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Fabrizio Volpini si schiera in vista del congresso del Pd: “sosterrò Civati”

L'assessore del Comune di Senigallia: "è l'unico che può portare un vero cambiamento"

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Giuseppe Civati

Anche se tra non poche incertezze e battute di arresto, nelle prossime settimane il Partito Democratico eleggerà un nuovo Segretario.
In questi mesi ho cercato di guardare con crescente distacco alle vicende che riguardavano un Partito in cui ho creduto fin dalla sua fondazione, ma che non si è mai realizzato pienamente.


Gli ultimi mesi, poi, con la “non vittoria” alle Politiche, l’incresciosa vicenda dell’elezione del Capo dello Stato, con il mancato accordo su una persona del valore di Stefano Rodotà e l’oltraggioso tradimento nei confronti di Romano Prodi, padre nobile del PD, da parte dei 101 parlamentari di cui ancora non si conosce il nome, l’appoggio a un governo di Larghe Intese con chi è la principale causa del declino di questi anni, mi hanno costretto a mettere in discussione la mia stessa partecipazione alla vita di un Partito che non riconosco più e che fatico a comprendere quali finalità si ponga, oltre all’autoconservazione della propria classe dirigente.

Vedo però nel prossimo congresso la possibilità, forse l’ultima, di poter cambiare gli eventi. Ho quindi valutato le diverse candidature e, dopo un’ attenta e critica analisi, sono giunto alla convinzione che la sola candidatura in grado di poter guidare un reale cambiamento e un progetto politico in cui mi riconosco è quella di Giuseppe Civati, un leader collettivo, che preferisce il gioco di squadra all’ “uomo solo al comando”.

Ho ascoltato con attenzione i suoi interventi e le sue proposte e in queste rivedo i valori che ho sempre sentito miei:  una sinistra che sappia essere di governo e non relegata in eterno all’opposizione, moderna, aperta alla società civile, che sappia riscoprire il valore della militanza e della partecipazione, che ridia voce ai tesserati non solo in campagna elettorale e che si proponga realmente di costruire un’ “unica casa della Sinistra” con tutti quei soggetti che condividono una visione comune, basata sull’Uguaglianza e sull’articolo 3 della Costituzione come principali valori della propria azione. Che sappia valorizzare i meritevoli. Che parli e coinvolga i giovani, ma che non rottami persone del valore di Prodi e Rodotà. Che non si vergogni di scendere in piazza in difesa dei lavoratori o della Costituzione. Che non abbia incertezza nel riconoscere i diritti civili e di prendere posizioni nette. Che affronti il conflitto di interessi come qualcosa che riguarda tutte le commistioni tra politica-affari-potere.

Ritengo inoltre un valore aggiunto il fatto che non sia appoggiato da nessuno dei personaggi che ci hanno guidato fino a questo punto: non c’è nessun capobastone a tenere le fila, ma solo tanti militanti e tanti delusi che vedono ancora nella Politica e nell’azione seria di un grande Partito, l’unico modo per uscire dalla crisi (economica e non solo) in cui viviamo da troppo tempo.

Sono quindi convinto che, in un periodo di veloci riposizionamenti e carri sempre più affollati, l’unico che possa portare un vero cambiamento e un progetto politico serio e di lungo termine, sia proprio Giuseppe Civati e sono certo che, nonostante il silenzio mediatico che regna intorno a lui, la sua proposta politica troverà un numero sempre crescente di sostenitori.

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