Mix di alcol e farmaci: 20enne di Ripe fermato per lesioni e tentato omicidio
Ricoverato all'ospedale, ora è indagato per reati su una minorenne e su un altro ragazzo
E’ un ventenne il ragazzo di Ripe fermato dai Carabinieri di Senigallia per gravissimi reati come la violenza fisica, l’aggressione, le minacce e il tentato omicidio nei confronti di una minorenne e di un altro giovane. Tutto accaduto in una notte, in cui, oltre a un po’ di alcol, era stato assunto in forti dosi un farmaco simile alla morfina, con effetti psicoattivi.
E il risultato di quel mix è emerso con le indagini dei Carabinieri partite l’1 e il 2 dicembre dopo il ricovero in ospedale a Senigallia di una 16enne, in forte stato di agitazione, che presentava segni evidenti di violenza e lesioni. Dalle prime dichiarazioni che i militari sono riusciti a racimolare dalla giovane, è infatti venuto fuori che da due settimane circa assumeva – assieme a (e su consiglio di) un suo amico, Giuseppe Florio, classe ’93, residente a Ripe – grandi quantità di un farmaco contro la tosse contenente “destrometorfano”: la sostanza, blandamente sedativa e strutturalmente simile alla morfina, ad alte dosi, presenta effetti psicoattivi e può comportare l’insorgenza di una sindrome serotoninergica (o avvelenamento da serotonina) con sintomi (potenzialmente anche fatali) che interessano la sfera cognitiva, del sistema nervoso autonomo, ed anche somatici.
In particolare, venerdì 29 novembre 2013, i due ragazzi – dopo aver saltato la scuola e aver assunto un po’ di quel farmaco – si erano diretti verso i giardini Anna Frank dove la 16enne è stata colpita a pugni dal giovane sulle braccia, sulle gambe, sulle ginocchia, in pancia e sulla schiena, poiché affermava che la ragazza doveva imparare a non avere paura e a sopportare il dolore fisico. Caduta a terra il 20enne non ha smesso di picchiarla ma ha usato un ramo per “frustarla” sulle braccia e sulle gambe.
Il giorno dopo, sabato 30 novembre, i due si sono rivisti nel dopo scuola per assumere altro farmaco, poi la sera, dopo un film sono andati a ballare in una discoteca di Senigallia. Lì hanno assunto ancora farmaco mischiato a una nota bevanda stimolante per poi continuare con cocktail alcolici. Un mix che ha prodotto forti stati di agitazione e delirio in cui (all’esterno del locale) prima il 20enne ha minacciato di morte un altro ragazzo, poi lei ha chiesto di essere uccisa, dopodiché il ragazzo ha tentato di colpirsi con un cacciavite sul petto e infine, mentre erano in giro a Torrette di Fano, la 16enne ha chiesto nuovamente di essere uccisa. Un delirio che solo l’istinto di sopravvivenza ha impedito si tramutasse in tragedia: più volte si è divincolata infatti dal giovane che tentata di strangolarla, fino a quando non è svenuta. Una volta ripresi i sensi, ha chiesto di essere accompagnata all’ospedale dove i medici hanno chiamato i Carabinieri e son partite le indagini.
In un primo momento (domenica 1 dicembre) del giovane non vi era traccia, ma il giorno seguente i militari hanno avvistato Giuseppe Florio proprio in ospedale con i pantaloni sporchi di sangue, ferito in volto e armato di un coltello a serramanico. Dopo le cure mediche, è stato consigliato da uno psichiatra al giovane di sottoporsi volontariamente ad un ricovero in quanto affetto da “turbe ideative e comportamentali”. Dopo 10 giorni di cure e le conseguenti dimissioni dall’ospedale, i Carabinieri hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, Rosario Lioniello, che ha disposto la collocazione di Florio presso il proprio domicilio, col divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano o lo assistono.
E’ sottoposto ad indagini per i delitti di lesioni personali, tentato omicidio aggravato e tentato omicidio aggravato e continuato del consenziente.
Forse è il caso di saltare qualche generazione.
Queste nuove generazioni sono un disastro.
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