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Senigallia: il discorso di fine anno del sindaco Mangialardi tra crisi e speranza

Il tema di un anno ormai alle spalle e di una sfida per il 2014 tra sociale e cultura e nuovo valore politico

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Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia

Buon giorno a tutti.
Vedo tante persone presenti, vi ringrazio tutti di cuore. Evidentemente questo incontro del 31 dicembre è diventato un appuntamento tradizionale e davvero sentito, un’occasione per stare insieme provando a condividere analisi, rafforzare propositi, e per rinnovare una volta di più il nostro patto d’amore nei confronti di una comunità locale meravigliosa com’è questa di Senigallia.

Mai come quest’anno è difficile analizzare con un minimo di serenità le convulse vicende dei mesi passati ed ancora più difficile, se non impossibile, formulare ipotesi per il futuro, o addirittura anche soltanto mettere a fuoco un’idea di futuro.
Difficile, dicevo, fare il punto con un barlume di distacco sul 2013 che si accinge a chiudersi perché siamo troppo emotivamente coinvolti, confusi e disorientati.
Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: la sala comunale gremitaPerché questo 2013 ci ha consegnato l’immagine di un’Italia ferita e lacerata che non avremmo mai voluto raccontare. Un’Italia piegata dalla crisi, prostrata dalla paura, schiacciata dalla sfiducia e dall’indifferenza. Un paese nel quale l’angoscia per le imprese che chiudono, la disperazione per la disoccupazione giovanile che coinvolge un giovane su 3 (o addirittura 1 su 2 in determinate aree della penisola), la preoccupazione per uno stato sociale che perde continuamente pezzi non si traducono sempre in una spinta verso la condivisione, in un cammino da intraprendere per rendere più stretti i vincoli sociali. Al contrario, a volte sembra che la paura generi divisione, che la povertà amplifichi la lotta degli uni verso gli altri, la tentazione di rinchiudersi in un recinto dal quale lanciare i propri strali verso il mondo. E’ questo un segnale molto pericoloso perché non è divisi che usciremo dal tunnel.

Ora tutti noi abbiamo piena consapevolezza dell’entità della crisi che stiamo attraversando. Non c’è organo di informazione che non si soffermi ampiamente su questo tema, con analisi, proiezioni e ricette più o meno attendibili per superarla. Ricordo quando qualche anno fa, in un contesto radicalmente diverso ma con segnali evidenti che anticipavano quanto poi sarebbe successo, dicevo che quella che si profilava era una crisi economica e sociale molto seria e che tutti ci avremmo dovuto fare i conti.
Ero quasi solo a dire queste cose, e rammento come qualche amico mi diceva che quello era ormai il “taglio” che avevo deciso di dare ai miei interventi, quasi che la mia fosse una strategia comunicativa e non piuttosto un grido d’allarme proveniente da chi come Sindaco si trovava a guardare in faccia i problemi dei cittadini. Credetemi, avrei davvero voluto rimanere da solo con la mia posizione anche a costo di espormi alle accuse di eccessivo allarmismo. Purtroppo le cose sono andate diversamente e la situazione è quella che è sotto gli occhi di tutti.

Quando ne usciremo? Quando farà capolino la famosa ripresa? Ci sono già i segni che fanno intravedere la luce al di fuori del tunnel? Non lo so, non abbiamo elementi per formulare previsioni che non siano fondate su stati d’animo o dati empirici.
Una cosa invece credo di saperla. Niente sarà né dovrà essere come prima.

Dalle macerie della crisi dobbiamo attingere per costruire nuovi modelli di sviluppo, nuove forme di rappresentanza politica, una nuova e sin qui inedita scala delle priorità. C’è bisogno di una politica nuova. E badate (lo dico prima di tutto a me stesso oltre che alle tante persone che condividono con me la passione dell’impegno civile) che non abbiamo alternative se vogliamo instaurare un filo di comunicazione con i cittadini. Questa è l’ultima chiamata per la classe politica italiana, non ci saranno altre aperture di credito da parte della popolazione.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: la sala comunale gremitaPerché, vedete, la cosa veramente pericolosa non è la presenza massiccia nel tessuto sociale italiano di posizioni fortemente critiche nei confronti del sistema tradizionale dei partiti; non è affatto strano che chi si trova senza lavoro, senza una casa, senza una prospettiva per sé e per i propri figli per il futuro decida di imbracciare i forconi. La cosa veramente pericolosa è che in molti fanno a gara per strumentalizzare la protesta ma non c’è nessuno che riesca davvero ad assicurarne una reale rappresentanza politica, a darle cioè sostanza attraverso una piattaforma di idee, proposte, visioni. A trasformare cioè l’invettiva in proposta politica, in prospettiva.

