A Senigallia un incontro per ricordare Vigor Bovolenta
La moglie del campione di pallavolo scomparso sul campo presenterà un libro sull'ex azzurro
“Mi chiamo Federica Lisi Bovolenta, ho trentasette anni e cinque figli. Sono la moglie di Vigor Bovolenta, il campione di volley che in molti ricorderete, scomparso in campo il 24 marzo 2012. Vigor Bovolenta. Bovo per gli amici e per me. Quindici anni insieme. Poi lui se n’è andato. Se n’è andato senza lasciarmi. E senza lasciarmi istruzioni. Se n’è andato restando dentro la mia vita. Restando la mia vita“.
Inizia così “Noi non ci lasceremo mai” il libro di Federica Lisi Bovolenta scritto insieme ad Anna Cherubini, sorella di Lorenzo Jovanotti, ed edito da Mondadori che verrà presentato sabato 5 aprile alle ore 17.00 alla Rotonda a Mare. Prima, Federica Lisi Bovolenta, sarà ospite dell’ITCG Corinaldesi di Senigallia, alle ore 11.00 per incontrare ragazze e ragazzi delle classi terze e quarte dell’Istituto, raccontare la sua storia e parlare di sport, di società, di vita, di speranza e per presentare il libro. A condurre l’incontro sarà Andrea Carloni, presidente dell’Unione Stampa Sportiva.
Un campione della pallavolo, Vigor Bovolenta, prematuramente scomparso in campo durante l’incontro Macerata-Forlì, cinque figli, una tragedia, una storia d’amore che ha commosso l’Italia raccontata da una donna coraggiosa.
Vigor Bovolenta ha vinto molto: medaglia d’argento alle Olimpiadi del ’96, World Cup, Europei, World League, quarto posto Olimpiadi Pechino 2008 e tanti altri titoli. Nato in provincia di Rovigo e cresciuto a Ravenna, è stato un grande campione della nazionale di Velasco, vestendo la maglia azzurra per 203 volte. 203 erano anche i centimetri di statura del ‘gigante del Polesine’.
Il 24 marzo del 2012 muore improvvisamente sul campo e a distanza di pochi giorni dal funerale, Federica, sua moglie, scopre di essere incinta e il 30 ottobre 2012 è nato Andrea, il loro quinto figlio.
“Vorrei che da questo libro i miei figli comprendessero meglio chi era il loro papà, le cose che facevamo insieme, quelle in cui credevamo. Vorrei vederli, alla fine di questa storia, semplicemente sorridere“.
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