del servizio per un mese si aggirerebbe da 850 a 1.250 euro.
Noi siamo al corrente che pochissimi nuclei sono in grado di sostenere un tale costo e che altri, essendo in molte situazioni anche poveri posizionalmente, hanno addirittura rinunciato al servizio non potendone sostenere la spesa.

Per cui la domanda che vorremmo porre ancora una volta all’attuale Amministrazione è: qual è il motivo della tanta soddisfazione espressa, se alcune famiglie, le più bisognose di aiuto, hanno visto “ridursi” i servizi più necessari per loro?

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