Il grande Daniel Zaretsky al festival organistico internazionale di Senigallia
Applausi per il maestro russo che ha stupito tutti con le esibizioni di Bach, Dubois, Widor e Mozart
Se è la prima volta che sentite il nome Daniel Zaretsky e amate la musica appuntatelo sul vostro diario, perché ne sentirete sicuramente parlare ancora. Nel concerto per Organo di giovedì 25 nella Chiesa Santa Maria Della Neve, il maestro russo ha fatto toccare al Festival Organistico Internazionale “Città Di Senigallia” uno dei suoi massimi vertici in dodici anni.
Mettete insieme uno dei più importanti strumenti dell’arte organaria italiana, le pagine migliori di compositori come Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart, Théodore Dubois, Сharles-Marie Widor, e Léon Boëllmann, l’esecuzione di un interprete dell’autentico spirito russo come ve lo possono aver raccontato Tolstoj o Pasternak e vi troverete come d’incanto in una sera di luglio sotto una purissima cascata di montagna che vi ristora fino a intorpidirvi.
Daniel Zaretsky è come l’acqua gelida così gelida che ti emoziona. Ha eseguito Bach pregando, Mozart con la precisione di un carrillon, eppure mettendoci l’anima. La direttrice artistica Federica Iannella a cui si deve il miracolo di questo assemblaggio ricorda che “l’Andante in Fa KV 616, di Mozart è una composizione per glass harmonica, una macchina, eseguirla sulla tastiera è quasi impossibile, ma Zaretsky non è una macchina perché a quelle velocità riesce ancora ad aggiungere senso compiuto ed emozioni”.
E sempre Iannella che parla: “Non ho mai visto sfruttare così bene tutte le potenzialità dello stupendo organo del Portone, Daniel Zaretsky ha superato la mia immaginazione nell’esecuzione dei romantici Dubois, Widor, e Boëllmann“.
Il Festival Organistico Internazionale “Città Di Senigallia” si è differenziato da subito dalle altre rassegne perché è nato sul nuovo arrivo di un organo nella chiesa del Portone e si è allargato con la vocazione di far ascoltare i meravigliosi organi storici delle nostre città, non importa se piccole o grandi.
Daniel Zaretsky che non è certo tipo da convenevoli, per la prima metà del concerto era così concentrato, che non rispondeva agli scroscianti applausi del pubblico, ma alla fine del concerto ha platealmente alzato la mano verso l’organo meccanico Pinchi op. 422, che gli stava alle spalle, riconoscendolo come co-protagonista. Prima di questo gesto generoso e bello, Zaretsky nel bis ha eseguito un Bach facendo emergere tutta l’allegria, la disciplina e la fisicità dello spirito slavo: le gambe dell’organista durante l’attacco del brano, tutto di pedale, hanno ricordato a chi guardava, le danze dei soldati cosacchi.
Nei prossimi giorni potrà capitare di veder passeggiare il professore di organo del Conservatorio di San Pietroburgo per la nostra città, perché nel suo tour che toccherà molte e importanti città italiane il maestro ha deciso che la sua base sarà la Spiaggia di Velluto.
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