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LeG Senigallia: “E’ un 25 aprile di preoccupazione e amarezza”

"Si vuole stravolgere la nostra Costituzione"

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25 aprile 2013

Per Libertà e Giustizia Senigallia mai come oggi, dopo la crisi politico-istituzionale avvenuta, il 25 aprile e il 1° maggio sono feste della Costituzione. Quella Costituzione nata dalla liberazione e “fondata sul lavoro”.


Ci resta difficile festeggiare oggi, per il fatto che siamo preoccupati e amareggiati.

Amareggiati, perché comunque andranno a finire le cose, qualsiasi sia l’esito del mandato esplorativo per la formazione di un governo, rimane il fatto che una parte, quella in cui credevamo – e lo era di tanti italiani – ha, con la giustificazione delle “larghe intese”, paragonato Berlusconi ad Aldo Moro ed oggi è al governo con italiani che irridono la Liberazione (volevano addirittura abolirla come festa di tutti gli italiani o cambiarle il nome). Con chi sostiene che Mussolini e il fascismo non furono poi così male, con chi (il Pdl) all’indomani della manifestazione sulle scale del tribunale di Milano ha minacciato la “guerra in piazza” in casi di elezione di un Presidente della Repubblica non gradito.

Preoccupati, e seriamente, per il tentativo – non troppo celato dietro la buona faccia delle “larghe intese” – di stravolgere la nostra Costituzione inseguendo una Repubblica presidenziale che non è la nostra. Dietro a questo passo di credere alla possibilità di un presidenzialismo alla francese c’è il serio rischio di andare verso il Sudamerica, e di 20 anni. I nuovi candidati padri costituenti? I “saggi” Quagliarello, Alfano, Cicchitto, Brunetta…

Come Libertà e Giustizia Senigallia, oggi 25 aprile, ci opporremo e saremo pronti a mobilitarci per evitare forme di presidenzialismo o semipresidenzialismo che porterebbero a uno sconvolgimento complessivo dell’equilibrio dei poteri a fondamento della nostra Carta costituzionale. Cercheremo di impedire lo stesso errore commesso dal centrosinistra con la riforma del titolo V della Costituzione che ha portato ad un distacco tra Regioni e cittadini quasi senza controllo. Ribadiamo che qualunque riforma costituzionale dev’essere sottoposta a referendum confermativo, per ascoltare la voce dei cittadini su ogni singolo articolo.

E’ vero, c’è poco da festeggiare. Ma, oggi più che mai, diremo e grideremo “buon 25 aprile” e “viva la Liberazione”.

Perché la resistenza continua.

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