E’ tempo che la politica torni a fare il proprio mestiere, torni ad uscire dai palazzi per incontrare il dolore della gente e dimostrare con i fatti che da quel dolore, da quella disperazione si possono ritrovare le ragioni per cambiare davvero attraverso l’impegno a favore della collettività; è indispensabile che la politica lavori concretamente con l’esempio e non solo a parole per offrire sostegno a coloro che hanno di meno, per assicurare un’opportunità ai giovani che oggi devono abbandonare l’Italia per trovare lavoro, per garantire una speranza ai ragazzi ed alle ragazze che sono nati in Italia, che amano il nostro paese ma che per il fatto di essere figli di stranieri devono rassegnarsi all’idea di non poter vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana.
Dobbiamo riuscire a modificare in profondità il nostro ordinamento, non in una logica però di mutamento all’interno del sistema ma piuttosto avendo il coraggio di cambiare in profondità il sistema stesso: semplificando l’assetto istituzionale, riducendo la burocrazia, rendendo più facile l’accesso al lavoro, abbattendo i costi della politica.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: la sala comunale gremitaO la politica tornerà a fare questo oppure e Istituzioni continueranno in modo irreversibile a perdere la propria credibilità. Occorre far sì in buona sostanza che alle parole seguano sempre gesti concreti e coerenti rispetto alle parole pronunciate. Su questo credo che un esempio straordinario ci venga da una figura che non rappresenta un’autorità civile ma religiosa, mi riferisco a Papa Francesco che forse più di ogni altro ha dimostrato di essere in sintonia con le speranze ed i sentimenti della gente.

E, permettetemi di dirlo come Sindaco e come Presidente dell’ANCI regionale, non si può rafforzare il sistema pubblico italiano senza valorizzare l’Istituzione che più di ogni altra è in trincea, nella difesa del livello minimo dei servizi essenziali per la popolazione, vale a dire l’Istituzione Comunale.
Spero davvero che il 2014 segni su questo un anno di svolta, ponendo fine a quella sistematica sottrazione di risorse da parte dello Stato nei confronti degli Enti Locali che rappresenta l’anticamera della lacerazione sociale. Occorre rivedere l’eccessiva rigidità di un patto di stabilità interno che ci impedisce di impiegare i soldi che avremmo in bilancio per ridare un po’ d’ossigeno ad un’economia locale fiaccata dalla crisi, è necessario che i Comuni non vengano trattati come una sorta di bancomat del governo centrale, esattori per conto dello Stato.
Vogliamo essere messi nelle condizioni di poter operare con un minimo di programmazione, sapendo con certezza su quali leve poter contare.

