L’INPS crede che la “rete” sia un sistema di pesca del tipo “tonnara”
Ovvero come l'Italia Amministrativa riesce a burocratizzare anche l'informatizzazione
Rete, informatizzazione, telematizzazione, semplificazione: dovrebbero essere tutti termini che preludono servizi più veloci, snelli, meno burocratici di quelli cartacei usati fino ad oggi dalle nostre vecchie pubbliche amministrazioni. Ecco, dovrebbero, il condizionale non è usato lì per caso. Non so quanti cittadini sanno o sono venuti a conoscenza, che ai pensionati che hanno tagliato il traguardo dei 64 anni e che non raggiungono un reddito personale di 9.660,89 € (si notino gli 89 cent!), con la pensione di giugno, hanno ricevuto quella che l’INPS chiama eufemisticamente “quattordicesima“.
L’importo è di 420 €, in via provvisoria, come spiega l’Istituto, salvo l’esito, a posteriori, degli accertamenti reddituali (uso le parole della loro comunicazione) effettuati anche per il tramite della competente amministrazione finanziaria. E fin qui, mi si dirà, una bella notizia, se non fosse che alcuni anziani pensionati se la sono trovata inaspettatamente al momento del ritiro allo sportello della Posta ed a parte l’evitato coccolone da sorpresa, non se la sono potuti neppure godere, tanto erano preoccupati a chiedersi ed a chiedere all’impiegato postale di turno, se non si fosse trattato di un suo errore, nel timore di vedersela poi addebitare e doverla restituire. E non è neppure che una volta ritirato l’importo, il timore sia scemato più di tanto. Infatti non sono pochi coloro che hanno sollevato, ritornati a casa, la “mattonella” e l’hanno messo lì, in attesa che passi un po’ di tempo e che il tempo sani ogni loro dubbio.
Ma il ridicolo della cosa, è che dopo sei giorni dal fatidico 1 luglio data del ritiro della rata-pesante di pensione di giugno, stanno arrivando ai pensionati due lettere, per un totale di due buste e di sei fogli A4, in cui tra i tanti blà, blà burocratici, si fa presente che “arriverà al gentile Signore/a” ‘sta opulenta “quattordicesima“. Ed invece questa è già stata ritirata e o “previdentemente conservata” oppure già spesa per pagare qualche bolletta.
Oramai la fiducia nello Stato si è ridotta ancor più di totalmente, e se fosse possibile ancor più nei confronti di un INPS e di un’Equitalia che – come condor – ti girano sulle teste in attesa del profumo del tuo cadavere.
Dicevo 6 pagine e 2 buste. A parte la spesa cartacea, a parte quella postale, a parte che come si può leggere da alcuni dei fogli che allego, si poteva fare a meno di questa perdita di tempo: infatti chi ha compilato ed inviato il modello 730 ed Unico (nel caso in oggetto oltre 20 gg orsono, ma evidentemente i servizi informatici INPS hanno il virus influenzale che ne ostacolano la velocità) non devono (o dovrebbero? con l’INPS del diman non v’è certezza!) dichiarare nulla.
Ma la parte più ridicola della faccenda è riservata alla pagina dedicata alle istruzioni del come un pensionato puo’ iscriversi al sito www.inps.it. Insomma la rete, quella che risolverà tutti i mali a portata di mano (o quasi!) di tutti quei pensionati racchiusi tra i 60/65 anni di età ed gli ultra 90enni. Le istruzioni non le si negano a nessuno, per il PC è tutt’altra cosa. E poi non basta averlo, bisogna anche saperlo usare. E quanti sono coloro di una certa età che hanno il PC e lo sanno usare? Se lo sono mai chiesto le eminenze grigie Inpsine? Essendo delle eminenze grigie replicheranno che gli anziani si possono far aiutare dai Patronati e dagli Uffici INPS. Giusto, ma è anche vero allora chiedersi a che serve inviare un mucchio di cartaccia con cervellotiche istruzioni??
Una pagina A4 per spiegare come fare. Prima di leggervela, gentili lettori, vi consiglio, di andare in bagno, vi eviterà di farvela addosso… Credevo che il comunicato stampa del comune di Senigallia, su l’uso del telefonino per il parcheggio iSosta, fosse complicato, finchè non ho letto questo dell’INPS. Quello comunale, al confronto, è un manuale del perfetto boy scout.
Ma all’INPS, mi chiedo, sono al corrente dell’età dei loro “utenti”, della loro elasticità mentale inversamente proporzionale con l’avanzare dell’età? Si sono mai chiesti il perché, quando è stato promesso loro che gli avrebbero restituito tutta l’IMU pagata, si sono presentati in massa agli sportelli postali? L’anziano e peggio ancora il “vecchio” è un essere fragile, che va aiutato e non messo in imbarazzo, perché ogni qualvolta arriva una missiva dall’INPS deve ricorrere all’aiuto di qualcuno che gli spieghi che si tratta, come in questo caso, di un fuoco fatuo.
Se anche questo sistema lo volete far rientrare nella razionalizzazione della vostra burocrazia, attenzione fermate tutto, pensateci su un momento, perché vi state intrecciando sempre di più senza accorgervene. E la cosa drammatica risiede nel fatto che, mentre con gli onesti cercate di fare i perfettini, abusando spesso della loro pazienza, la battaglia ai veri farabutti, agli approfittatori, alla feccia della società la perdete quotidianamente.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!