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…prese le lettere e partì…

Prima parte dell'intervista al gruppo di Senigallia "Arbitri Elegantiae", live mercoledì 7 agosto

Arbitri Elegantiae

Pubblichiamo di seguito la prima parte di un’intervista a Lorenzo Franceschini, cantante e autore degli Arbitri Elegantiae, realizzata da Giulia Donatiello in occasione della rassegna Righe/Righi d’autore, organizzata presso la biblioteca del Seminario vescovile di Senigallia.

Un’occasione in più per conoscere un po’ più a fondo gli Arbitri Elegantiae, formazione senigalliese che si esibirà live al Quanto Basta in via Traversa Cesano mercoledì 7 agosto. Questa è la prima di sette puntate che si potranno ritrovare anche sul sito del gruppo: www.arbitrielegantiae.it.

Giulia Donatiello: Ciao Lorenzo, chi sono gli Arbitri Elegantiae?

Lorenzo Franceschini: Siamo io, alla voce e alla chitarra acustica, Gabriele Ciceroni al clarinetto, alla fisarmonica, ai flauti e al cajon flamenco, Federico Messersì al basso elettrico ed alle chitarre, e Giovanni Frulla alla tromba.

locandina del concerto degli Arbitri ElegantiaeG.D.: Il titolo di questo incontro è …prese le lettere e partì…, che è un verso di una vostra canzone, La storia del postino che cercò Babbo Natale. Puoi dirmi come è nata questa canzone?

L.F.: Ho scritto questo pezzo più di dodici anni fa. È breve, ma molto importante, per me. Quando scoprii la verità su Babbo Natale, fu un trauma. Me lo disse la maestra delle elementari, così, a bruciapelo. Superato lo choc, presi a chiedermi cosa facessero i postini con tutte le lettere che i bambini mandano a Babbo Natale – come facevo sempre io, curandomi di centrare la buca Per tutte le altre destinazioni, ché altrimenti non arrivavano, pensavo. Anni dopo nacque questa canzone, che parla di un postino frustrato che, non trovando più alcuna speranza nella propria vita, tiene da parte queste lettere dove, invece, la speranza si può chiaramente avvertire. Così un giorno questo postino prende il sacco con le lettere e decide di fare una cosa assurda, ma in cui lui crede: parte, sacco in spalla, verso Nord, per recapitare le lettere a Babbo Natale. È una scelta senza senso, direi come fare musica: non serve a niente, è assurdo. Ma rende felici!

 

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