Tra il Tennistavolo Senigallia ed il Conservatorio Rossini di Pesaro sta per nascere una collaborazionescientifica. E’ stato Enzo Pettinelli a darne notizia in conclusione della serata di presentazione del suo ultimo lavoro come autore di racconti Mutamenti, storia di una Senigallia che cambia pelle e volto nel corso degli anni del secolo scorso fino ai giorni d’oggi.

Il pingpong è uno sport di abilità in cui un attrezzo semi rigido (la racchetta) colpisce una pallina (dal peso di 2,5 grammi) imprimendogli effetti (spin) con una velocità tale che spesso l’occhio umano non riesce a percepirne la direzione. Per questo si cerca di replicare i colpi attraverso schemi ripetitivi con la speranza di riprodurre automatismi istintivi.

Fin dalla nascita della scuola tecnica, Pettinelli ha sempre coltivato l’idea che il suono di contatto tra pallina/racchetta e pallina/tavolo racchiudesse un messaggio aggiuntivo a quello visivo e che sarebbe stato necessario un orecchio musicale per raggiungere risultati di eccellenza. D’altra parte i due talenti principali di Senigallia (Corinaldesi Livio e Costantini Massimo) non a caso suonavano strumenti (batteria e pianoforte).

Dalla conoscenza del Direttore del Conservatorio Prof. Terzetti Maurizio a Pettinelli è nata l’idea di condurre uno studio scientifico sul suono dal momento che Pesaro dispone di attrezzature uniche in Italia. L’idea di fondo, se trovasse riscontro, sarebbe fortemente innovatrice perché ipotizza che un colpo eseguito correttamente determina un suono di un certo tipo (ovviamente diverso da colpo a colpo). Quindi, indipendentemente dal fatto che la pallina giunga al tavolo dell’avversario, lo scostamento tra il suono prodotto da un colpo ed il suo riferimento indicherebbe la correttezza o meno dell’esecuzione dando un parametro quantificabile all’allenatore.

Presto un super esperto di fonica dovrebbe far visita al Centro Olimpico per iniziare i test preliminari. Sicuramente una bella notizia per gli appassionati di pingpong ma anche un messaggio significativo della credibilità che la scuola di Pettinelli ha saputo conquistarsi nel tempo anche in ambienti lontani dallo sport.