Intervista al presidente del Salvagente Onlus Gianfranco Conti
"Possiamo constatare che il nostro lavoro sta portando vantaggi su tutto il territorio"
Da quattro anni nel panorama dell’aiuto alle povertà locali, si è affacciata ad Ostra una nuova realtà. Il Salvagente Onlus. E’ una associazione che spesso fa parlare di se. Il nascere di una nuova associazione dice innanzitutto della vivacità umana di coloro che la compongono ma anche che esiste nella Città persone capaci di gratuita di farsi dono misurabile solo con il metro della Carità.
Al nuovo Presidente Gianfranco Conti abbiamo formulato alcune domande in occasione dell’Assemblea Ordinaria dei soci indetta per Domenica 23 Marzo nei locali della Casa del Pellegrino presso il Santuario della Madonna della Rosa Ostra.
Com’è nato Il Salvagente ? Ad Ostra erano già presenti altre realtà di volontariato, attente e rivolte a rispondere alle locali povertà?
R- Si è vero. Siamo una nuova realtà inseritasi nel tessuto sociale locale e limitrofo al Paese e ad oggi possiamo solo constatare che il nostro lavoro sta portando vantaggi su tutto il territorio. Vantaggi in termini di alimenti disponibili perchè anche noi riusciamo a reperirne e distribuirne una discreta quantità ( nel 2013 abbiamo distribuito 2,5 tonnellate di alimenti) che diversamente non sarebbe arrivata e una maggiore disponibilità economica che malgrado ciò non è mai sufficiente a coprire il fabbisogno sociale delle persone e delle Famiglie in stato di povertà. In questi anni il numero delle persone e dei bisogni sono molto ma molto aumentati. Ma la cosa più importante non credo sia quanto detto perchè questa è una conseguenza, il proprium sta nel fatto che delle persone amiche tra di loro, si sono lasciate provocare da una povertà crescente che colpivano le famiglie e in virtù del loro essere Cristiani, abbiano voluto giocarsi inventando ex novo uno strumento per rispondere adeguatamente a tale provocazione. In questo vi è stata anche la sensibilità lungimirante dell’Amministrazione Comunale a voler promuovere Il Salvagente. Come poi Il Salvagente sia andato prendendo una fisionomia sua propria, è cronaca.
Nel tessuto del Paese, vi state muovendo tanto ,state coinvolgendo diverse altre associazioni Perchè? Cosa c’entra quello che state facendo con la virtù Evangelica : dare da mangiare agli affamati?
La nostra è una associazione che nasce da persone per cui il fatto Cristiano è il punto di verifica di tutta la realtà, non in senso moralistico del devi fare ma nella sua stessa essenza, ossia tutta la realtà si rende chiara leggendola con gli occhi della Fede, partendo da Gesù, questo se vogliamo è il senso ontologico della realtà. La povertà economica è un aspetto della realtà che una persona vive.
Abbiamo da subito iniziato a consegnare i pacchi alimentari portandoli nelle case delle persone assistite per essere più vicini a loro e ai loro bisogni. Abbiamo infranto diffidenze e chiusure foriere di ulteriori povertà e ci siamo fatti un panorama più completo della realtà con la quale ci interfacciamo, abbiamo constatato ad esempio come la povertà economica contribuisca alla chiusura in se stessa della famiglia, alla crescita di tensioni interne e alla emarginazione sociale dei figli. La mancanza di padronanza della lingua è un altro elemento di ghettizzazione ecc..ecc..
Tutto questo ci ha indotti a farci carico di queste situazioni e cercare , per quanto possibile, di aiutarli . Da qui è partito il corso di lettura e di Italiano per adulti, ci stiamo facendo carico del doposcuola dei bambini che oltre ad essere aiutati nei compiti, è un ulteriore modo di socializzare; abbiamo coinvolto la Banda Musicale occupandoci dell’inserimento nel corpo Bandistico dei ragazzi, curiamo l’inserimento dei ragazzi nei corsi sportivi; a breve seguirà un corso di informatica con l’ausilio dei Computer. Ecco abbiamo abbracciato una storia che ogni giorno ci apre su ulteriori fronti e non vogliamo chiuderci è la nostra umanità ad essere provocata nell’incontro con l’altro e sinceramente io oggi devo solo ringraziare Dio e loro per quanto ricevo dall’incontro con loro.
di Giuseppe Olivetti
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