Togati di nero fuori, foderati di rossobolscevico dentro
Franco Giannini su "La Sentenza" per il processo Mediaset: chi è ora in difficoltà?
La cosa più bella, nel senso che da grande soddisfazione, credo che stia farla in barba al nemico all’ultimo secondo. Quando non si era assaporata la vittoria ed anzi si era fatto buon viso alla cattiva sorte di una sconfitta data oramai per scontata. Che soddisfazione quella palla in rete al 90′. Gioia in una curva, delusione nella curva dirimpettaia. Ed è quello che dovrebbero aver provato, alle 19,30 del 1 agosto, tanti cittadini, pro e contro il “miglior Presidente degli ultimi 150 anni” che la Storia ci ha regalato (almeno dice lui!).
L’euforia per qualcuno dei pro-Lui. è durata però solo il tempo di poter permettere al giudice di pronunciare la parola “assoluzione“. Si dice anche, che pure Lui, sia balzato in piedi, per poi ricadere subito sulla sedia, deluso, sconfitto, amareggiato, ascoltando il giudice che proseguiva nella lettura, perché come il mitico Calimero di caroselliana memoria, ancora una volta tutti ce l’avevano con lui, perché era piccolo e nero. Invece questi giudici e quelli che li avevano preceduti, hanno ritenuto, appunto, che il nostro Calimero, era piccolo si (in molti sensi!), ma nero no (o forse, come avrebbe detto Walter Veltroni, anche si, nell’anima), ma era in principal modo, soprattutto sporco. Questo si! E il “suggerimento” che non consigliavano, ma obbligavano, non era quello di immergersi in una tinozza… Sicuramente lo avrebbe preferito, magari con qualcuna che gli lavasse la schiena.
Ho visto, attraverso le immagini che molti canali televisivi mandavano in onda, le orecchie basse e la coda tra le gambe dei pro-Lui che avvoltolavano le bandiere della lazzariana Forza Italia, mentre i contro stappavano tra gridi di gioia bottiglie di spumante per quel goal atteso, sperato, ma che la scaramanzia faceva temere di dare per scontato e festeggiare prima del tempo.
Ma, i nostri vecchi ci hanno sempre insegnato che l’erba cattiva non muore mai, neppure con il diserbante.
Ed infatti, mentre da una parte si ritornava a casa desolati e dall’altra si continuava a festeggiare e mettersi in primo piano con i giornalisti a soffiare sui vari fuochi, nelle stanze in broccato della Sua casa romana, si rileggeva e ritoccava il Comunicato Stampa, che Lui avrebbe rilasciato e letto totalmente e, ripetutamente, sui canali televisivi di casa.
Si, perché come dicevo, i colori usati dai Giudici erano quelli da catafalco, come pure le pene confermate, la colpevolezza o meglio sarebbe dire quasi. Catafalco virtualmente pronto, ma mancava ancora la cosa più importante, il feretro con relativa salma.
Ma che cosa diceva il nostro mitico Trapattoni? “Non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco“.
Infatti, dieci secondi prima della lettura dellasentenza tutti i politici intervistati dicevano che la stabilità del Governo non era da mettere in dubbio, neppure di pensare una simile cosa. L’Italia veniva prima delle cose personali. Mezz’ora dopo la lettura, del Comunicato Stampa lasciava intendere che forse tutto era rimesso in discussione. Si, No, Forse, stiamo trattando, discutendo… i perdenti richiamati dal generale che giungevano alla spicciolata e neppure tanto, in caserma, con il capo pieno di cenere, pronti a tutto quello che il loro leader comandasse.
Un Comunicato che per i suoi contenuti, per la durezza con cui era reso pubblico, per i lineamenti del volto di chi lo leggeva, per le sue due fessure, alla cinese, al posto degli occhi gonfi, forse, per leggerlo, la location giusta sarebbe dovuta essere il balcone di Palazzo Venezia di trascorsa ed irripetibile memoria.
Colpito al cuore (sicuramente! troppo ambizioso), ferito mortalmente (forse), ma al momento neppure lassù o laggiù (dipende) lo vogliono, ed allora ancora non disposto a vendere l’anima, anche perché, come per il milione dei posti di lavoro, i ristoranti pieni, ecc…con tutta probabilità, bluffa sul prezzo, neppure questa possedendola.
