Senigallia: “sul programma Poru da alcuni consiglieri solo mistificazione”
I capigruppo di maggioranza contro Rebecchini, Battisti e Mancini, unici a votar contro
Mercoledì 24 luglio è stato approvato in Consiglio comunale il Programma Operativo di Riqualificazione Urbana (PORU), l’atto di indirizzo che viene proposto quale opportunità e strumento urbanistico per rigenerare porzioni di città già edificate e in degrado.
Hanno votato a favore 18 consiglieri (con i 17 della maggioranza anche il voto di Maurizio Perini), mentre si sono astenuti i consiglieri del PdL. Hanno votato contro solo loro, i soliti tre, Mancini Battisti e Rebecchini, che sembrano davvero politicamente smarriti, fuori dai luoghi e dai percorsi della storia, come dimostrano nel comunicato scritto in data 29 luglio .
In quel comunicato scrivono che “..c’è uno spazio libero, non costruito fuori dal centro storico? Puoi costruire ! ..” sostenendo che a Senigallia ci sarà sempre più cemento.
Questo non sta scritto all’interno del PORU, ma i tre consiglieri riescono a leggere anche quello che non c’è. Il PORU prevede la riconversione di volumi degradati in edificato di qualità, con funzioni compatibili al contesto in cui si trovano, con un occhio attento alla qualità ambientale e all’edilizia sociale : questa si chiama “rigenerazione urbana“. In parole ancor più semplici e tante volte ripetute: non si tratta di cementificazione perché la città non si potrà espandere (erodendo nuovo terreno agricolo) ma riqualificherà aree già edificate e potrà delocalizzare volumi in degrado, anche restituendo alla collettività zone rinaturalizzate e bonificate. Il plusvalore derivante da questi processi di rigenerazione urbana sarà in parte investito nella città pubblica con opere come infrastrutture, aree verdi e parchi, appartamenti di Edilizia residenziale sociale (ci si attende in questo senso uno stock complessivo di almeno 150 appartamenti per l’ERS).
Volutamente, poi, i tre consiglieri equivocano sui possibili trasferimenti, in altre aree, di volumi di edifici in degrado, facendoli passare per nuovo consumo del territorio. Parlano, loro, di aumenti di cubatura del 20% per le aree della ex – Ragno (strada della Marina) e per la Goldengas (Borgo Ribeca), ma non sanno che l’incentivazione volumetrica (definita da legge regionale) comunque non si applica alle aree artigianali, industriali, commerciali e quindi Ragno e Goldengas sono escluse.
Evidenziano, poi, una supposta “ ipocrisia politica del provvedimento” insita nella possibilità di presentare “manifestazione di interesse” . Infatti scrivono: “..le manifestazioni d’interesse, se ci saranno, non saranno certo dei comuni cittadini ma quelle dei soliti addetti ai lavori, naturalmente …“. Fanno confusione tra osservazioni e manifestazioni di interesse! Va puntualizzato che la possibilità di presentare osservazioni nel corso dell’articolato procedimento, è data a tutti i cittadini. E’ evidente altresì, che le manifestazioni di interesse possano invece essere presentate da chi ha titolo per attuare concretamente gli interventi: cioè i proprietari dell’area.
Le osservazioni dei cittadini garantiranno insomma la partecipazione.
Le manifestazioni di interesse invece, da parte dei proprietari, garantiranno una maggiore trasparenza del procedimento amministrativo e un controllo assoluto da parte dell’organo del Consiglio Comunale.
Inoltre il PORU, va aggiunto, non interessa solo le grandi aree di riqualificazione, citate solo come esempio nell’atto di indirizzo. E’ indicativo e segno di chiara volontà, da questo punto di vista, che l’amministrazione comunale abbia individuato una procedura che dura ben 7 mesi, in cui il Comune si fa parte attiva proprio per mettere in condizione quanti vogliano fruire dell’opportunità offerta dal PORU, di trovare le condizioni per poterlo fare, magari costituendo un ” ambito di intervento” con altri proprietari di aree sia grandi che piccole…Tale procedura, lunga, articolata e che vede il passaggio dell’atto per ben tre volte in Consiglio comunale sarebbe stata superflua se l’intento dell’amministrazione fosse stato quello di inserire nel PORU solo le grandi aree e “..i soliti addetti ai lavori “.
