SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Magari fosse solo una questione di merendine!

L'ipotesi - di un ex assessore all'Istruzione - di resistenza alla crisi attraverso la Comunità Sistemica Locale

Temporary Shop by Giovenali - Marina di Montemarciano
L'ex scuola materna di San Silvestro (Foto la Piaga di Velluto)

Forse non ho fatto tutto bene in quel breve periodo in cui sono stato assessore alla Pubblica Istruzione. Mi hanno anche rimproverato, successivamente, di avere speso male i soldi pubblici pagando con denaro comunale una maestra per la scuola materna di San Silvestro. Ma in quell’anno successe qualcosa di nuovo e di straordinario, che forse non fu compreso in tutto il suo valore esemplare, ma che meriterebbe di essere ricordato come l’entrata di un pensiero comunitario sistemico nel nostro territorio.

Non per me, ma per gli abitanti di quella frazione che ne furono protagonisti, bisogna che ve lo racconto.

La Scuola di San Silvestro era in predicato di chiusura: pochi bambini ed edificio fatiscente. Alla gente del luogo però dispiaceva di perdere quel riferimento, non tanto perché le fosse impossibile mandare i loro bambini a Sant’Angelo, ma per il senso di appartenenza alla comunità che la scuola contribuiva a conservare: una vasta campagna e un piccolo centro abitato attorno alla chiesa e al bar di Bittoni.

Era il 1999, e allora i soldi c’erano – diremmo oggi. La giunta (interamente civica e tutta senza tessera di partito) aveva messo a disposizione della pubblica istruzione un miliardo di lire, che poi ho provveduto a spendere per riparare le scuole, che ne avevano un gran bisogno. A un certo punto, però, i soldi erano finiti e non ce n’erano più per la piccola scuola di San Silvestro.

Mettiamoci d’accordo”, dissi a quella gente. “Volete mantenere aperta la scuola? Il Comune vi mette a disposizione una maestra; voi però mettete il lavoro e restaurate l’edificio”.

Aprimmo una protezione assicurativa e loro si misero a lavorare. Impiegarono così tutte le ferie d’agosto; e c’erano, tra genitori e abitanti del luogo, il muratore, l’idraulico, il pittore, l’elettricista, il falegname, il vetraio e ogni altra professione necessaria; e ognuno volontariamente si diede da fare nel modo in cui lo sapeva fare. Il lavoro era in tutto un lavoro, ossia faticoso; ma fu anche una festa: arrivavano la mattina, lavoravano sodo, ma poi quand’era il pomeriggio non mancava mai chi portasse ciambellone e vino. C’era proprio una bella atmosfera.

A settembre il piccolo edificio era tornato come nuovo, fresco di vernice e perfettamente riassettato; e la scuola poté ricominciare. Ma non fu quello il solo risultato: un mese di lavoro volontario produsse un valore economico che poteva essere agevolmente affiancato col segno più alla spesa per lo stipendio di una maestra. E non valeva almeno una decina di milioni di lire del loro lavoro questo piccolo immobile che poco più di un mese fa è stato venduto dal Comune per 300mila euro?

Ma al di là di tutto sta il fatto che, in questo modo e con queste economie, era nata quella che oggi noi chiamiamo “una comunità sistemica”. Dispiace che in seguito mancò un perfetto intendimento del senso di quello che era successo; resta il fatto che per una volta s’era creato un rapporto scambievole tra comunità locale e amministrazione comunale.

Ho raccontato questa piccola vicenda perché mi consente di trarre un parallelo col presente. I genitori dei bambini privati delle snack protestano oggi sotto il comune e il Sindaco si sbraccia per spiegare che magari fosse solo una crisi di merende: qui il sistema dei servizi locali rischia l’osso del collo, se non si fa qualcosa.
Esiste un punto d’incontro tra le due prospettive, che non sia un semplice tiro alla fune?

Io penso di sì. Si chiama “comunità sistemica”, e la vicenda di San Silvestro ne è un primo esempio. In quell’occasione Comune e comunità periferica non si proposero come soggetti contrapposti – la Comunità che paga le tasse e il Comune che eroga servizi – , ma come soggetti scambievoli e collaborativi, in un rapporto in cui ognuno mette il poco che ha, ma che insieme diventa tanto.

La connection delle merendine può essere un banco di prova. Se ci fosse una concorde regìa del Comune, non potrebbero formarsi Gruppi di Acquisto Solidale in modo che i diretti interessati gestissero la vicenda attivamente? La quota che ciascuno versa in cambio di un servizio non più economicamente sostenibile dal Comune, non potrebbe essere gestita comunitariamente e con migliori risultati se si costruisse un servizio a supporto della scuola da parte delle comunità locali, attraverso produzioni locali?