Insomma, però, lui sa quello che vorrà fare da “grande”.
Rifondare Forza Italia per il bene dell’Italia, combattere i comunisti (quelli che lui solo vede e che sono tutti rimasti in Magistratura) a partire da subito.
Infatti la prima cosa che ha fatto è stata quella di riunire le anime del partito (eufemismo il mio) per definire un piano di guerra.
Quello che il PD, invece, non ha fatto. Che stia disorganizzandosi nuovamente per perdere anche questo confronto? Sono degli uomini d’onore e come tali non infieriscono sul ferito mortalmente, con la speranza che muoia da solo senza alcun aiuto. Ed invece, mai covare la serpe in seno tenendosela calda. Mai offrire le spalle al nemico.
Ed il timore maggiore corre anche questa volta, e sarebbe l’ennesima, che ci si affidi all’esperienza, alla “saggezza dei vecchi” e del “vecchio”. Che poi alla fine ti porta a chiederti se la componente della scelta finale sia da imputarsi più alla saggezza o al timore di prendere una decisione che faccia scattare un possibile minacciato “ricatto”. Attenzione però!! E’ colpevole colui che ricatta, ma questa è oramai cosa risaputa e confermata, visti la tipologia dei ricattatori, ma pure il farsi ricattare, a questi livelli, è da colpevolizzare.
Detto questo, non credo che con “La Sentenza” (potrebbe essere il titolo di un film!) sia rimasto, come qualcuno dice, tutto come prima. Qualche cosa è di certo cambiato, “qualcuno” ora si trova in difficoltà. Altri possono approfittarne, c’è solo da chiedersi se qualcun altro lo saprà e vorrà fare. Sta tutto qui! Vista che l’occasione ancora una volta viene offerta su un piatto d’argento. Si saprà rigettare il ricatto di barattare una qualsiasi forma di amnistia con la promessa da marinaio di continuare a mantenere in piedi un governo traballante posto e nato già su un tavolo con tre piedi? Chissà, forse mostrandosi più decisi, più di “sinistra”, mostrando più rettitudine e decisione e meno ” falsa-disponibilità”, patrimonio delle bianche colombe del PD, a conversare con serpenti con lingue biforcute, chissà, dicevo, che non si ritorni ad avere fiducia da tutti coloro (non pochi) che l’avevano (oramai da tempo) e che l’hanno (recentemente) perduta.
Allegati
Il VIDEOmessagio di Silvio Berlusconi
Quello che stupisce ancor di più è per la verità come ci si possa definire "destra" o "centro destra" un movimento dove i concetti fondanti quali legalità, rispetto sacro delle istituzioni, della patria vengono semplicemente calpestati da un pregiudicato plurinquisito senza alcun senso non solo dello stato ma semplicemente di rispetto nei confronti dei cittadini.
Affermare "sono innocente" sopra il palco abusivo di ieri, il suggello di un gruppo di persone abili e speculatrici sulle spalle degli italiani (i più fessi e creduloni...)
I tempi dell "l' etat c'est moi" sono finiti da un pezzo.
Ma la storia insegna.......( Luigi XIV morì di cancrena ad una gamba, derivante dalla gotta contratta nell'ultimo periodo della sua vita, pochi giorni prima del suo settantasettesimo compleanno e dopo 72 anni 3 mesi e 18 giorni di regno. Gli successe il pronipote Luigi, Duca d'Angiò con il nome di Luigi XV; poiché aveva solo cinque anni, fu posto sotto la reggenza (fino alla maggiore età nel 1723), del duca Filippo II d'Orléans, nipote e genero del defunto Re Sole.
Pare che, alla notizia della sua morte, la Francia intera esultò e festeggiò, accendendo dei fuochi di gioia; il suo feretro, trasportato a Saint Denis, fu oltraggiato da sputi e fango che lanciava la folla: il suo regno era stato troppo lungo per poterlo rimpiangere. Il suo corpo fu sepolto nella basilica di Saint Denis, dove, durante la Rivoluzione i resti vennero dispersi dai rivoluzionari.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!