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Arcevia, morì per salvare dei pulcini dalle fiamme: titolare accusato di omicidio

L'accusa è di aver violato le norme sulla formazione dei lavoratori in tema di sicurezza

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Onoranze Funebri F.lli Costantini
Arcevia

Aveva perso la vita nel tentativo di salvare dei pulcini da un incendio che stava avvolgendo lo stabile della ditta in cui lavorava. Sfortunato protagonista della tragedia, Haliti Shpend, 24 anni, Kosovaro. Il giovane, nonostante gli avvertimenti di Carabinieri e Vigili del Fuoco di non entrare nel capannone, aveva cercato di introdursi nello stabile in fiamme con un muletto.

Gesto che gli fu fatale: una fiammata infatti lo raggiunse procurandogli delle ferite mortali. Il 24enne morì 5 giorni dopo a Roma a causa delle ustioni riportate. A finire alla sbarra, con l’accusa di omicidio colposo, è Donnino Carboni, titolare dell’omonima azienda situata a San Giovanni Battista, frazione del Comune di Arcevia , dove scoppiò l’incendio. L’accusa per l’imprenditore è quella di aver violato le norme sulla formazione dei lavoratori in tema di sicurezza.

I fatti risalgono alla tarda serata dell’11 settembre 2011 quando le fiamme, per cause probabilmente accidentali, divamparono nell’azienda di allevamento di pollame di proprietà dell’imputato. Il processo avrà inizio il 23 luglio prossimo a Fabriano.

Commenti
Ci sono 3 commenti
renzo 2013-05-08 11:07:05
Tutto il rispetto e anche ammirazione per questo ragazzo che non ha resistito a guardare il suo lavoro bruciare senza far niente, ma non capisco perchè qualcun'altro venga accusato di omicidio perchè quest'ultimo ha violato gli ordini di carabinieri e vigili del fuoco nel starsene lontano.
Luca 2013-05-08 12:00:46
concordo in tutto con renzo
ma poi tutto ciò dopo quasi 2 anni? ma stiamo scherzando??
ma gli organi di giustizia non possono concentrarsi sui migliaia di processi ancora da concludere che in questo paese vergognoso durano decenni??
gio 2013-05-08 20:13:22
dal triste episodio purtroppo vediamo come anche gli immigrati si sacrificano e non sono tutti quanti uguali

( come noi italiani non siamo tutti quanti uguali))
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