Dicevo prima che dalla crisi si esce anche avendo il coraggio di modificare in parte le priorità della propria azione amministrativa; e questo in Italia significa principalmente una cosa: puntare sulla cultura, sulla bellezza della nostra arte e del nostro paesaggio, sul talento del made in Italy, vale a dire sul turismo al plurale. Nessuno può competere con noi su questo versante.
Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: la giuntaAttenzione però a non far diventare anche questa espressione, puntare sulla cultura, una formula vuota, un mero esercizio di retorica come troppo spesso siamo abituati a fare in Italia. Noi, a Senigallia, questa operazione l’abbiamo fatta sul serio e guardate che non si tratta di una scelta puramente filosofica o una riflessione per spiriti eletti ma piuttosto di un’opzione con un chiaro ritorno in termini economici per il territorio.
Un esempio (ma ne potrei citare molti altri) è quello della mostra “Sotto un’altra luce” allestita questa estate nella Rocca Roveresca riunendo, grazie alla collaborazione con la Diocesi, alcuni dei capolavori provenienti dalle chiese e dai palazzi del nostro territorio, a volte poco conosciuti perfino da noi, con ridotti oneri quindi in termini di spese di gestione. Un evento che ha consegnato ai turisti l’immagine di Senigallia come vetrina della bellezza di un ambito territoriale più esteso. Risultato: affluenza di visitatori record alla Rocca (oltre 21.000 persone in pochi mesi) con molti turisti che, avendo come base Senigallia, si sono spostati per visitare i nostri borghi ed i paesi del territorio.
Continueremo a puntare con decisione sulla cultura considerata non come uno spot, ma come concreta programmazione. Il prossimo anno sarà la volta di una grande mostra imperniata sul dipinto del Perugino conservato nella chiesa delle Grazie, restaurato per l’occasione da un gruppo di imprenditori illuminati, l’Accademia della Tacchinella, che hanno deciso nonostante la crisi di investire sull’economia della bellezza.
E proprio entro la fine del 2014 riusciremo a riconsegnare alla città un pezzo della sua storia più gloriosa: quel Palazzetto Baviera che a seguito dei lavori di completamento e restauro già iniziati potrà ospitare tutta una serie di attività museali ed espositive e potrà diventare luogo di incontri, dibattiti e conferenze.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: la sala comunale gremitaEcco, in questa nuova società che deve rinascere dalle macerie della crisi dobbiamo tener ben vivo e ben presente l’insegnamento delle tante persone che hanno vissuto vicende politiche e sociali drammatiche come quelle nelle quali siamo immersi oggi e che hanno avuto tuttavia la forza ed il coraggio di dare il proprio contributo per veder realizzati i propri ideali di libertà, giustizia, eguaglianza, democrazia.
Proprio il 2014 coinciderà con il 70° anniversario della liberazione di Senigallia, momento cruciale del nostro passato che saluteremo con una serie di iniziative finalizzate al coinvolgimento delle giovani generazioni.
Di quella stagione di lotte coraggiose per una libertà perduta prima e poi riconquistata vorrei riuscissimo a portare nei nostri cuori alcuni valori irrinunciabili: la forza di non arrendersi, la passione civile, la capacità di ricostruire mettendo da parte le contrapposizioni in nome di un comune sentire democratico. E permettetemi di assumere a simbolo della fede nelle Istituzioni, di indicare ad esempio di come l’amore verso i propri concittadini possa diventare una ragione di vita, la politica fatta in modo professionale, un uomo di cui abbiamo appena festeggiato i suoi novant’anni spesi a favore della cittadinanza. Parlo ovviamente di Peppino Orciari che salutiamo con affetto e riconoscenza.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: la sala comunale gremitaPoche settimane è scomparso all’età di 95 anni un uomo che è stato e che rimane un simbolo straordinario per l’umanità intera di pace, un simbolo di giustizia ed uguaglianza: sto parlando di Nelson Mandela.
Un uomo, premio Nobel per la Pace e padre della lotta contro la segregazione razziale, che in Sudafrica è cresciuto nello spietato regime dell’apartheid razzista e che ha vissuto quasi un terzo della propria esistenza nelle galere del regime. Una volta uscito, dopo 27 anni di carcere nel quale è stato privato di ogni elementare diritto, Mandela non ha pronunciato mai la parola vendetta, evitando grazie al suo messaggio di pace e di riconciliazione che il suo paese sprofondasse nel baratro della guerra civile.
Quello che di Madiba vogliamo portare nei nostri cuori è proprio questo: la forza del sogno di libertà e giustizia, la tenacia nel custodirlo anche quando tutto sembra perduto, la lucidità nel tradurlo in disegno politico e la grande umanità che impedisce di offuscarlo con il rancore e la vendetta.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: le autorità politiche e religioseLa preoccupazione per la situazione generale non deve tuttavia farci dimenticare quanto di buono la comunità locale di Senigallia è stata capace di realizzare nel 2013 e quello che, ne sono certo, riusciremo a fare anche nel 2014. Senigallia, questa Senigallia, ne sono convinto, ha talmente frecce al proprio arco che è in grado di resistere anche alla tempesta che si sta abbattendo sulla economia di questa nazione.
E’ proprio la consapevolezza delle grandi energie presenti nel nostro tessuto locale che dà alla nostra Amministrazione ancora più forza per cercare di risolvere i problemi della comunità locale, anche in un momento come questo nel quale le risorse a disposizione non ci sono più ed occorre far leva sempre di più sull’aumento dell’efficienza, sul massimo rigore nella spesa, sulla lotta all’evasione ed elusione, sulla qualità della progettazione per accedere ai fondi europei.
Nonostante le minori risorse a disposizione dovute all’approssimata gestione statale della fiscalità locale (Tares, Tarsu, ecc.), siamo riusciti a mantenere una buona qualità dei servizi erogati, anche se non avremo la possibilità nemmeno nel 2014 di effettuare alcun tipo di spesa per investimento.
Un rendiconto chiaro del nostro operato lo potete del resto trovare nel bilancio sociale, il documento che per la prima volta il Comune di Senigallia ha realizzato e che riporta in maniera trasparente e chiara le risorse delle quali potevamo disporre nei vari settori, le modalità con le quali quei soldi sono stati spesi ed i risultati conseguiti. Così come potrete avere in rete il quadro costantemente aggiornato sull’attività di Consiglio e Giunta attraverso la piattaforma di open municipio, della quale il nostro Ente è stato il primo Comune in Italia ad avvalersi.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: la sala comunale gremitaUna qualità dei servizi che abbiamo voluto a partire dai servizi alla persona, secondo quella che era e resta la priorità del nostro programma di governo: aiutare chi rimane indietro. Non è un caso allora che nell’ultima variazione di bilancio abbiamo aggiunto ben 270.000 euro per finanziare interventi in favore dei disabili che si aggiungono ai circa 7 milioni di euro che abbiamo investito per il sociale nel 2013, così come non è un caso che siamo stati tra i pochi Comuni nel 2013 a mantenere un fondo di sostegno a favore di coloro che hanno perso il lavoro a causa della crisi, reinserendoli in circuiti formativi ed occupazionali ed il primo comune a mettere un fondo anticrisi a sostegno delle aziende.