Infine, anche noi siamo ben consapevoli delle difficoltà finanziarie, della scarsità di risorse , del ruolo non sempre propulsivo delle banche : ma ai tre sfugge proprio la specificità del PORU: esso è una opportunità per acquisire finanziamenti sovra comunali (europei e ministeriali), crea condizioni per una possibile ripresa economica, può rendere la città più bella e accogliente per chi ci abita, ci lavora e ci viene ospite: e ciò senza consumare un metro quadrato in più di territorio agricolo. Purtroppo sappiamo anche che non tutti, in primis chi non avanza mai una proposta costruttiva ma solo una sterile e inutile opposizione, ritengono questi provvedimenti importanti per la Senigallia di oggi e strategici per quella del futuro.
A dimostrazione di una opposizione inutile ma, come si diceva all’inizio, soprattutto confusa, alla domanda di portare un esempio di altro Comune in Italia che ha realizzato consumo zero di territorio come fatto a Senigallia, la risposta del consigliere Rebecchini è stata “: Monaco di Baviera!”.
dai Capigruppo di maggioranza
(Ilaria Ramazzotti, Adriano Brucchini, Carlo Girolametti, Enzo Monachesi)
Luigi Rebecchini
Quando qualcuno canta fuori dal coro da fastidio...come volevasi dimostrare!
Insomma un insieme di obiettivi che non sono stati presi in considerazione nel PORU che il Comune di Senigallia ha di recente approvato .Non so se questo sia dovuto al noviziato (il primo Comune delle Marche ad adottarlo, come recita la vulgata ufficiale), oppure perché tiene bordone ad una sorta di maxi Piano Casa malamente mascherato dietro la foglia di fico della riduzione di consumo del suolo.
Il fatto che si prendono in considerazione aree industriali esistenti in stato avanzato di dismissione e che si va ad intervenire su aree urbane anch’esse dismesse , se da un lato la cosa prospetta un fermo all’utilizzo di suolo libero, dall’altro prospetta un notevole incremento di metri cubi immobiliari (la densificazione urbana) che non può certamente negare l’aumento della cementificazione della città. L’area dell’ex stazione merci davanti alla Chiesa della Pace e l’area ex Messersì alla Capanna ( c’è ancora qualcuno che crede che l’abbattimento del cavalcavia del Giardino fosse dettato da problemi di livelletta stradale?) andranno in Variante con relativo cambio di destinazione d’uso ,e su di essi si scaricheranno tutti i metri cubi previsti dagli indici + il bonus del 20% ( ripreso guarda caso dal Piano Casa). In tal caso viene scavalcato l’art. 3,comma 4 della Legge n.22/11, con buona pace del vincolo sulle aree industriali.
I quattro rappresentati dei partiti di maggioranza pertanto svolgono male il ruolo delle educande alla prima uscita fuori casa.
Si ha l’impressione che con questa operazione si stia mettendo insieme la “rendita marginale” (aree al di fuori della città costruita,vedi la Goldengas, vedi l’ex Ragno) con la “rendita differenziale” (aree all’interno della città costruita). E questo fa pensare , perché la somma delle due porta a sviluppare la “rendita pura” che ha dettato legge negli ultimi anni. A Senigallia abbiamo avuto modo di sperimentata sull’area Sacelit o sulla “Cattura di Valore” delle aree attorno alla Terza Corsia + Complanare ,con i bei risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La rendita pura è un prodotto puramente finanziario, con il risultato di una euforia immobiliare che stimola la produzione edilizia ,alimenta la domanda, determina la valorizzazione immobiliare che prima satura le aree centrali e poi si impenna verso l’esterno (spill over) . Buttarla sulla Rigenerazione Urbana è fuorviante, buttarla sullo stock ( già di per sé misero) di case popolari è patetico.
A me pare che in tutto questo processo ci sia un forte squilibrio tra la rendita incamerata dai privati e i costi a carico del pubblico. Lo scambio ineguale di questa urbanistica contratta è coperto dalla informativa criptica , di cui il Bollettino del Quartetto di Maggioranza ne è una prova lampante.. A proposito è stato fissato un riferimento per il riparto dei vantaggi fra il pubblico ed il privato in questa operazione urbanistica ? E’ stata stabilita la quota minima di plusvalore che deve arrivare al Comune , per la tutela del primato dell’interesse pubblico e per la certezza delle regole e della trasparenza.? Ci sono già dei Comuni che lo hanno già fatto,altri che lo stanno facendo.
La debolezza delle norme e degli strumenti urbanistici direttori ( a quando un Piano Strutturale , invece delle solite Varianti del Sindaco?) stride con la portata degli interessi coinvolti..
La “manifestazione di interesse” dei grandi steckolders è dominante sulle scelte dei semplici cittadini. La partecipazione alle osservazioni è ben poca cosa di fronte alle spinte dell’urbanistica contrattata e dei “diritti edificatori” che viaggiano per la città, senza sapere chi dirige questo traffico..
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