Una prima proposta di Comunità Sistemica pervenne all’Amministrazione Comunale a firma di Catia Fronzi e mia al sindaco Luana Angeloni nel luglio 2007. Fu ben accolta ma subito dimenticata. Comune e comunità la riprendano; e costruiscano insieme i mille modi in cui la loro collaborazione può dispiegare le sue forze e creare una maggiore densità locale. Può  essere questa la via.

Commenti
Ci sono 8 commenti
Franco Giannini
Franco Giannini 2013-04-06 11:02:00
Sig. Badioli, condivido con lei che sarebbe la cosa migliore. Una specie di Cittadinanza Fattiva!! Ma sono convinto che l'ostacolo a questa sua proposta, non risieda nell'inefficacia dell'idea, ma in un' inaccettabilità da parte delle forze politiche che così facendo starebbero a confermare il loro fallimento nell'Amministrare la cosa pubblica. Meglio allora rimpallarsi, per tre ore il problema "merendine", rinfacciarsi il "Tu ieri allora" o il "Noi oggi..", o dichiararsi insoddisfatti e poi magari astenersi come pesci in barile in fase di votazione, o minacciare cassandramente che domani sarà anche più nero (mentre fino ad ieri il proprio partito assisteva un Monti che con il binocolo vedeva - solo lui e pochi intimi - la lucina in fondo al tunnel!). Ma questo, come dicono i politici è il "bello (scandaloso)" della nostra politica nazionale e locale. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti!!
pippo 2013-04-06 18:09:19
Tutto bene quello che dici Leo, però vedete, anche sig.Giannini, Piaga di Velluto e bloggers che in questi anni avete proposto e riproposto sempre atti di "cittadinanza fattiva", se questo deve diventare uno strumento di para-amministrazione pseudo-legalizzata ad ulteriori tasche proprie mentre si assiste quotidianamente alla spartizione delle ultime briciole di Italia pubblica da parte dei governanti ufficiali, diventa un NO grande come una città! Come potete chiedere ulteriori sacrifici alla gente che lavora, sopporta le difficoltà, paga tasse salatissime, subisce le ingiustizie dei disservizi pubblici, a fare ulteriori opere di volontariato "di stato" per poi vedersele magari svendute anche quelle dopo qualche anno da qualche amministratore per pagare i fuochi d'artificio o i pasti dei dirigenti che guadagnano già 200mila euro????????
Vittorio Sergi 2013-04-06 18:43:08
Caro Leonardo, il tuo approccio è quello giusto ed anche se con altri termini e con riferimenti ad altre esperienze è molto vicino a quello di noi genitori del comitato delle scuole dell'infanzia. Quello che il Sindaco e l'Assessore Schiavoni non hanno voluto capire è che la nostra non è una posizione marginale e settoriale. Noi non chiediamo solo il ritiro del taglio ma un modo diverso di fare le cose che parta dalla costruzione di un vincolo di rispetto e partecipazione con i cittadini. Siamo pronti ad agire in prima persona per il bene comune delle scuole e dell'educazione, anche disposti a metterci tempo e risorse nostre ma in un quadro di collaborazione paritaria. I nostri politici, non hanno più la nostra delega ad agire in vece e per conto nostro. Per quanto riguarda le mie idee politiche non l'hanno mai avuta, ma i fallimenti della politica locale e nazionale di questi anni hanno eroso la fiducia di molti. Dunque la nostra protesta è solo la punta di un iceberg molto grande. Speriamo che questo piccolo conflitto sulle merende gli serva da lezione anche se per ora non sembrano capire il senso delle cose. Altrimenti ben più grandi e difficili sono i conflitti che ci aspettano.
Franco 2013-04-06 23:29:34
Domanda: "perchè il Sig. Leonardo Badioli non torna nuovamente in pista? Sicuramente c'è chi lo apprezza e lo vorrebbe nella sua squadra per le prossime comunali che manderanno a casa questa giunta".
pippo 2013-04-07 15:39:00
la capacità intellettuale, l'apertura al confronto e l'umiltà che possiede Leonardo Badioli non s'è vista manco lontanamente in nessuna delle tre giunte in carica degli ultimi 13 anni
leobad
Leonardo Badioli 2013-04-07 17:38:37
Dichiarazione ufficiale: "Il signor Badioli, che qui ringrazia sentitamente per le espressioni di stima e fiducia, è proprietario di un tesoretto che nessuno gli può rubare: un'età adatta a fare il presidente della Repubblica; per quel ruolo, però, preferirebbe che fosse la Bonino a sostituirlo".
Sono contento invece che ci siano luoghi in cui si può pensare insieme. E mi pare che ciascuno dei commenti qui sopra offre qualche aspetto meritevole di una buona sintesi.
leobad
Leonardo Badioli 2013-04-07 17:40:05
E chiedo scusa per un mancato congiuntivo nell'ultima riga.
O. Manni
Paul Manoni 2013-04-07 23:57:17
Anche solo per aver detto che vorresti vedere la Bonino al Quirinale, hai tutta la mia personalissima stima.
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!


Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno