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Aeroporto delle Marche, investitori stranieri interessati allo scalo

Spacca: "Infrastruttura di grande valore. La Regione ci crede". Ma il passivo è pesante: 32 milioni di euro

Cuochi Ancona
Immagini dell'Aeroporto delle Marche "Raffaello Sanzio"

Una infrastruttura di grande valore che, nonostante la pesante situazione debitoria, vanta asset patrimoniali e fisici il cui ammontare supera quello dell’indebitamento. La concessione Enac, la posizione centrale in Adriatico, le strutture moderne e l’inserimento in un sistema logistico integrato con porto e interporto, fanno dell’Aeroporto delle Marche una infrastruttura solida, in grado di suscitare oggi l’attenzione di una molteplicità di soggetti, nazionali ed internazionali, interessati ad investire su di esso. Tutto questo in virtù della determinazione dalla Regione, che ha continuato a credere nello scalo anche quando tutti gli altri soci se ne sono andati“.

Così il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, parlando dell’Aeroporto delle Marche nella sua comunicazione, martedì 29 ottobre, in Assemblea legislativa. “La Regione – ha detto – conferma quindi il valore strategico dell’Aeroporto delle Marche, perché il territorio e la sua economia non possono crescere senza un’infrastruttura di questa importanza. Ribadisce la volontà di continuare a investire sullo scalo e a sostenerlo. Se negli anni passati si è puntato sull’espansione pensando ad un break even di un milione di passeggeri, che si è dimostrato impossibile, oggi, in coerenza con la difficile fase recessiva che stiamo vivendo, la strategia diviene soprattutto di consolidamento su settori mirati: traffico merci a sostegno del sistema produttivo regionale e volumi di traffico turistico, che si sta già notevolmente incrementando grazie agli arrivi stranieri. Ciò comporta la necessità di investimenti per rafforzare le interconnessioni con le altre infrastrutture – porto e interporto in primis –, per utilizzare parte degli spazi per attività no fly, come avviene in tutti gli aeroporti di primo livello, per stringere accordi con tour operator. Sono questi gli indirizzi che daremo al nuovo cda che uscirà dall’assemblea dell’8 novembre“.

Spacca ha ripercorso la storia recente dello scalo, dai primi anni 2000 sino ad oggi, quando dopo il disimpegno dei soci privati e degli altri enti pubblici, la Regione è rimasta l’unica ad occuparsi dei destini dell’Aeroporto delle Marche, passando dal 19,5% del capitale sociale del 2003 all’attuale 80%. In particolare il presidente ha ricordato i dati di bilancio della società Aerdorica dal 2003 (con una perdita di 3,9 milioni di euro) al 2004 (la perdita raggiunge i 6,6 milioni di euro) al 2005 (quando la perdita è di 5,3 milioni). L’indebitamento ammonta al 2005 a 22 milioni di euro, per arrivare ai 32 attuali.

La parte preponderante dell’indebitamento più recente – ha detto Spacca – è collegata agli investimenti sulla infrastruttura, necessari per ottenere la concessione 35ennale dell’Enac che è un asset patrimoniale importantissimo al quale si aggiungono asset fisici di straordinario valore: la posizione geografica dell’Aeroporto al centro dell’Adriatico e, ancora più importante, l’inserimento dello scalo – caso unico in Italia – all’interno di un sistema logistico che include anche porto e interporto“.
Tra gli elementi ricordati da Spacca, la crisi di liquidità che, a partire dall’inizio del 2010, ha colpito Aerdorica al pari delle altre aziende del territorio regionale. Un credit crunch derivante dalla difficoltà di riscossione dei propri crediti (che oggi ammontano secondo stime prudenziali a 8 milioni di euro) e dall’obbligo di far fronte ai debiti contratti per l’esercizio dell’azienda.

Quanto al caso Morriale Spacca ha sottolineato che la vicenda incide in misura molto limitata sulla strategia di consolidamento dell’Aeroporto. “Siamo di fronte ad un dirigente che, secondo l’ipotesi accusatoria – ha detto – avrebbe utilizzato risorse della società a proprio vantaggio e, con superficialità, i mezzi a disposizione di Aerdorica. Questo nonostante gli inviti formali e sostanziali inviati dalla Giunta regionale affinché anche la gestione della società si allineasse alla scelta di sobrietà e di riduzione delle spese che caratterizza il governo regionale. Inviti e richiami disattesi. La Regione attende ora le decisioni dell’autorità giudiziaria, ma nel frattempo non è rimasta ferma: il direttore è stato sospeso ed è in corso una approfondita ricognizione su tutta la sua attività“.
A seguito di questo approfondimento e dell’esito dell’udienza preliminare del 10 dicembre sarà possibile assumere eventuali ulteriori determinazioni.

Il presidente ha annunciato infine che la nuova organizzazione dello scalo (dopo le dimissioni del presidente Sagripanti e la sospensione del direttore Morriale) sarà di tipo “funzionale”. “Il consolidamento – ha concluso – dovrà iniziare da quello finanziario. Stiamo quindi cercando per la presidenza una figura di provata esperienza in questo campo e di massimo rigore. Anche il cda dovrà avere un profilo di carattere tecnico e i suoi componenti dovranno avere competenze tecniche e commerciali“.

Commenti
Solo un commento
Leonardo Maria Conti 2013-10-30 13:04:44
A mio modo di vedere, il Sanzio, avrebbe bisogno, anche per sopportare il maggior traffico aereo con velivoli di maggior portata, rispetto agli attuali, lo spostamento verso mare dell'attuale areostazione e allungare l'attuale pista di 2965 metri verso ovest facendo bypassare l'A14 sotto un tunnel. Si avrebbe una maggiore sicurezza, rispetto all'attuale per il decollo/atterraggio degli areomobili per la presenza della raffineria API.
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