Giorgio Napolitano (di) nuovo Presidente della Repubblica
Alla sesta votazione, tutti i gruppi tranne Sel e M5S convergono e gli affidano il secondo mandato
Chiamatelo Giorgio II, oppure Napolitano bis, o come preferite, ma il dato di fatto, quello storico, è che per la prima volta nella storia repubblicana d’Italia un Presidente della Repubblica è stato riconfemato nel suo ruolo, per un secondo mandato.
Dopo una giornata, quella del 19 aprile, che nel cammino verso l’elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica, si è rivelata per certi versi drammatica per il PD, alle prese con lo squarcio interno che non ha consentito di eleggere Romano Prodi ed ha prodotto le dimissioni di Rosy Bindi e Pierluigi Bersani, sabato 20 aprile tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione del Sel e M5S hanno deciso di virare verso il voto a Giorgio Napolitano.
Prima di poterlo fare, sono stati i leader politici a recarsi in processione al Quirinale per chiedere formalmente al Presidente uscente la disponibilità alla rielezione, ipotesi più volte respinte da Napolitano stesso. Disponibilità che è arrivata, ma alle condizioni poste dal Colle.
Il Presidente Giorgio Napolitano ha infatti imposto di fatto la rapida formazione di un governo di unità nazionale, che con ogni probabilità includerà esponenti delle parti politiche che lo hanno rieletto. In pratica prende fortemente corpo quello che è noto come “Governo del Presidente”, con un premier che sia di sua assoluta fiducia, figura che sta assumendo insistemente le sembianze Giuliano Amato.
Voto pressochè compatto da Partito Democratico, Popolo della Libertà, Lega Nord e Scelta Civica per Giorgio Napolitano alla sesta votazione che vedeva impegnati i 1.007 grandi elettori riuniti nel Palazzo di Montecitorio, dopo tante divisioni, schede bianche, defezioni.
Dalla convergenza su Napolitano si sfilano il Movimento 5 Stelle, che ha continuato dalla prima all’ultima votazione a sostenere la candidatura di Stefano Rodotà, e Sinistra Ecologia e Libertà, che è tornata a votare Rodotà dopo aver virato su Prodi alla quarta sessione.
Una presa di distanza, quella di Sel, non contro Napolitano, ma contro quella che viene definita da Nichi Vendola come una “vittoria di Berlusconi”, che riuscirebbe così ad avere il governo di larghe intese tanto auspicato. Inamovibili Beppe Grillo e il suo M5S, che già gridano, insieme ai manifestanti assembrati fuori da Montecitorio, al colpo di stato, all’inciucio, alla politica che guarda solo al palazzo e non ai cittadini.
Per l’ennesima volta, dopo sette anni complicati e duri, sarà quindi il prossimo 88enne Giorgio Napolitano ad essere chiamato a trovare una via d’uscita per l’Italia. Un Presidente della Repubblica che dovrà ancora una volta cercare di essere e ridare una guida per il Paese.
al sig b.
b per bersani o berlusconi?
a chi dara' la colpa oggi?
questa è la democrazzzzia
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!