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Senigallia: “rivedere il progetto ex Italcementi, Consiglio sia protagonista”

De Amicis: "Mangialardi non attenda, renda il Consiglio 'controparte' nel dibattito con la proprietà"

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La ciminiera dell'ex Sacelit Italcementi a Senigallia

Periodicamente a Senigallia si torna a discutere dei soliti problemi. Ad esempio a proposito della ciminiera dell’ex-Italcementi, ho letto la proposta dell’Ing. Paolo Landi, una soluzione di recupero affascinante, suggestiva, bella da vedere, ma sicuramente improponibile.

Innanzitutto il costo stimato di due milioni di euro è di gran lunga inferiore rispetto alla reale spesa di realizzazione. E’ noto che a parità di superficie, costruire una torre costa il doppio rispetto ad un edificio urbano. Senza entrare nello specifico tecnico, ad esempio occorre una maggiore quantità di acciaio, materiale la cui produzione è famosa per le enormi capacità inquinanti, mentre oggi, si cerca di costruire utilizzando i principi della bio-architettura, utilizzando materiali locali che richiedono una bassa quantità di energia per la loro produzione. Inoltre non è assolutamente vero che il costo dell’opera non sarebbe a carico della collettività. Basta leggere la Convenzione tra il Comune di Senigallia e la proprietà dell’area, firmata il 4 ottobre del 2010, in cui sono previsti 300 mila euro per il solo restauro (art. 5). Quindi se l’amministrazione prendesse la decisione di realizzare tale progetto, la proprietà (Pietro Lanari) avrebbe la facoltà di scomputare il costo dell’intera spesa dagli oneri di urbanizzazione primari e secondari che, ricordo all’Ing. Landi, è denaro pubblico, quindi della collettività.

Tra l’altro, la ciminiera così com’è, non ha nessuna valenza urbanistico-architettonica e quindi non utilizzabile quale testimonianza di sito di archeologia industriale. Pertanto, come ho più volte sostenuto credo che la soluzione più giusta sia l’abbattimento, se non altro per non infastidire i morti dell’aldilà e non tormentare i vivi dell’aldiquà.

Infine, come ho recentemento spiegato al Sindaco Mangialardi, la ciminiera non deve diventare un argomento sviante dei veri problemi irrisolti dell’area. La Proprietà ha dichiarato che, il momento storico di recessione, calo dei consumi, difficoltà economiche, mancanza di liquidità hanno fermato i lavori, a cui ha fatto seguito la risposta da parte del sindaco Mangialardi della disponibilità di rivedere l’intero progetto di riqualificazione.
Credo che questo sia il punto centrale di tutta la situazione: il dibattito non può ridursi ad un “duetto” tra Proprietà e la persona singola del Sindaco, ma deve coinvolgere “la città di tutti“. Quindi, suggeriamo al sindaco Mangialardi, invece di rinchiudersi in uno stato d’attesa inutile, di riportare l’intera discussione in Consiglio Comunale e di rendere lo stesso Consiglio l’unica controparte della discussione, al fine di trovare una soluzione che sblocchi uno stallo che ormai dura da diversi mesi.

Commenti
Ci sono 4 commenti
Raf 2013-06-13 12:42:13
condivido pienamente l'articolo da lei pubblicato, pura verità!
Giangi 2013-06-13 17:22:09
Ma se nella torre ancora c'è l'amianto quanto costa tirarla giu?
Frengio 2013-06-13 21:00:23
Penso anch'io la soluzione più giusta. E inutile recuperare l'irrecuperabile.
Alberto 2013-06-19 11:36:57
Forse in memomia dei morti per l'amianto,sarebbe più giusto tenere in piedi la ciminiera.
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