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Vigor-Elpidiense - 26.01.2014

Senigallia: la storia del “panettone vigliacco”

Ovvero quando la cavalleria si scorda di noi. Anzi...

Lo spiazzo antistante lo stadio G.Bianchelli di Senigallia: il panettone e i paletti per segnalarlo, ora volatilizzati

L’avrei dovuto postare durante le festività di Natale poi avevo soprasseduto. Mi riferisco all’articolo sulla storia del “Panettone vigliacco” che ritenevo superato dalla decisione del personaggio in questione di non sporgere nessuna richiesta di danni.

Il fatto riguarda un pensionato che uscendo da un parcheggio del Campo Sportivo, nel prendere sulla destra via dello Stadio, causa un po’ la carenza di illuminazione e un “Panettone Vigliacco” senza alcuna segnalazione e senza i paletti che si vedono sulla foto, ha strisciato con lo sportello della sua “Punto”, causando i danni visibili nella seconda immagine.

Ma, il mio collega di brontolii, aveva lasciato passare troppo tempo dall’incidente, prima di informarmi e le foto che poi mi aveva inviato erano del danno e della successiva sistemazione del famigerato panettone. La posizione effettiva però al momento dell’incidente non era documentata, quindi la sua parola contro quella di chiunque altro. Da qui un “intelligente amaro” onde digerire quella fetta di panettone che gli si era posta di traverso durante le festività.
Sembra comunque che questi panettoni abbiano una loro vita e siano spostati come i mezzi corazzati durante il ventennio: prima subito dietro la porta dell’uscita dallo stadio e senza alcun segnale che ne permettesse la visione, poi una giusta corona di paletti, per giungere ad oggi che sembra si siano volatilizzati del tutto.

Qualcuno allora si chiederà: “ma se è stato tutto superato, perché perderci su del tempo a riferire questa piccola sventura?” (piccola anche perché intanto il danno se lo paga “Alfio” – nome di fantasia – ). Semplicemente perché conoscendo la storia del “Panettone Vigliacco” di Alfio, rispetto ai comunicati stampa che leggo sulla sanità senigalliese o ancor più sulle macerie di quello che resterà dell’ospedale di Senigallia, come dicevo, provo sullo stomaco più il peso di una fetta di “Beccuta”.

Per i più giovani riporto la pittoresca quanto attuale definizione di questo alimento e la sua funzione. Un’anziana ospite del ricovero per anziani me l’aveva, a suo tempo, così descritta: “Quando avanzava la polenta le nostre madri la impastavano con un po’ di farina e veniva fuori la “beccuta”. La davano al fornaio quando passava a vendere le pagnotte così la cuoceva. Era più pesante del pane normale e sfamava di più, ci si metteva sopra il sale, pepe, rosmarino. Se avevi voglia di dolce ce mettevi sopra un fico maturo tagliato a metà. Noi non avevamo mai lo zucchero perché con la tessera ce ne davano poco, anche di olio ce n’era poco, con la guerra”.

automobile danneggiataE quindi a proposito dell’ospedale, mi sembra di rivivere le scene dei telefilm degli anni ’70 di M.A.S.H.
Quello era ambientato in un ospedale da campo, e fin qui ci siamo. Solo che in quei telefilm c’erano le americanate e i nostri che arrivavano sempre al momento giusto. Qui invece i “Nostri” sembrano essersi dileguati e per rendere più mangiabile o meglio più digeribile quella “beccuta”, non abbiamo né sale, né pepe, né rosmarino. Figuriamoci poi se i “Nostri” vogliono o volessero farcelo passare per dolce… non abbiamo i fichi maturi, non abbiamo lo zucchero, non abbiamo l’olio perché signori miei siamo in “guerra” ed i nostri amministratori neppure la tessera si sono ricordati di stamparci.
Abbiamo un ospedale fatto di Eccellenze a livello di personale, di un magazzino di rigattiere per le attrezzature, di specializzazioni (logicamente è detto in forma ultraironica visto che anche in questo servono dei professionisti e specialisti!)per la cura dei calli, emorroidi, ginocchio della lavandara e gomito del tennista. Il servizio CUP è l’unico che funziona… se hai il portafoglio pieno oppure anche vuoto, ma con la tessera del bancomat in attivo. Altrimenti, se sei credente, rivolgiti ai piani superiori e se non lo sei, augurati che sia come PIC, una botta indolore, veloce e… via.
Ma, ritornando al serio, quello che più mi fa pensare e mi scandalizza, è che tra coloro che ho posto tra virgolette, i cosiddetti “Nostri”, diversi di costoro lavorano proprio nell’ambito ospedaliero o a fianco della sanità. Pochi di costoro, in verità, li ho sentiti alzare i toni della voce mettendosi dalla parte degli utenti. Più spesso li ho sentiti e visti spalleggiare il “loro partito” di appartenenza o quello in cui si sono “accasati”. Altri ancora, poi, hanno preferito il silenzio tombale. Ancor più vergognoso, se si può dire!

Come dicevo all’inizio, avevo deciso di non pubblicare nulla sui panettoni, perché il fatto era troppo insignificante, ma oggi alla luce dei fatti, mi son detto: delle buche, delle strade, della complanare, delle foglie, dei tombini intasati, della riduzione delle ore di assistenza nei confronti dei diversamenti abili, delle centraline per la qualità dell’aria, delle merende, del problema dei rifiuti ecc.., ecc… mi ero ripromesso di non parlare, perché la risposta sarebbe stata sempre quella: non ci sono soldi… Ma ora scusatemi per l’immaginabile francesismo, ma mi sono rotto i….! Voi, “i Nostri”, siete pur liberi di prostrarvi con servilismo al “vostro” partito, ma a me come semplice cittadino è rimasta solo quest’arma: lo sputtanamento, che esso vi piaccia o meno.

Voglio spezzare però, una lancia in vostro favore: vostri complici, comunque, sono anche alcuni cittadini, capaci solo di mugugnare in silenzio nelle “sale di attesa”, ma solo e sempre quando si è in due. Gli stessi che magari diranno: “ha ragione!“. Del resto la vostra forza si basa ancora sulla sudditanza, su questa sudditanza: una malattia che voglio sperare sarà debellata anche se le cure che andremo a ricevere ci saranno concesse ancora per lungo tempo, sotto le “tendopoli stabili”, atte a soddisfare tutte le necessità, viste le capacità dei nostri Amministratori locali, regionali, nazionali: terremoti, alluvioni, sanità, educazione, eccezion fatta per gli incontri politici e per gli ovvi motivi!
La corda è però ben tesa, e solo questo mi aiuta a sperare…

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