Sul versante dell’afflusso turistico anche nel 2013 Senigallia è riuscita a stupire perché in un contesto di crisi generale per le località balneari, con una competizione sempre più esasperata la nostra città è riuscita a mantenere la sua invidiabile posizione nel mercato turistico. La nostra immagine continua a rimanere nella vetrina dei media nazionali. Un dato può essere indicativo di questa tendenza: molto spesso il calendario di alcune iniziative o spettacoli di qualità tocca solo alcune città italiane ed in questa lista, accanto a Roma Milano Bologna compare frequentemente anche Senigallia. Una felice anomalia che è il segno di un richiamo e di un appeal che va molto al di là della nostra dimensione demografica.
Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: la giunta comunaleMerito della bellezza della nostra città sempre più accogliente, precisa ed a respiro europeo, del nostro ambiente naturale e della cura che mettiamo nel proteggerlo e valorizzarlo, merito della qualità ed originalità delle nostre manifestazioni, dell’eccellenza della nostra offerta culturale, merito della professionalità e competenza dei nostri operatori turistici, merito di quel segmento così importante come l’enogastronomia del quale siamo diventate una delle capitali a livello internazionale.
Qualità dell’ambiente significa naturalmente qualità delle politiche ambientali adottate e su questo l’impegno dell’Amministrazione Comunale è costante: penso alla gestione dei rifiuti con l’incentivazione della raccolta differenziata oppure, in materia urbanistica, al modello della città resiliente al quale ci ispiriamo che indica la capacità della città di adattarsi alla situazione di crisi generale, attivando nuove politiche di sviluppo sempre sostenibile (consumo zero di territorio, SUAP, variante di riqualificazione alberghiera).

