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Nuoto, intervista al pluricampione europeo Andrea Cavalletti – VIDEO

“Il prossimo traguardo saranno i Mondiali a Montreal: ci aspetta un lungo anno di allenamenti”

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Andrea Cavalletti

In un paese dove gli sport nazional popolari includono quasi sempre l’uso di un pallone o di mezzi a motore, troppo spesso non vengono celebrate a dovere imprese come quella di Andrea Cavalletti. Il campione di nuoto ai recenti Campionati Master Europei svoltisi ad Eindhoven ha fatto incetta di titoli e record, salendo sul gradino più alto ben 3 volte a distanza di pochi giorni.

Medaglia d’oro nei 100 metri a rana (stabilendo anche il nuovo primato italiano), nei 200 e nella staffetta a squadre insieme ad i suoi compagni del Team Marche Master Luconi, Medici e Serrani, Cavalletti è stato uno dei protagonisti assoluti della manifestazione. Da sottolineare che i risultati del nuotatore non sono di certo una sorpresa: l’atleta già nella primavera del 2012 si era lauretao campione del mondo nei 100 rana nella categoria 25-29 anni.

Dovessi scegliere, qual è il ricordo più bello che ti rimarrà degli Europei Masters di Eindhoven da poco conclusi?

Sicuramente il primo giorno, la vittoria nel 100 rana. Partivo da favorito col primo tempo, ma in realtà tutto poteva cambiare; l’ucraiano infatti, che era due corsie più in là della mia, nei primi 50 metri era passato prima di me, ma fortunatamente sono riuscito a mantenere la giusta progressione e per 7 decimi me la sono cavata! Vedere il nome col tempo più basso di tutti è stata una bellissima soddisfazione. L’altra cosa sono state le premiazioni davanti ad un bel pubblico di appassionati e davanti ai miei compagni di squadra

In un paese dove gli sport nazional popolari sono ben altri …. come è nata la tua passione per la vasca?

La mia passione è nata come per molti altri atleti su suggerimento di un ortopedico a causa della mia scoliosi; ho iniziato a nuotare nella piscina del Molinello a Senigallia (io sono di Marotta però) e per 4 anni sono rimasto lì a fare corsi di nuoto; poi all’età di sette anni e mezzo sono entrato nella squadra agonistica di Senigallia fino al 2011 (praticamente 20 anni di agonismo); li ho conosciuto molti dei miei attuali amici e anche per questo motivo ho continuato a nuotare. Da piccolo non ero chissà quale fenomeno, ma qualche risultato l’ho portato comunque a casa e questo sicuramente ha permesso di dare una certa continuità all’attività agonistica. Mi sono poi spostato nella piscina di Falconara e mi sono iscritto con il Team Marche Master per iniziare una nuova avventura.

Hai un modello sportivo nel mondo del nuoto?

Un modello sportivo non poteva non essere Domenico Fioravanti, bi-campione olimpico nel 2000 nei 100 e 200 rana, gare che poi sono diventate anche per me motivo di successo e di soddisfazioni personali enormi.

Ci si ricorda del nuoto e dei suoi protagonisti grazie ad imprese come la tua: come si raggiungono traguardi simili? Quanto lavoro e fatica c’è dietro?

La fatica ed il sacrificio sono enormi; mi ricordo che nei pomeriggi della mia infanzia e adolescenza dovevo sempre lasciare gli amici con i quali giocavo per dirigermi in piscina e questo per 3-4 volte a settimana più le gare nei week end. Arrivato a 14 anni poi gli allenamenti erano diventati 5 a settimana e si viaggiava sui 25 km a settimana circa. Ovviamente nella piscina mi ero trovato le mie amicizie in modo da alleggerire un po’ questo peso. Da non dimenticare poi i miei due più importanti allenatori entrambi di Senigallia che sicuramente hanno preso parte alla costruzione della mia carriera: da piccolo ero sotto le guida di Stefano Bartolucci (ora vigile urbano di Senigallia) e dai 14 anni in poi con Andrea Marzi, tecnico storico del Senigallia Nuoto. La mia carriera ha avuto uno stallo dai 14 ai 16 anni, non mi glioravo più, non ottenevo chissà quali risultati, e per uno nuotatore che si allena duramente 5 giorni a settimana non è affatto facile da digerire. Poi piano piano, anche crescendo fisicamente e con l’aiuto dell’allenatore, sono ritornato sui miei livelli e ad ottenere di nuovo risultati nel mio piccolo importanti, come partecipazione ai campionati italiani giovanili 2002 e 2004 e diversi titoli regionali. Dal 2011 poi iniziando i master sono diventato allenatore di me stesso e della nostra fantastica squadra, quindi i sacrifici legati agli allenamenti sono stati più facili da gestire ( a parte la preparazione a questo campionato europeo master che ci ha visto nuotare anche il 14 di agosto e nelle nostre rispettive ferie).

Cosa vi passa per la testa mentre tirate bracciate fianco a fianco durante una gara di un campionato europeo o mondiale?

Questa è una delle cose più soggettive e più belle che un atleta di sport individuali a carattere cronometrico possa avere; è difficile quando esci dall’acqua ricordarsi di tutto ciò che hai pensato;la gara diventa un automatismo unico: sali sul blocco, ti tuffi, entri in acqua e poi tutto avviene con una memoria gestuale impensabile. In queste due ultime gare ricordo poche cose: – “oddio il mio avversario è molto vicino” – “il mio avversario sta passando più forte di me, spero di riprenderlo” – “sto per toccare il muro, sono primo”

Come se la passa il nuoto Italiano? E’ un movimento in crescita oppure rimarrà sempre un sport in un certo senso più di nicchia?

Il nuoto italiano attualmente se la passa male. E’ un movimento di certo in crescita; siamo una delle nazione più forti al mondo dal punto di vista giovanile ma arrivati alla maggiore età si perdono atleti. Abbiamo atleti fortissimi fino all’età di 18 anni poi arrivano strane sparizioni: atleti che smettono per gli eccessivi carichi di allenamento, atleti che non vedendo un futuro economico nel nuoto preferiscono iniziare il percorso universitario oppure atleti che vengono poco considerati. Sono diverse a mio avviso le cause; tra le prime sicuramente che il sistema universitario italiano non prevede spazio per attività sportive (come accade per esempio in America) quindi, visto anche la scarsissima retribuzione degli atleti, molti decidono di abbandonare e darsi allo studio considerando che i compensi sportivi sono legati al risultato. Inoltre si sente ormai sulla cronaca sportiva che ci sono atleti italiani di fama internazionale che si allenano ancora a proprie spese e questo non alimenta sicuramente speranze nelle nuove leve. Ci sono sport anche di più basso livello economico rispetto al nuoto, ma qui bisogna entrare nei discorsi politici del CONI.

Dopo Eindhoven, quali sono i tuoi prossimi traguardi sportivi che ti sei posto?

Il prossimo traguardo saranno i MONDIALI MASTER a Montreal, in Canada previsti nella prima settimana di agosto; ci aspetta un lungo anno di allenamenti e di preparazione logistica. Non ho ancora la certezza che vi parteciperò perchè come si sa il mondo master è un mondo amatoriale, e nessuno ci rimborsa le trasferte e nessun titolo mondiali o europeo che sia è supportato da un compenso in denaro. Solo fatica, sacrifici e spese per le trasferte, ma assolutamente tanto amore per questo sport, durissimo ma che regala emozioni e ricordi unici!!!!

//www.youtube.com/watch?v=o3zJD2txi0w

//www.youtube.com/watch?v=Y976GhpEijA

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