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107 anni fa nasceva a Senigallia Renato Cesarini

Gol all'ultimo minuto, nel calcio come nella vita

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Un commento
Onoranze Funebri F.lli Costantini
Renato Cesarini con una scimmia, assieme alla quale più volte girava ai tempi della Juventus

Quale è la cosa che assomiglia di più alla vita? Un campo di calcio. Lì dentro ci sono tutti i personaggi“.


Questa frase ben dipinge la carismatica figura del calciatore – un po’ filosofo – Renato Cesarini, personaggio che ha segnato in maniera indelebile il calcio mondiale (ed in particolare italiano ed argentino), specialmente della prima metà del Novecento.

Renato Cesarini è ancora oggi famoso per la “Zona”, cioè i minuti finali di una partita nei quali in più circostanze (ma soprattutto, in una, come vedremo), il campione segnò gol decisivi: il termine è ormai diventato d’uso comune anche fuori dallo sport tanto che il Dizionario Treccani ci ricorda che “ l’espressione è ancora oggi spesso adoperata in senso estensivo e figurativo come equivalente della locuzione “appena in tempo” “.

Renato Cesarini, nacque a Senigallia esattamente 107 anni fa, l’11 aprile 1906.

Luca Pagliari ne ha ricordato le gesta qualche anno fa con uno splendido libro ed un emozionante spettacolo teatrale tenutosi anche in città, cha ha tolto un po’ di polvere attorno al personaggio, celebre in tutto il mondo sportivo e in particolare in Argentina, un po’ meno nella sua Senigallia, dove pure da alcuni anni un monumento lo ricorda nella frazione Castellaro.

Proprio a Castellaro infatti Cesarini nacque quell’11 aprile 1906; poco dopo emigrò con i genitori a Buenos Aires, in cerca di fortuna.

In Sud America Renato crebbe adattandosi ai lavori più umili, da saltimbanco ad acrobata in un circo, fino a calzolaio, professione del padre.

Tempi grami, e vita di fatiche come per tanti altri emigrati del tempo. Fuori e dentro la patria d’origine.

Cesarini però aveva un talento fuori dal comune per il calcio: diciottenne si segnalò già come stella del Chacarita Juniors, a 20 debuttò nella nazionale argentina, diventando in breve uno dei giocatori più popolari del periodo. Con lui a giostrare nel reparto offensivo, non ci si annoiava di certo.

Quindi, tornò in Italia, acquistato dalla Juventus: era il 1930 ed aveva 24 anni. Alla Juve, “El Tano” (L’Italiano)  divenne leggenda, vincendo 5 scudetti consecutivi e segnando oltre 50 gol.

Poco dopo – ben prima di Camoranesi e di tanti oriundi successivi – Cesarini debuttò anche nella nazionale italiana, per la rabbia del governo argentino che accusava quello fascista italiano di voler “depredare” il meglio del football sudamericano per costruire una nazionale azzurra più forte: ma – come ricorda ancora il libro di Luca Pagliari – il campione – pur cresciuto in Argentina – “teneva a precisare di essere un italiano nato a Senigallia“.

Contro l’Ungheria il 13 dicembre 1931, segnò al 90′ il gol della vittoria. Fu in quel momento che nacque la “Zona Cesarini”, arrivata fino ad oggi.

Cesarini però non era soltanto un calciatore; o meglio, era un calciatore atipico, un artista in campo e fuori: ciuffo costantemente ribelle, amante del bere, delle belle donne, alternava in modo piuttosto disinvolto la vita mondana a quella dei sobborghi più malfamati. Non dimentichiamolo: erano in Italia gli anni del fascismo, ma lui – perennemente vittima di multe provenienti dai vertici juventini che lo accusavano di un comportamento non degno della gloriosa storia societaria –  sembrava davvero provenire da un altro mondo. Troppo anarchico e libertario, troppo fuori dagli schemi. Questa almeno è l’immagine che ne è giunta fino a noi.

Di certo, su di lui, gli aneddoti e i racconti, sembravano essere infiniti.

Insomma, un personaggio, e lo dimostrò anche nei giorni del suo ritorno a Senigallia quando – ricorda ancora Pagliari – “arrivò alla frazione Castellaro con un auto lucente, assai elegante. Appena sceso venne risucchiato dalla gente che voleva toccarlo ed abbracciarlo“; dopo aver regalato giocattoli e bambole a bambini e bambine, mangiato e bevuto a volontà, non riuscì a resistere al richiamo del pallone.

E, per la prima ed unica volta nella sua vita, giocò una partita con la squadra della sua città, la Vigor (contro l’Ancona).

Finì 1-0 per i vigorini con un gol nel finale di Vittorio Ioppoloper – come narra Dino Landini – l’immensa gioia degli sportivi locali vincitori stipati sul prato e sulla traballante tribuna di legno (Anche se Cesarini aveva lasciato Senigallia all’età di sei anni per altri lidi, non fu che senigalliese per gli sportivi di allora)“. Era il 1932.

Tornato in Argentina per giocare nella più famosa squadra del paese, il River Plate, Cesarini iniziò poi una lunga carriera da allenatore: un uomo carismatico, rispettato, abituato ad esprimere il proprio pensiero, di quelli che – si potrebbe dire ai tempi attuali – “bucano lo schermo“.

Ma soprattutto un uomo di sport, tanto da ottenere nel paese dove era cresciuto l’appellativo di “Maestro dei maestri”: diventato allenatore, continuò a vincere, prima in Argentina, e poi in Italia, dove tornò a guidare la Juventus, ma scoprì e lanciò anche futuri grandi campioni (Giampiero Boniperti, Omar Sivori).

Allenò anche in Messico a metà degli anni sessanta, e poi la nazionale argentina.

Morì a Buenos Aires il 24 marzo 1969 dopo una breve malattia, ad appena 62 anni, venendo sepolto nel cimiterò di Chacarita, dove riposa.

Ancora oggi, impianti sportivi, scuole di calcio, trofei, lo ricordano, soprattutto nel paese che lo aveva adottato, l’Argentina.

“La Zona” nata per quel gol in extremis di un Italia-Ungheria del 1931, ha ormai 82 anni.

E ancora vive nel linguaggio di tutti i giorni, a ricordarci la leggenda de “El Tano” di Senigallia.

Allegati

Vedi anche:

La Storia di Renato Cesarini – di Luca Pagliari

Renato Cesarini – Wikipedia

Il pallone racconta – Renato Cesarini

Il poeta dell’ultimo minuto – Renato Cesarini

 

Il libro citato di Luca Pagliari è : “Zona Cesarini. Il calcio, la vita” (Bompiani, 2006)

 

La citazione di Dino Landini è tratta da “Vigor 1921-1981. Sessanta anni di storia”, curato da “Comitato per i sessanta anni dell’US Vigor Senigallia”

Commenti
Solo un commento
Ingrao
pasquale torino 2013-04-11 20:03:13
bellissimo lo spettacolo teatrale organizzato dallo spazio sociale AUTOGESTITO Arvultura ..lo visto davvero ben organizzato
ATTENZIONE!
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