Dicevo prima di come le speranze di ripresa per la comunità senigalliese siano profondamente legate al valore del tessuto sociale, economico e culturale. La nostra è una città declinata al plurale, della quale sono parte integrante le Consulte Comunali (quella dello sport, della Cultura, del Volontariato, con una menzione speciale al Consiglio delle donne che insieme al nostro assessore ha appena varato una serie di iniziative per combattere il dramma rappresentato dalla violenza contro le donne), i Centri Sociali (ringrazio i Presidenti che vedo qui presenti) che riescono a valorizzare costantemente il centro storico e le frazioni. Per accorgersene, basta dare un’occhiata al calendario delle manifestazioni natalizie, frutto proprio dell’impegno delle nostre realtà associative e delle nostre categorie economiche.
Proprio il tessuto locale è la nostra linfa vitale, il nostro prezioso giacimento di passioni ed energie. Fatemi citare una persona che di questa spinta sociale ed amore per la comunità locale è stato fulgido esempio e che si è spento proprio nel 2013. Mi riferisco ad Enzo Tesei, la cui figura rimarrà viva nella nostra memoria e nel nostro fare quotidiano.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: l'aula comunale gremitaE molte di queste iniziative parlano di solidarietà, perché questa è una città nella quale il volontariato è di casa e dove fioccano iniziative di solidarietà per raccogliere fondi a favore di coloro che hanno di meno.
In questa opera di sostegno al disagio abbiamo come prezioso compagno di viaggio la Diocesi di Senigallia, con la quale condividiamo l’obiettivo di contrastare le vecchie e le nuove povertà. Vedo presente il Vescovo Monsignor Orlandoni che ringrazio per il suo costante impegno e la sua testimonianza e con il quale ci ritroveremo questa sera nel tendone della solidarietà per vivere un capodanno all’insegna della sobrietà della condivisione e della serenità.
Mi piace a questo riguardo ricordare la bellissima esperienza della Cooperativa creata dalla Caritas Diocesana, undicesima ora, che cerca di offrire risposte all’emergenza sociale a partire dalla dignità del lavoro. Una realtà che si è occupata principalmente di agricoltura biologica e che presto svilupperà un progetto pilota nell’ambito del turismo religioso. Una realtà significativa, perché la cooperativa undicesima ora ha dato lavoro nel 2013 a circa 100 persone.
Il lavoro quindi come elemento di dignità umana e come fattore di cittadinanza. Ed a proposito di cittadinanza, permettetemi di ricordare l’immagine più drammatica che questo 2013 porta via con sé: quella dei corpi senza nome stesi sul porto di Lampedusa, il ricordo dell’ennesima strage degli innocenti in fuga dalle guerre e dalla povertà dei propri paesi che hanno trovato la morte nei nostri mari tra l’indifferenza di tanti. Dobbiamo fare in modo che tragedie come quelle non debbano accadere mai più. E per ottenere questo, il segno che possiamo dare nella nostra piccola comunità è quello di abbracciare un’idea più estesa di cittadinanza che, attraverso regole certe valide per tutti, abbracci vecchi e nuovi residenti ed adotti politiche di vera inclusione. Perché non basta commuoversi per la tragedia dei barconi affondati guardando la televisione e poi dimenticarsi che quei profughi che si salvano dal naufragio sono gli stessi che ritroviamo negli angoli delle nostre vie o ai margini dei nostri parcheggi.

Bisogna essere capaci di aprirsi, riuscire a guardare al di là del proprio stretto orizzonte. Può soccorrerci in questo una figura straordinaria come quella di Sergio Anselmi, (saluto e ringrazio Ada Antonietti e Remo Morpurgo) di cui quest’anno abbiamo ricordato il decennale della scomparsa, che è stato in grado di unire alla passione per la storia locale una grande attenzione verso il legame che ci unisce all’altra sponda del mare Adriatico. Perché il mare non è una barriera ma al contrario un luogo di contaminazione di identità, culture e visioni del mondo.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia Maurizio MangialardiParlavo prima dell’importanza delle regole, fatemi sottolineare come la qualità della vita che tutti riconoscono alla nostra città dipende anche dal buon livello di sicurezza che registriamo a Senigallia. Per questo mi sento in dovere di dire grazie a tutte le forze dell’Ordine e della Sicurezza che, insieme alla nostra Polizia Municipale, sotto la guida del Prefetto che ha attivato anche con un coordinamento cittadino, si impegnano per garantire quel bene primario rappresentato dalla sicurezza dei cittadini.

E’ evidente che la speranza per il futuro deve necessariamente coincidere con un’attenzione nei confronti dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Ed è a loro che ci rivolgiamo attraverso i nostri centri di aggregazione giovanili, attraverso iniziative mirate a stimolarne un protagonismo positivo.
Da quest’anno, nell’opera di elaborazione delle politiche giovanili, possiamo contare su un partner importante come la nuova Consulta dei Giovani, il nuovo organismo di partecipazione eletto dai giovani della nostra città.
Un cammino questo per incontrare i nostri giovani che proseguiremo con rinnovato impegno anche in memoria di un nostro dipendente, Andrea Garbin, che così tanto si è speso su questa materia e che purtroppo proprio quest’anno ci ha lasciato.
Vorrei sottolineare anche come i giovani possono contare nella nostra realtà locale sulla grande qualità, professionalità, passione delle Istituzioni Scolastiche, strutture che rappresentano delle vere eccellenze e che sono in grado di recepire quel tema delle competenze e della circuitazione dei saperi che rappresenta la vera sfida della società del futuro.

