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“Ecco come la Giunta comunale di Senigallia vuole aggirare il Tar”

Il cittadino Massimo Mariani torna sull'annosa vicenda del cantiere Cesanella 1

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Il cantiere edile alla Cesanella di Senigallia

L’annosa vicenda del cantiere Cesanella 1 si arricchisce di nuove puntate. La Giunta Comunale ha emanato una delibera, la 99/2013, dal cui titolo “Comparto urbanistico n. 1 – zona B5 – Cesanella: determinazione delle modalità esecutive della sentenza di annullamento del Pgr – Tar Marche n. 141/2013. Indirizzo operativo area tecnica territorio & ambiente”, si dovrebbe capire come il Comune intende agire per rispettare la citata sentenza del TAR.

In realtà ci troviamo dinanzi a 6 pagine di contorsioni verbali, tenute assieme da un unico filo conduttore; quello di conservare quanto più possibile l’impianto originario delle delibere annullate dal TAR e quello di fare continuare indisturbata l’attività del cantiere della ditta Romagnoli.

Cantiere, dobbiamo ricordarlo che opera in base ad un permesso a costruire rilasciato sulla base di delibere annullate. Cantiere che opera sulla base di un progetto che al momento attuale è in parte irrealizzabile. Cantiere che opera secondo un cronoprogramma, anch’esso facente parte del progetto approvato,ampiamente disatteso.

L’Ufficio Tecnico del Comune di Senigallia è in questi giorni alacremente al lavoro per studiare come fare per quadrare il cerchio. Ed ecco che promette a tutti ciò che fino a ieri era ritenuto assurdo o irrealizzabile.

La tesi del Comune è che la sentenza del TAR avrebbe fatto rilevare la mancanza di “perequazione” nelle delibere annullate; per “perequare” il Comune intende trasformare tutti i lotti delle aree fra la ferrovia e l’abitato di Via Sanzio in aree edificabili autonome. Apparentemente ciò rappresenta un progresso rispetto alla posizione precedente, per la quale invece tutte le proprietà (meno una) erano inserite in un “comparto” per cui c’era l’obbligo di edificare per tutti i proprietari. In realtà il Comune, nella persona del Dirigente dell’Area Tecnica, Ing. Roccato, ha già espresso il suo pensiero nel quale paventa un utilizzo di strumenti espropriativi nei confronti della parte minoritaria che non aderisse al piano particolareggiato.

E questo con buona pace della “Variante al Pgr per la … riduzione del consumo del suolo”; in altre parole, se fosse vero che il Comune persegue come obbiettivo prioritario quello di non consumare nuovi suoli per l’edificazione, nel caso specifico, potrebbe acconsentire ai desiderata di quei proprietari che hanno sempre chiesto di non volere edificare e quindi dichiarare da subito verde privato inedificabile i loro terreni. E questo senza passaggi tortuosi che alimentano il sospetto, quasi la certezza, del fine nascosto di soluzioni diverse.

Invece si continua a perseguire la strada opaca di iniziative estemporanee (la divisione in due del comparto – DGM 150/11, il piano di lottizzazione d’Ufficio- DGM 201/12) tutte finite ingloriosamente e meritatamente nel cestino.

Quella in preparazione è una nuova puntata e, date le premesse, servirà solo a creare nuovo contenzioso.

da Dott. Massimo Mariani

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