Blitz in un laboratorio tessile cinese: denunce e multe per quasi 50.000 euro
9 operai su 12 erano in nero, una donna clandestina è stata espulsa, denunciato il titolare - FOTO e VIDEO
Ha permesso di trovare lavoratori in nero e una donna immigrata clandestinamente il blitz messo in atto dalle forze dell’ordine in un laboratorio tessile della periferia senigalliese gestito da un imprenditore cinese, nella notte tra venerdì 24 e sabato 25 gennaio 2014. Di elevare sanzioni per quasi 50.000 euro e soprattutto di far assumere i lavoratori, sanando una situazione che, oltre a sconfinare nell’evasione fiscale, danneggia gravemente le imprese che hanno le carte in regola.
Sono questi gli obiettivi e i risultati dell’operazione messa in campo dalla Questura di Ancona, dalla Polizia del Commissariato di Senigallia, dalla Polizia Municipale e dall’Asur senigalliese in collaborazione con il Servizio Ispezione della Direzione Territoriale del Lavoro (organismo del Ministero del Lavoro).
Dopo alcune attività di osservazione e accertamento, è scattato alle 2 di sabato notte il blitz di agenti, ispettori del lavoro e responsabili Asur che ha permesso di rinvenire, all’interno di un fabbricato lungo la Corinaldese, 12 persone di nazionalità cinese intente a lavorare sulle macchine per la produzione di capi d’abbigliamento e due minorenni non impiegati in attività lavorative. Ben 9 su 12 operai erano in nero e una donna era completamente sprovvista di qualsiasi documento d’identità sia italiano che cinese.
Inoltre le condizioni dello stabile erano precarie sia dal punto di vista igienico-sanitario che da quello della sicurezza: attestata la non salubrità delle condizioni di lavoro, i responsabili Asur hanno attestato che i locali non erano areati, non vi erano le uscite di sicurezza e non vi erano dispositivi antincendio, necessari in edifici che ospitano attività produttive.
Al piano superiore, poi, vi erano dei locali adibiti ad alloggi per il personale: locali fatiscenti, senza impianto di riscaldamento e in pessime condizioni igieniche, sia per quanto riguardava la cucina che i bagni.
L’operazione ha consentito dunque di accertare le condizioni di lavoro in nero dei 12 operai cinesi e soprattutto la pessima situazione in cui vivevano. La donna trovata in assoluta clandestinità è stata portata al Commissariata per il foto-segnalamento, poi condotta in Questura per la procedura di espulsione. Il titolare dell’attività, C.C. classe 1938, anch’egli di nazionalità cinese, residente a Reggio Emilia, è stato denunciato per il reato di impiego di lavoratore straniero privo di permesso di soggiorno, per cui è prevista la pena fino a tre anni di reclusione e la multa fino a 5.000 euro.
Il laboratorio tessile, che riforniva ditte anche locali, è stato fermato nell’attività produttiva, con un provvedimento di sospensione per aver superato la soglia del 20% del personale impiegato senza contratto. Situazione che è stata regolarizzata poi nei giorni scorsi con il pagamento di una sanzione di 1.950 euro a cui poi, al termine degli accertamenti verrà applicata anche la cosiddetta maxi-sanzione e altre multe per oltre 45.000 euro. La revoca del provvedimento di sospensione rimane comunque subordinata all’accertamento che le condizioni di lavoro, igiene e sicurezza vengano migliorate.
A seguito dell’operazione di polizia, 11 lavoratori sono stati assunti, evitando così che perdurasse una situazione di illegalità che danneggiava anche il sistema produttivo “onesto”, configurandosi come concorrenza sleale.
Allegati
Le immagini del blitz di Polizia, Asur e ispettorato del lavoro in un laboratorio tessile cinese di Senigallia
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!