La qualità della vita di una comunità locale passa anche dal livello di tutela del fondamentale diritto alla salute dei cittadini. E’ un tema questo sul quale il Sindaco e l’assessore si sono particolarmente impegnati ed il consiglio comunale è stato particolarmente attento. Su questo la linea della nostra Amministrazione comunale non cambia: sostenere senza se e senza ma le ragioni dell’Ospedale di Senigallia come una delle eccellenze della nostra regione, riconoscendoci certo nella sua valenza di ospedale di rete in linea con la riforma varata ma senza arretrare di un centimetro rispetto alla rivendicazione della sua importanza e centralità. Vogliamo tutelare le funzioni sanitarie e non i ruoli, ribadendo la necessità di garantire risposte in linea con l’evolversi delle esigenze e dei bisogni dei cittadini, garantendo così la piena tutela del loro diritto alla salute e continuando quella cooperazione maturata con tutti i soggetti che compongono il sistema della sanità locale. Considero naturalmente parti integranti di questo sistema volto a garantire la salute psico fisica dei cittadini in tutte le stagioni della propria esistenza anche l’Opera Pia Mastai Ferretti e la Fondazione città di Senigallia, che devono poter contare sui necessari riconoscimenti regionali come condizione per poter incidere ancora di più sui bisogni del nostro territorio.

Discorso di fine anno (2013) del sindaco di Senigallia: le autorità politiche, civili e militariPer affrontare le sfide difficili che ci attendono c’è più che mai bisogno della cooperazione tra tutti i livelli di governo nell’interesse dei cittadini di Senigallia. Su questo versante la nostra città ha avuto la fortuna di avere rappresentanti capaci di svolgere nel migliore dei modi questa funzione di raccordo, mi riferisco in particolare alla Senatrice Silvana Amati ed al Commissario Straordinario della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande che vedo presente questa mattina insieme all’On. Lodolini e che ringrazio di cuore per tutto quello che hanno fatto e che faranno per la nostra comunità locale. Vorrei ringraziare anche gli ex sindaci di Senigallia oggi presenti (Orciari, Galavotti, Mariani, Angeloni).

La tempesta che siamo chiamati ad affrontare in un simile quadro di profonda crisi richiede la massima coesione, nel rispetto dei diversi ruoli naturalmente, tra tutte le componenti del Comune.
Penso al Consiglio Comunale innanzitutto. Saluto il Presidente Enzo Monachesi ed i numerosi consiglieri di maggioranza ed opposizione che vedo qui presenti. Li ringrazio per l’impegno che mettono nello svolgimento delle proprie funzioni. Il consiglio comunale sarà del resto sempre più decisivo nelle strategie future visto che in un momento di trasformazioni profonde com’è quello che stiamo vivendo è al Consiglio Comunale, come organo supremo di indirizzo, che spetterà il compito di individuare nuovi ambiti di azione e rinnovati percorsi da attuare in tempi sempre più veloci ed assumendosi fino in fondo le responsabilità connesse alle scelte effettuate.
Penso naturalmente alla macchina comunale, composta per la stragrande maggioranza dei casi da persone competenti e responsabili. E’ anche a loro che in questo momento nel quale tanti cittadini fuori da qui perdono ogni certezza ed anche a volte la propria dignità, chiediamo una sensibilità sempre maggiore per fornire risposte o anche solo per ascoltare e dialogare con i tanti che bussano alle nostre porte alla ricerca di aiuto cercando di semplificare e di ridurre l’impatto della burocrazia.
Un grazie davvero speciale alla mia Giunta: a Francesca, Paola, Maurizio, Fabrizio, Simone, Gennaro, Stefano, al mio portavoce Mario Cavallari. Grazie davvero perché senza la vostra straordinaria passione non avremmo mai ottenuto i risultati che abbiamo raggiunto. E a questo proposito vorrei rivolgermi ai tanti che dicono che la politica oggi è tutta uguale, perché ci si guadagna sempre, perché ha sempre il suo tornaconto. Vorrei dire con orgoglio a queste persone che la nostra no, che quella delle nostre Istituzioni non è la politica alla quale loro si riferiscono. Perché da noi non esistono auto blu, cene di rappresentanza. Perché da noi un Consigliere per partecipare al Consiglio prende meno di 30 euro ed un assessore che lavora 14 ore al giorno ne prende meno di 500 al mese. E l’unico corrispettivo per noi è quello di veder risolto un problema del cittadino. E, credetemi, non può esistere ricompensa più grande.

