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Senigallia e Città del Messico: l’attenzione internazionale sulla fotografia umanitaria

Mostra di Giorgio Pegoli nel prossimo febbraio 2014

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Giorgio Pegoli e Charles Henri Favrod nello studio del fotoreporter senigalliese

Tornata in Messico dopo la visita al Musinf di Senigallia, Alejandra Matiz, presidente della Fondazione Leo Matiz ha comunicato al prof. Carlo Emanuele Bugatti, direttore del Musinf, che in febbraio è stata programmata dalla fondazione una mostra delle fotografie di Giorgio Pegoli a Città del Messico.

Il percorso espositivo comprenderà le fotografie umanitarie scattate e stampate da Pegoli, recentemente entrate a far parte della raccolta della Fondazione Leo Matiz.

Ho il piacere di notare che Il 2013 è stato un anno assai importante per l’affermazione della fotografia di Giorgio Pegoli – ha detto l’assessore alla cultura, Stefano Schiavoni – infatti nel 2013 c’è stata l’entrata delle sue fotografie nella raccolta del Museo delle culture europee di Berlino, dopo un’esposizione a Berlino che ha avuto notevole successo, poi c’è stata la pubblicazione di alcune sue foto nel libro di Charles Henri Favrod, fondatore del Museo della fotografia di Losanna e vicepresidente del Museo Alinari, relativa alla raccolta delle fotografie dei più importanti reportage del Novecento, selezionate dallo stesso Favrod. Anche nelle Marche nel 2013 le iniziative sul fotogiornalismo, come il festival del reportage, hanno registrato il rilievo della testimonianza di Giorgio Pegoli, che è stato presente su tutti i teatri di guerra del mondo. Pegoli alterna la vita quotidiana del suo negozio di Senigallia con il brivido dei campi di battaglia, dove si presenta armato solo della sua macchina fotografica, scattando immagini dell’umanità sofferente e piegata dalla violenza della guerra“.

Giorgio Pegoli è ancora impegnato a pieno ritmo nell’attività informativa con servizi giornalistici. Ama però dedicare più tempo alle attività didattiche, con lo scopo di trasmettere ai giovani le sue esperienze di testimone di una fotografia umanitaria, che sceglie di documentare la tragedia dei più deboli, i bambini, le donne, gli anziani, presi nel vortice dei conflitti armati.

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