Il SIB a Roma: quale destino per gli operatori balneari?
Monachesi: "Tornando a parlare genericamente di gare si spinge il settore intero nel baratro"
“Conosciamo solo per sommi capi il progetto del Governo,è quindi solo informale,ma la delusione nello sfogliare le pagine del piano DESTINAZIONE ITALIA è grande” cosi il Presidente Enzo Monachesi del S.I.B. Regione Marche che incalza ”neanche una parola a sostegno della nostra categoria all’interno del decreto,30000 imprese e 100000 addetti diretti dimenticati”.
Risulta quindi per il S.I.B. riduttivo e fuori dalla realtà il contenuto delle linee strategiche del governo,che si limita a valutare gli aspetti economici scordando la enorme rilevanza sociale delle problematiche legate al mondo balneare.
“Tornando a parlare genericamente di gare,si spinge il settore intero nel baratro,l’aria è tornata irrespirabile per noi imprenditori,quindi la risposta non può che essere dura e determinata”aggiunge Monachesi “se il Governo cerca nuove opportunità di investimento chi meglio di noi può realizzarle?volontà di investire,l’esperienza,la tradizione e il sistema unico in Europa sono dalla nostra parte mancano le condizioni per poterlo fare.Invece di perdere tempo nella ricerca dell’investitore straniero sarebbe certamente più utile creare le condizioni per chi è già nel settore tutelando cosi l’interesse del turismo balneare italiano”.
Detto questo non vogliamo tirare conclusioni affrettate: occorrerà conoscere le decisioni ufficiali e la sostanza dei provvedimenti concreti, certi che, come da tempo sostengono con determinazione Regione Marche, Comuni e le forze politiche , non ci potrà essere una soluzione che non tenga conto che nel settore esistono più di 2.000 impresenella nostra Regione che vanno salvaguardate e alle quali è necessario ridare slancio e fiducia nel futuro. Giovedì prossimo avremo un incontro con il Governo: vedremo quale sarà la posizione dell’Esecutivo.
E‘ certo che, nell’occasione, dovremo anche trovare una soluzione ai problemi dei canoni pertinenziali che stanno mettendo definitivamente in ginocchio e fuori mercato un numero importante di imprese non solo balneari ma anche ristoranti, discoteche, alberghi, ecc. Le Associazioni di categoria, infine, ritengono che per uscire dall’impasse di Bruxelles, occorra trovare una soluzione forte, condivisa e – se necessario – coraggiosa, che il Governo faccia propria e sostenga con convinzione. Crediamo ci siano i presupposti giuridici, economici e sociali per arrivare a questo risultato, altri Paesi, d’altronde, lo hanno già fatto.
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