Vorrei chiudere con una frase di Nelson Mandela che mi ha molto colpito e che giudico particolarmente adatta ai difficili tempi che stiamo vivendo. Ha detto Mandela: “A volte, più che le ombre, sono le nostre luci a spaventarci di più“.
Ecco il mio augurio per il nuovo anno è questo: non aver più paura delle nostre luci, dei nostri sentimenti migliori, dei nostri talenti, dei nostri sogni. Provare a farci guidare da queste luci senza calcoli o paure.
Sono certo che ne uscirà un mondo migliore.
Tanti auguri di un sereno anno nuovo a voi e alle vostre famiglie.

Commenti
Ci sono 3 commenti
un povero tra i poveri (di politica) 2013-12-31 17:07:51
"FUORI DALLA REALTA'"
Essere positivi per non deprimere i cittadini è una cosa ma così è troppo si corre il rischio di far credere di essere fuori dalla realtà per vedere luci in fondo al tunnel (forse un Tir che stà venendo addosso) fino alla fine del 2015. Come si fà a leggere discorsi, scritti da Cavallari, simili e poi bastonare i cittadini aumentando sempre le tasse e piangere chiedendo scusa "MA NON E'COLPA MIA". Caro sindaco lei sa benissimo che nel salone c'era poca gente e solo suoi affezzionati, perchè non raccontare altre storielle siamo a Natale. P.S.: CARO SINDACO TIRI FUORI LE PALLE DI NATALE CHE MANCANO DALL'ALBERO.
Prof. Camillo Nardini 2013-12-31 18:13:45
Cari cronisti, auguro a voi tutti un 2014 di serenità. Grazie per il vostro costante impegno al servizio dell'informazione. Grazie per le tante ore che passate a meditare su un articolo. Grazie per il coraggio che molte volte non vi è mancato. Grazie perché spesso siete in prima linea. Grazie perché siete l'anello forte della democrazia. Grazie perché quando noi dormiamo voi non lo fate. Grazie perché aprite per noi finestre sul mondo così vario e così mutevole. Grazie perché stasera mi sento in credito con voi e dedico qualche minuto del mio tempo a voi, che a noi, lettori, destinate molte ore. Grazie perché date voce anche a quelli che ne hanno poca. Grazie perché ci permettete di entrare in luoghi altrimenti preclusi. Grazie perché ci mettete in condizioni di scegliere. Grazie perché in questa piazza reale e virtuale, assente nei luoghi in cui è assente la libertà, fate entrare tutti noi, senza permessi, visti o autorizzazioni. Grazie, infine, perché mentre per la strada risuona un petardo messo al bando rifletto sul vostro impegno, che ritengo possa essere il termine più adatto a tagliare il confine tra la fazione e la passione. Auguri dunque a voi personalmente, alle vostre famiglie, ai vostri cari.
bonzino 2013-12-31 19:36:55
Bella frase d'effetto, ma le ombre esistono solo perché ci sono le luci e in quest'anno ne ho viste ben poco e quindi non posso averne paura. A spaventarmi invece sono state le tasse che la sua amministrazione ha inflitto ad aziende e alle famiglie. Quello che mi auguro e auguro ai miei concittadini non è di aver paura delle luci ma sperare in un miglioramento delle attuali condizioni di vita, l'abbattimento della spesa comunale e maggiori servizi ai più indifesi, anche se sono sicuro che rimarrà solo un sogno che difficilmente si realizzerà, ma poiché la speranza è l'ultima a morire voglio confidare che ciò si avveri. buon anno a tutti
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